Edicola – “Rolling Stone” #77, marzo 2010: “Jimi’s Machine Gun” 09/03/2010
Posted by Antonio Genna in Comunicati, Musica, Rolling Stone.trackback
Di seguito ecco la copertina ed un estratto dal principale servizio del numero 77 – Marzo 2010 del mensile di musica, spettacolo ed attualità “Rolling Stone”, edito da Editrice Quadratum, in vendita in edicola da qualche giorno al prezzo di 2,90 €.
A seguire, un estratto dal servizio di copertina.
Jimi Hendrix fino all’ultimo inedito
Gli instancabili appetiti carnali, le ragguardevoli dimensioni del sesso (immortalate pure in un celebre calco). Con Jimi Hendrix la leggenda erotica procede, da sempre, di pari passo con quella r&r. E mentre sbuca fuori una nuova raccolta di inediti (“Valleys of Neptune”), sul numero di “RS” di marzo lo celebriamo nella sua forma migliore: come suprema minchia elettrica.
Testo Andy Greene
Foto Roz Kelly/Michael Ochs ArchivesQuattro mesi prima di morire Jimi Hendrix aveva prenotato una sala al Record Plant, il famoso studio di registrazione di New York, per ultimare Valleys of Neptune, una canzone su cui stava lavorando in maniera discontinua da oltre due anni. “Ogni volta che ascoltava una versione, alla fine, decideva qualche modifica”, ricorda John McDermott, responsabile degli archivi sonori della Hendrix Experience e curatore dell’intero catalogo di Jimi. “Non era mai totalmente soddisfatto. Ascoltando l’ultimo provino di quel brano, però, s’intuisce cosa sarebbe diventato”. E Valleys of Neptune è appunto il titolo d’apertura di un cd appena uscito e comprendente 12 inediti hendrixiani, tra cui una versione al fulmicotone di Sunshine of Your Love dei Cream, e una del blues Hear My Train a Comin risalente ai primi mesi del 1969.
“La raccolta”, sottolinea McDermott, “fa capire a quale maturità artistica fossero arrivati Jimi e la sua band in quello che è considerato il loro periodo più creativo, e la voglia che avevano di sonorità sempre più ricercate”.
Il disco è il primo di una nuova collana interna alla divisione Legacy della multinazionale Sony, il cui progetto prevede fra l’altro la ripubblicazione, nel giro di un paio d’anni, dell’intero catalogo hendrixiano. Scopo dell’operazione, dicono alla Sony, oltre che confezionare il repertorio storico in una nuova versione digitale, è portare a conoscenza del grande pubblico il corpus degli inediti. Che, a quanto pare, non sono pochi. Nonostante gli album da studio ufficiali siano stati solo tre, fin da allora era nota tra i fan (e in parte già uscita sugli oltre 100 dischi apparsi dalla morte del chitarrista fino ai giorni nostri) l’esistenza di una grossa mole di materiale grezzo sparso tra collezioni private e magazzini degli studi di registrazione, a cui si devono aggiungere gli innumerevoli live, le incisioni di scarsa qualità, gli inediti veri e propri, gli abbozzi di canzoni e le versioni demo di brani noti.La Sony ha acquisito il diritto di ripubblicare l’opera omnia di Hendrix dopo un’aspra battaglia legale combattuta contro altre etichette: una vittoria decisamente significativa dal punto di vista economico, in un momento storico in cui il grosso dei profitti per la discografia non arriva dalla vendita di nuova musica, ma dalle ristampe – come è successo nel 2009 con la riedizione dei cataloghi di Michael Jackson e la rimasterizzazione di quello dei Beatles. “Il pezzo forte”, assicura McDermott, “sarà un video tratto dal Miami Pop Festival del 1968. Una rarità anche per i fan più accaniti: l’abbiamo trovato anni fa e l’abbiamo restaurato. Ancora adesso, ogni volta che lo riguardo, rimango senza fiato!”.
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