TV DIG – Crash su Rai 4 07/10/2009
Posted by Antonio Genna in Cinema e TV, Comunicati, TV ITA.trackback
Dopo Mad Men, un altro telefilm già trasmesso a pagamento sul canale satellitare pay Cult arricchisce il panorama seriale in prima visione in chiaro di Rai 4: da questa sera, ogni mercoledì alle ore 22.50 circa, il canale digitale terrestre propone infatti la prima stagione inedita (13 episodi) della serie drammatica Crash, spin-off del film vincitore di tre premi Oscar “Crash – Contatto fisico” (2006) di Paul Haggis (confermato nella serie nelle vesti di co-produttore), ma con un diverso gruppo di personaggi protagonisti ed un cast capitanato da Dennis Hopper.
A seguire, il comunicato di Rai 4 che presenta il telefilm.
CRASH
Prima stagione
Dal 7 ottobre, ogni mercoledì in seconda serata
In replica, dal 9 ottobre, ogni venerdì in terza serata
In replica, dal 12 ottobre, ogni lunedì in terza serataDal 7 ottobre, ogni mercoledì su Rai4, nuovo appuntamento di seconda serata con Crash (2008). Ideata da Glen Mazzara – già sceneggiatore della serie poliziesca The Shield – Crash (2008) porta sul piccolo schermo tematiche e struttura dell’omonima pellicola di Paul Haggis, grandioso dramma corale urbano, vincitore di tre Oscar nel 2006 – miglior film, miglior sceneggiatura originale e miglior montaggio. Nella serie, come nel film, il drammatico e progressivo intreccio tra le vite dei personaggi racconta un disagio contemporaneo universale e tocca ripetutamente un atavico nervo scoperto della società americana: l’integrazione razziale. Qui seguiamo le vicende di un produttore discografico e del suo autista afroamericano (Dennis Hopper e Jocko Sims), di un poliziotto spaccone e di una sua fascinosa vittima (Ross McCall e Moran Atias), di un detective corrotto e della sua amante (Nick Tarabay e Arlene Tur), di un paramedico coreano e di una madre di famiglia borghese (Brian Tee e Clare Carey). Da Grand Canyon – Il cuore della città (1991) ad America oggi (1993), da Magnolia (1999) ad, appunto, Crash – Contatto fisico (2005), il cinema americano ha sempre scelto Los Angeles come scenario di questo tipo di racconto, in cui l’incrocio tra varie linee narrative non offre quasi mai soluzioni stabili ai problemi dei singoli personaggi, ma finisce spesso, al contrario, per evidenziarne la condizione di solitudine. Anche nei panni del discografico Ben Cendars, il gigante di Hollywood Dennis Hopper resta fedele al proprio personaggio di antieroe post-sessantottino, incarnazione di un sogno di libertà americano che, in quanto irraggiungibile, non può che risolversi in rabbia.
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