Edicola – “Wired” #13, marzo 2010: “Come salvare le fabbriche? Demolitele e ricostruitele così” 06/03/2010
Posted by Antonio Genna in Comunicati, Video e trailer, Wired.trackback
E’ in vendita da un paio di giorni in edicola il numero 13 – Marzo 2010 dell’edizione italiana del mensile “Wired”, che parla di innovazione e nuove tecnologie in modo originale e divulgativo. La rivista è edita da Condé Nast e disponibile in tutte le edicole al prezzo di 4 €.
Vi presento qualche anticipazione: la copertina, l’editoriale del direttore Riccardo Luna ed un estratto con anteprima video del principale servizio del nuovo numero.
A seguire, l’editoriale del direttore Riccardo Luna.
Tra qualche mese, forse, ci sarà un motivo per raccontare meglio, minuto per minuto, battito per battito, il giorno, era il 1° febbraio, in cui internet è stato candidato al premio Nobel per la Pace. I meno ventidue di Oslo, il cielo ghiacciato, i miei pantaloni troppo leggeri, la stampante che non si trovava e la domanda consegnata in digitale: «Avrei solo una chiavetta…». Un giorno, forse. Intanto però quella strana campagna, lanciata dalle pagine di un mensile nuovo in un paese antico, è diventata un passaparola mondiale. Mentre vi scrivo, Google mi dice che ci sono quasi cento milioni di documenti riferiti a Internet for Peace.
Cento milioni di link. E poi ci sono stati i tweet, in tutte le lingue del mondo. Per un po’ ho provato a inseguirli, poi ho perso il conto. Che avranno voluto dire quei messaggi di 140 caratteri in giapponese o cinese, o indonesiano o swahili? Quello che dicevano tutti gli altri, probabilmente: c’era chi esultava perché questa cosa qui l’aveva sempre pensata, chi ci sfotteva ritenendolo un pessimo scherzo, chi invece, ed erano la maggioranza, si avvicinava alla cosa con rispetto chiedendosi: ma davvero la Rete merita il Nobel per la Pace? Davvero questa cosa qui, che usiamo ogni minuto per aggiornare i nostri status, uplodare foto, scaricare musica, guardare video, cercare risposte, conoscere persone, scambiarci conoscenza, fare impresa, davvero internet può aiutarci a costruire un mondo migliore?
Era quello che volevamo: che se ne parlasse e che almeno qualcuno capisse. E poi c’era, c’è ancora, un obiettivo italiano. Dimostrare che c’è un altro paese. Qualche giorno prima di Oslo, sono andato davanti alla Camera dei deputati e al Senato. Avevo con me dei fogli con le prime righe che recitavano solenni: «Noi sottoscritti sosteniamo il Nobel a Internet…». Quanti parlamentari l’avrebbero firmata questa dichiarazione? In 24 ore lo hanno fatto in centosessanta, di tutti i partiti. Mai, nella storia del Nobel, tanti parlamentari hanno sostenuto una candidatura. Qualcuno dirà: una firma non si nega a nessuno. Lasciatemi credere che quelle firme siano un impegno pubblico.
C’è una Rete da difendere in Italia. Una cultura da diffondere, un futuro da costruire. Noi abbiamo scelto questa parte del campo. Farcela sarà il nostro Nobel.
Infine, un estratto con anteprima video del servizio di copertina.
Lavoro Trans Former
di Mario Portanova
Di solito diventano cadaveri, immense carcasse grigie. Poi, e magari passano dieci o vent’anni, si decide di tirarli giù per fare un ipermercato. È il destino di molti stabilimenti industriali, vecchie glorie messe fuori gioco dalla globalizzazione e dalla delocalizzazione. La manifattura si fa nei paesi dove gli operai guadagnano, se va bene, poche centinaia di euro al mese. Noi “ricchi” non possiamo più permettercela. Immerso in questi cupi pensieri Aldo Corgiat Loia, sindaco di Settimo Torinese, il 27 marzo 2006, ha deciso di non rassegnarsi a un destino che pareva ineluttabile.
Da questo mese la cover story di Wired diventa video. Guarda il video-racconto di Mario Portanuova e intervieni nello spazio commenti per esprimere la tua opinione.
Quale futuro per l’industria italiana? Qual è la vostra ricetta per salvare gli spazi industriali del nostro Paese?
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