Edicola – “Wired” #4, giugno 2009: “Evoluzione in corso” 21/05/2009
Posted by Antonio Genna in Cinema e TV, Comunicati, Wired.trackback
E’ in vendita in edicola da un paio di giorni il numero 4 – Giugno 2009 dell’edizione italiana del mensile “Wired”, che parla di innovazione e nuove tecnologie in modo originale e divulgativo. La rivista è edita da Condé Nast ed in vendita nelle edicole al prezzo di 4 €. Vi presento di seguito la copertina ed un’anticipazione dei principali servizi del nuovo numero.
Adesso un’anticipazione sui tre principali servizi di questo numero.
Cuore italiano nell’iPhone e nella Wii
Il Made in Italy non è solo moda e design, è anche hi-tech d’eccellenza.
Bruno Murari, Trevisano classe 1936, ha guidato con il suo team italiano di STMicroelectronics lo sviluppo di oltre 2000 microchip. Tra questi l’accelerometro, la tecnologia che ha rivoluzionato le interfacce uomo-macchina.
Gianluca Dettori lo ha incontrato per WIRED ad Agrate Brianza, presso gli stabilimenti della STMicroelettronics.L’accelerometro è un microchip appartenente alla famiglia dei MEMS (Micro Electromechanical Systems), piccolissimi sensori in grado, ad esempio, di rilevare l’inerzia di una massa, quando viene sottoposta a un’accelerazione. Sono incorporati in centinaia di oggetti elettronici, come automobili, lavatrici, hard disk, la Wii, l’iPhone e il Googlephone.
Bruno Murari e il suo team della STMicroelectronics, azienda italiana leader nel business dei semiconduttori, hanno venduto oltre 400 milioni di MEMS in tutto il mondo, permettendo alla società di diventare il numero uno del settore in diversi mercati. Un business che lo scorso anno ha sfiorato i 10 miliardi di dollari di ricavi e che dà lavoro a 50 mila dipendenti in tutto il mondo.
La teoria su cui si basa un accelerometro è il principio di equivalenza di Einstein, secondo il quale gravità e accelerazione sono indistinguibili. La parte meccanica del sensore è essenzialmente una massa attaccata a una “molla” microscopica. L’accelerometro misura l’accelerazione e la gravità a cui è sottoposto il sensore, la cosiddetta forza-G. Nel momento in cui il MEMS è sottoposto a un’accelerazione, la massa si sposta e la molla controbilancia la forza esercitata misurandone lo spostamento.
Fino a pochi anni fa, gli accelerometri erano destinati a usi scientifici e militari. Oggi, con l’evoluzione dell’elettronica, la riduzione dei costi e delle dimensioni, sono presenti praticamente ovunque. Come inclinometri, nei telefonini di ultima generazione permettono di cambiare la visualizzazione dello schermo ruotandolo in orizzontale o in verticale; avete presente l’iPhone? Nelle fotocamere sono usati per lo stesso motivo e per correggere le immagini mosse.
Possono servire per rilevare le vibrazioni di automobili, macchinari e edifici, per misurare l’attività sismica e l’inclinazione, così come per la compressione polmonare di un paziente. A bordo delle automobili servono nei sistemi di airbag e controllo elettronico della stabilità, per misurare le forze a cui viene sottoposto il veicolo in curva. Anche i navigatori gps montano l’accelerometro per ovviare alla mancanza di segnale del satellite. Se il problema è invece la sicurezza, questo microchip può essere montato su laptop e valigette come dispositivo antifurto.
Recentemente, gli accelerometri hanno trovato forme più ludiche di utilizzo. La Nike, ad esempio, ha sviluppato orologi per correre e misurare passi e distanza percorsa. Samsung, Sony Ericsson, BlackBerry, Apple, Lenovo e Google le usano per rilevare i movimenti e comandare i proprio prodotti. Nintendo, con la sua Wii ha rivoluzionato il mercato delle console e dei videogames.
L’uomo delfino
Ad Athens, città che ha visto la nascita dei REM, nel cuore della Georgia, Ted Ciamillo sta mettendo a punto la sua impresa: attraversare l’oceano Atlantico a bordo di un avveniristico mezzo subacqueo spinto a pedali, interamente progettato e realizzato nell’officina dietro casa. Ne parla Riccardo Romani su Wired di Giugno.
Edward “Ted” Ciamillo, chiare origini italiane, ha scelto questo angolo di America profonda, lontanissimo dal mare, come base operativa per realizzare il suo sogno: la traversata dell’Atlantico da Capo Verde alle Barbados sul Subhuman Project, un autentico delfino meccanico con propulsione a pedali interamente progettato e realizzato da lui nell’officina dietro casa.
Ted Ciamillo è personaggio difficile da catalogare: in lui convivono il genio rinascimentale capace di progettare e realizzare di persona le sue invenzioni, la fede incrollabile nella fattibilità dei suoi sogni temerari e lo spirito concreto, con i piedi saldamente piantati a terra, dell’imprenditore yankee.
La scelta di Athens, luogo assolutamente inconsueto per un’impresa che si svolgerà sul mare, nasce da un motivo pratico: zero vincoli ambientali. Infatti, Ciamillo ha fatto scavare sul suo terreno fuori mano un lago artificiale per le prove del Subhuman.
Il desiderio di rivaleggiare con i delfini a bordo di un delfino meccanico realizzato secondo rigorosi studi biometrici e con l’uso di materiali avanzati (fibra di carbonio e leghe metalliche superleggere) nasce dalle passioni dominanti dell’italoamericano: la velocità, il mare e le immersioni subacquee.
Originariamente, Ted Ciamillo era intenzionato a entrate nel mercato delle commesse militari sviluppando un sottomarino elettrico, ma la mancanza di richieste lo fece desistere.
Alla fine, l’inventore-self made man ha riconvertito le conoscenze acquisite in un esperimento scientifico che è anche una sfida estrema.“Con il mio Subhuman, silenzioso e mimetizzato, potrò avvicinare e filmare forme di vita marina come i cetacei senza disturbarli con il rumore di un motore, che altera il loro comportamento” – afferma Ciamillo, che non teme di potersi imbattere in visite sgradite come quelle degli squali. “L’unica concessione che mi sono fatto sono sbarre protettive ai lati dell’abitacolo proprio in caso di incontri sgradevoli. Se devo essere sincero, mi auguro che qualche squalo bianco mi attacchi: sarebbe un bel colpo per il documentario.”.
La traversata dell’Atlantico dovrebbe essere portata a termine in 30/40 giorni a seconda delle correnti. Ciamillo ha pensato a tutto per rendere autosufficiente il suo delfino meccanico, che sarà dotato di pannelli solari per caricare le apparecchiature elettroniche durante i periodi di emersione e di un lungo snorkel per respirare quando navigherà a una profondità di circa 2 metri dalla superficie.
Inoltre, Ted Ciamillo ha messo a punto un iPod subacqueo per ascoltare musica durante le immersioni e un compartimento stagno a prua che farà da serra per il basilico e il timo fresco, cui l’inventore non è disposto a rinunciare.
La calda notte dei sottotitolatori
Universitari di giorno, Jedi del sottotitolo nel cuore della notte milanese: è questa la doppia vita di Obsidian, Metalmarco, Faith e gli altri geek che hanno trovato un modo singolare di trasformare la passione per internet in una nuova professione.
Luca Sofri e Matteo Bordone hanno seguito per Wired questi ragazzi che, armati di PC, connessione a banda larga e software ad hoc, seguono le puntate di Lost e di altre serie “cult” appena trasmesse negli USA e ne traducono i dialoghi in tempo perché i file con i sottotitoli in italiano siano disponibili entro l’ora di colazione.La “seconda vita” di Obsidian, Metalmarco, Faith e LucasCorso inizia nel cuore della notte per via del fuso orario. Sì, perché dietro questi nomi di battaglia ci sono giovani italiani che hanno trovato un modo davvero singolare di trasformare il pallino per l’informatica, per internet e la conoscenza della lingua inglese nella prospettiva di una futura “professione atipica”: il sottotitolatore.
Universitari di giorno, gli alfieri del sottotitolo entrano in azione verso le tre del mattino, non appena è disponibile in Rete la puntata di Lost e di altre serie televisive “cult” mandata in onda negli USA. Non invidiateli per questo privilegio, perché la loro attenzione è monopolizzata dalla traduzione dei dialoghi ancora prima che, attraverso i percorsi misteriosi del file sharing, arrivi il documento contenente i sottotitoli in inglese.
Organizzati in squadre ben affiatate che si tengono in contatto attraverso sms e Skype, i sottotitolatori si mettono all’opera suddividendosi la traduzione in italiano dei circa 42 minuti di dialoghi originali.
La loro è una corsa contro il tempo non priva di imprevisti e difficoltà perché la loro missione è rendere le sfumature del parlato, tenere conto della sincronizzazione dei sottotitoli tradotti e sbrogliare la matassa delle espressioni gergali. “Le serie più difficili sono quelle poliziesche, dove hai lo slang dei criminali, quello della polizia e quello legale. Per esempio, The Wire lo traduce Obsidian da solo, e non so come faccia. Una volta, per una battuta di Dollhouse, sono stati 12 ore su una frase” dichiara bally, uno dei sottotitolatori.Il turno dei sub-men si conclude poco prima dell’alba, quando i sottotitoli vengono inviati alla fase di revisione e poi alla produzione vera e propria dei file sottotitolati in italiano che saranno disponibili in tempo per l’ora di colazione.
Dal sito di Itasa, che con Subfactory si divide questa “nicchia” di mercato, i file vengono scaricati ogni settimana 20.000 volte, cui vanno aggiunte le altre decine di migliaia di download che passano attraverso eMule. Gli utenti registrati sono oltre 150.000 e accedono ai sottotitoli di trecento serie diverse.MetalMarco, Obsidian, bally e gli altri sottotitolatori della notte sono amatori: fanno le loro incredibili tirate per pura passione, per il gusto di essere protagonisti di una sfida. Tuttavia il gruppo dei sottotitolatori si è fatto un nome e ha costruito una professionalità che è sempre più richiesta per servizi a pagamento di sottotitolazione in occasione di videoconferenze, festival e presentazioni.
Innovazione: tutto il potere agli scienziati
Secondo il rapporto WIRED-COTEC sulla cultura dell’innovazione in Italia, il 58% della popolazione associa il concetto di rischio legato all’innovazione scientifica e tecnologica all’idea di pericolo, minaccia, incidente. Paradossalmente, i giovani sono la fascia più conservatrice e prudente della popolazione.
L’atteggiamento degli italiani verso l’innovazione tecnologica? È quello del giocatore di Monopoli® che, a malincuore, è costretto a pescare una carta da mazzo degli “Imprevisti”.
Dal rapporto WIRED-COTEC sullo stato della cultura dell’innovazione in Italia pubblicato sul numero di giugno del periodico, emerge l’istantanea di un popolo che riconosce il valore dell’innovazione come motore di crescita personale e di progresso collettivo, ma che per il 58% teme le incognite e i problemi della complessità.Frutto della collaborazione tra WIRED e il COTEC, Fondazione per l’Innovazione Tecnologica costituita nel 2001 sotto la presidenza onoraria del Capo dello Stato, la ricerca è stata effettuata su un campione di circa 2.200 soggetti rappresentativi della popolazione.
L’aspetto più eclatante messo in luce dal rapporto è la tendenza degli italiani a declinare il concetto di rischio connesso all’innovazione nell’accezione negativa di pericolo incidente e perdita piuttosto che in quella di opportunità da cogliere e accesso alle novità.Secondo il campione, le novità scientifiche e tecnologiche vanno studiate e testate a fondo prima di essere immesse in commercio proprio per ridurre al minimo la componente di rischio.
Questo atteggiamento prudente ha un curioso corollario: la fiducia accordata a scienziati e ricercatori. Gli italiani, infatti, sarebbero propensi ad affidare alla competenza degli scienziati la gestione delle scelte relative all’innovazione.Gli italiani mettono in stretta relazione innovazione e impegno nello studio (23,3%). Essere in possesso di solide basi scientifico-culturali è indicato come requisito essenziale per innovare, superando sia la predisposizione al pensiero creativo (18,6%) sia il talento innato (15%).
L’innovazione viene legata fortemente alla ricerca scientifica e, perciò, alla applicazione dei risultati alla produzione. Infatti, gli italiani sembrano ritenere che la ricerca sia la radice primaria dell’innovazione (51,6% si dichiara “molto d’accordo”), unita all’emergere di nuove idee (49,6%) e al miglioramento costante dei prodotti esistenti (45,6%).
Il rapporto contraddittorio tra gli italiani e le nuove tecnologie si rispecchia nell’approccio a Internet. Si accede al web soprattutto per cercare informazioni tramite un motore di ricerca o per consultare la posta elettronica.
Tutti gli altri usi sono residuali, anche se assumono una certa consistenza a seconda dell’età. L’utilizzo di internet sul lavoro e per operazioni bancarie è molto marcato nelle persone dai 25 ai 54 anni, mentre nella fascia 16-24 anni (giovanissimi) e 25-34 anni (giovani) cresce chi scarica musica e film (12,3% e 6,8%). Aumenta anche la partecipazione ai social network (15,1% dei giovanissimi e 8% dei giovani).
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