Libri – “Bruce Springsteen – Come un killer sotto il sole” 14/01/2008
Posted by Antonio Genna in Interviste, Libri, Musica.trackback
Dallo scorso novembre è disponibile nelle librerie il volume “Bruce Springsteen – Come un killer sotto il sole – Il grande romanzo americano (1972-2007)”, un interessante volume curato da Leonardo Colombati (prefazione di Ennio Morricone; 640 pagine, Sironi Editore, costo 24 €).
Si tratta di un libro imperdibile per i fan di Bruce Springsteen, che al tempo stesso mostra il talento narrativo del “Boss” e offre un lavoro critico sulla sua poetica. Il volume è aperto da “Il grande romanzo americano”, un interessante saggio di Leonardo Colombati che presenta parecchie correlazioni tra Springsteen e nomi come Walt Whitman, DeLillo e Steinbeck. A seguire, ben 113 testi originali delle canzoni di Springsteen, alcune delle quali sono tratte dal suo ultimo CD “Magic”, con traduzione a fronte ed un dettagliato apparato critico. Chiudono il volume una completa discografia e videografia dell’artista, ed un elenco di premi e riconoscimenti da lui ricevuti.
In occasione della pubblicazione del volume, ho rivolto qualche domanda al curatore Leonardo Colombati, nato a Roma nel 1970 e collaboratore dei quotidiani “Il Corriere della Sera”, “Il Giornale”, del settimanale “Vanity Fair” e del mensile “Rolling Stone”.
Come si è avvicinato alla musica di Bruce Springsteen?
Non sarà molto “cool” ma è la verità: Springsteen me lo ha fatto conoscere mia madre. Era il 1984, avevo quattordici anni, e mia madre venne da me chiedendomi se avevo mai sentito parlare di un certo Springsteen. Aveva visto un suo video e se n’era “innamorata”. Risposi con la sufficienza di un teenager che si vede indebitamente invaso il campo da gioco (la musica). In segreto, però, volli verificare e rimasi folgorato. Con due miei amici, Niccolò e Bernardino, ci votammo completamente alla causa del Boss e un anno dopo quella strana conversazione con mia mamma ero a S. Siro (scappato di casa) per il mio primo concerto di Bruce.
A chi è principalmente rivolto il volume “Bruce Springsteen – Come un killer sotto il sole”? Vorrebbe descriverlo in breve?
Ho voluto presentare 113 testi di Springsteen, traducendoli e annotandoli come se si trattasse di un classico della letteratura. In effetti, a mio giudizio, Springsteen lo è: uno dei massimi scrittori americani degli ultimi 50 anni. Ho organizzato il libro in modo da formare un vero e proprio romanzo; il mio obiettivo era quello di rendere un servizio anche e soprattutto a coloro cui non piace la musica di Springsteen nè, magari, il rock in generale, ma a cui piace scoprire nuovi narratori.
Quale brano e quale CD scelto nella lunga carriera di Springsteen preferisce? Per quale motivo?
Domanda difficile e imbarazzante. Soprattutto nel caso di Springsteen. Prese a se stanti, le sue canzoni non riescono a “ridare” l’artista. Se gli Stones non sono solo “Satisfaction” ma possono essere benissimo rappresentati da quel brano, non si può dire che c’è tutto Springsteen in “Born To Run”. E anche con gli album, la scelta è impossibile. Se mi punti il fucile, comunque, direi che la mia canzone preferita è “Thunder Road” e il suo album a cui sono più affezionato è “Nebraska”. Una canzone e un disco che sono un po’ l’alfa e l’omega dell’opera springsteeniana. “Thunder Road” è musicalmente un classico rock, e il suo testo esprime una fiducia incrollabile nel Sogno Americano. “Nebraska”, invece, è un album acustico, scarnificato, che Springsteen ha registrato in solitudine alla chitarra per descrivere la faccia oscura dell’America, quella degli uomini che hanno sognato la Terra Promessa e si sono risvegliati in un incubo.
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