Cinema futuro (904): “Gamer” 30/03/2010
Posted by Antonio Genna in Cinema e TV, Cinema futuro, Video e trailer.trackback
“Gamer”
Uscita in Italia: venerdì 2 aprile 2010
Distribuzione: Moviemax
Titolo originale: “Gamer”
Genere: azione / thriller / fantascienza
Regia: Mark Neveldine e Brian Taylor
Sceneggiatura: Mark Neveldine e Brian Taylor
Musiche: Robb Williamson, Geoff Zanelli
Uscita negli Stati Uniti: 4 settembre 2009
Sito web ufficiale (USA): cliccate qui
Sito web ufficiale (Italia): cliccate qui
Cast: Gerard Butler, Amber Valletta, Michael C. Hall, Logan Lerman, Kyra Sedgwick, Ludacris, Aaron Yoo, Alison Lohman, Jonathan Chase, John Leguizamo, Terry Crews, Zoe Bell, Ramsey Moore
La trama in breve…
Nel 2034 miliardi di persone in tutto il mondo seguono Slayers, un gioco online in cui i giocatori “telecomandano”, in un combattimento all’ultimo sangue, esseri umani scelti tra i detenuti condannati a morte. Per il gladiatore che sopravvive a 30 round di gioco in palio c’è la libertà, per il suo giocatore fama e ricchezza.
Kable (Gerard Butler, 300) è il primo ad aver vinto 29 battaglie ed insieme al suo giocatore Simon (Logan Lerman, Percy Jackson) è la star del momento in Slayers. Strappatagli la famiglia, imprigionato per un delitto che non ha commesso Kable è stato costretto a combattere contro la sua volontà. Ma alla vigilia del suo ultimo round capisce che l’unico modo per poter riconquistare la sua libertà e riavere la sua famiglia sarà ribellarsi!
LA PRODUZIONE
Cosa succederebbe se non avessi il controllo delle tue azioni? Cosa potresti essere costretto a fare contro la tua volontà? Fare sesso con un estraneo? Uccidere le persone che ami? In GAMER, un thriller d’azione ultratecnologico ambientato in un futuro non troppo lontano, i cocreatori Mark Neveldine e Brian Taylor (Crank) hanno portato la realtà virtuale a una nuova, terrificante dimensione.
Dopo il successo dei film Crank, che Neveldine e Taylor descrivono come “un assoluto divertissement“, la coppia voleva affrontare una storia più profonda con idee maggiori e personaggi più complessi. I realizzatori hanno creato tre mondi unici all’interno di GAMER, ognuno con un preciso stile e design cinematografico. “Il gioco di simulazione, ‘Slayers’, è un campo di battaglia imponente con più giocatori; ‘Society’ è una comunità di social network per feticisti particolari; e poi c’è il mondo reale che esiste fuori dai giochi”, spiega Neveldine. “Ognuno ha il suo aspetto e scatena sensazioni diverse, con delle regole visive precise, dai colori ai movimenti di macchina, per arrivare agli effetti e alle scenografie”.
“GAMER ha tutte le caratteristiche tipiche delle menti malate e geniali di Neveldine e Taylor”, sostiene l’attore Gerard Butler, che interpreta Kable, un gladiatore che combatte per ritrovare la sua identità all’interno del sistema di giochi che lo mantiene prigioniero. “Loro posseggono un’abilità naturale ed innata per creare questo tipo di idee senza esagerare, mentre allo stesso tempo danno vita a personaggi magnifici e mantengono questo elemento di freschezza, giovinezza e pensieri progressisti. Hanno un talento notevole”.
Come molta fantascienza di successo, le speculazioni di GAMER sul futuro si basano concretamente sulla realtà contemporanea. Secondo il produttore Tom Rosenberg, questo aspetto fa parte del fascino del progetto. “Nonostante la storia sia eccessiva, è ancorata alla realtà. In effetti, tutto quello che c’è nel gioco, anche se ambientato nel futuro, sta avvenendo veramente già ora, semplicemente a un livello inferiore”.
Il produttore Gary Lucchesi è d’accordo. “Penso che la migliore fantascienza sia una estensione di quello che vediamo nella realtà. Si specula su quello che avviene attualmente e lo si enfatizza. Mi ricordo che un giorno, mentre venivo al lavoro, ascoltavo la radio. C’era una giovane donna che era coinvolta in un gioco online e che aveva cambiato il suo avatar, ossia la sua immagine online, in quella di un tipo alto più di 1.90, un duro che portava con sé una pistola e un coltello terrorizzando la gente. Il suo alter ego riusciva a esprimersi all’interno di questo mondo. Penso che queste fantasie vivano dentro tutti noi”.
Dopo aver assistito alla sua interpretazione fisica ed emotivamente ricca in 300 di Zack Snyder, Neveldine e Taylor sapevano che Gerard Butler era l’unico attore che potesse interpretare Kable. “Sono rimaste pochissime star d’azione sul pianeta e Gerard è il migliore”, sostiene Taylor. “Ha una presenza fisica incredibile ed è pronto a prepararsi bene per far sembrare l’azione reale e viscerale, come abbiamo visto in 300. Ma allo stesso tempo, c’è un’anima e un’umanità nelle sue interpretazioni che ti attira e ti coinvolge emotivamente”.
A parte l’originalità della sceneggiatura, Butler era attirato anche dall’approccio rivoluzionario presente nello stile dei realizzatori. “Amo prendermi dei rischi”, sostiene l’attore, “e mi piace pensare che ogni progetto che farò coinvolgerà le persone, perché rappresenta un modo nuovo di girare per le emozioni che si celano dietro o per l’originalità della storia. GAMER soddisfa tutti questi requisiti”.
Per la parte di Angie Tillman, la moglie di Kable intrappolata nel feticistico gioco di ‘Society’, la modella e attrice Amber Valletta doveva fronteggiare delle notevoli sfide fisiche ed emotive. “Quando ho letto per la prima volta la sceneggiatura, ho pensato ‘wow, non ho mai visto nulla del genere’, sostiene la Valletta. “Per quanto riguarda il genere, non era inedito, ma il tipo di materiale sì. Non è mai stato fatto nulla che assomigliasse, dal punto di vista visivo, sonoro o a livello di sensazioni, a questa pellicola. Non ho mai visto una donna in un ruolo come questo. E’ veramente moderno”.
“Angie è un ruolo duro”, ammette Neveldine. “E’ il dolore che Amber deve sopportare per essere controllata e per le azioni sessuali che la sceneggiatura le fa compiere, così come le emozioni, il dolore e tutte queste cose. Ma lei ha affrontato tutto benissimo e ci ha sorpreso ogni giorno. E’ stata fantastica”.
Taylor aggiunge che “non sapevamo veramente quanto fosse brava Amber prima di iniziare a lavorare. E’ stato incredibile e lei è veramente un tesoro”.
Interpretando degli avatar viventi controllati da altre persone, Butler e la Valletta dovevano affrontare la sfida di non poter reagire intuitivamente a una determinata situazione, un problema che entra in conflitto con la recitazione naturalistica. L’attrice ha dovuto esprimere una totale mancanza di controllo in alcune delle scene più complesse del film, mentre Butler ha dovuto modificare ogni aspetto del suo lavoro fisico. “Fondamentalmente, i registi volevano che i guerrieri impegnati nel gioco ‘Slayers’ si muovessero in maniera diversa dal normale, come un personaggio in un videogioco”, spiega il coordinatore degli stunt Darin Prescott. “Così, i ragazzi camminano, girano la loro pistola e poi girano assieme ad essa. Non è fluido come delle persone che corrono in battaglia. C’è anche un piccolo ritardo, o ‘ping’ come viene chiamato nella storia, che avviene quando il personaggio del controllore fa un movimento e poi il personaggio controllato effettua la stessa mossa una frazione di secondo più tardi”.
L’improbabile controllore della star d’azione globale Kable è Simon, un ricco adolescente isolato interpretato da Logan Lerman. Per la maggior parte della storia, Simon è in grado di controllare la brutalità del gioco dal comfort della sua ultratecnologica stanza dei divertimenti, un’esperienza che Lerman descrive come “lavorare con dei piccoli puntini arancioni in tutto il corpo, una cosa complicata, anche se ci si fa l’abitudine. Cogli il flusso delle cose e ti adatti a uno stile diverso. E’ fico”.
In una scena particolare, Simon appare veramente sul campo di battaglia con Kable, un’esperienza che impauriva Lerman. “Ero veramente in soggezione”, rivela l’attore ridendo. “Devo rendere merito a Gerard per essere in grado di concentrarsi mentre ci sono esplosioni ovunque e la gente viene colpita di fronte a lui. E’ una cosa folle. Io mi sento più a mio agio in situazioni cinematografiche più convenzionali”.
La vera mente dietro ai mondi virtuali di GAMER, tuttavia, è Ken Castle, interpretato da Michael C. Hall, la star della fortunata serie della Showtime Dexter. “Michael era l’attore ideale per incarnare Castle”, ammette Taylor. “E’ un’interpretazione che farà discutere”.
Un uomo cresciuto nel mondo dei videogiochi e di internet, Castle è il creatore della tecnologia di giochi descritti nel film. Isolato nella sua casa, Castle non ha bisogno del mondo esterno, avendo creato un ambiente virtuale di cui è l’unico padrone. Taylor descrive Castle come parte di una paesaggio di futuro distopico più ampio. “Sostanzialmente, Castle cerca di controllare tutto”, spiega il regista. “Lui vuole mettere le sue mani su ogni cosa e far fare a tutti quello che desidera. Il mondo sta diventando un luogo in cui, a mio avviso, tutti noi potremmo essere come Castle”.
Per Hall l’egocentrismo di Castle era l’aspetto più accattivante del suo ruolo. “Castle ritiene di essere illuminato come nessun altro, un superuomo. Lui non si vede come una persona malvagia, ma come un ragazzo che gioca”. Il ruolo ha anche fornito a Hall l’opportunità di staccarsi dai personaggi che interpreta in televisione. “La parte era come un giro nel parco dei divertimenti. Io dovevo essere eccessivo, lascivo, muovermi elegantemente come Sammy Davis Jr., picchiare l’eroe d’azione dell’anno mentre lo controllo con la mia mente e avere una capigliatura molto strana e rigida, tutto nello stesso film”.
Nonostante l’oscura morale di GAMER, la visione di Neveldine e Taylor del futuro non è completamente senza speranza. Un gruppo di ribelli chiamati “Humanz” capisce che Kable è diventato più popolare tra i fan del gioco che il gioco stesso e se loro riusciranno a ottenere il suo supporto, avranno la possibilità di distruggere questa minaccia crescente dell’umanità. A capo di questa organizzazione c’è un uomo chiamato “Fratello Humanz”, interpretato da Chris “Ludacris” Bridges.
“Ho accettato la parte perché nella storia interpreto la voce della ragione”, spiega Bridges, che peraltro è un giocatore incallito. “Sembra che i videogiochi stiano diventando sempre più interattivi ed è incredibile pensare a come si evolveranno nel prossimo decennio. Se si consentirà all’evoluzione di proseguire fino ad arrivare a giocare con gli esseri umani, potrebbe diventare molto pericoloso. Ma penso che questo film parli dell’influenza che ogni individuo può avere sul futuro e come far cambiare le cose per il meglio e non per il peggio”.
A completare il cast di GAMER c’è Kyra Sedgwick nel ruolo della star dei mass media Gina Parker Smith, una celebrità che è fondamentale nella missione degli Humanz per rovesciare Castle. Una fan di Crank, la Sedgwick ha firmato per il progetto nonostante non conoscesse molto il mondo dei videogiochi. “In questo senso, è stato un atto di fede”, sostiene l’attrice, “ma mi è veramente piaciuto il loro primo film e amavo il personaggio. Pensavo fosse divertente. Mi piaceva il fatto che si evolvesse durante il film. All’inizio, pensa solo a se stessa e alla storia che vuole raccontare, senza preoccuparsi di ferire qualcuno. Ma alla fine capisce che deve fare una scelta, combattere a fianco dei ribelli Humanz o mettersi dalla parte di Castle”.
Grazie alla forza della visione di Neveldine e Taylor, GAMER ha anche ispirato un gruppo di attori notevoli ad apparire in un’ampia gamma di cammei. Tra questi talenti, figurano John Leguizamo (Assault On Precinct 13, E venne il giorno), Alison Lohman (White Oleander, Il genio della truffa, Big Fish – le storie di una vita incredibile), Johnny Witworth (Quel treno per Yuma, CSI: Miami), Keith Jardine (American mixed martial artist, Ultimate Fighting Championship), Milo Ventimiglia (Heroes della NBC, Stay Alive), Zoë Bell (Lost della ABC, Angel of Death), Richard “Mack” Machowicz (presentatore del programma del Discovery Channel Future Weapons), Keith David (Crash – contatto fisico), James Roday e Maggie Lawson (Psych della USA), Lloyd Kaufmann (cofondatore e presidente dei Troma Studios) ed Efren Ramirez (Napoleon Dynamite, Crank).
La collaborazione tra Neveldine e Taylor si estende ad ogni aspetto del processo di realizzazione. Due metà di una singola forza creativa, si dividono le responsabilità di regia alla pari e spesso sul set propongono idee a ritmo vertiginoso. Il ritmo del loro lavoro può creare problemi alla troupe e agli attori, ma porta costantemente ottimi risultati. “Mark e Brian sono unici, intelligentissimi, con un grande talento e assolutamente onesti”, rivela Rosenberg. “Non ci sono manipolazioni, se dicono di poter fare qualcosa mantengono la promessa”.
L’amore di Neveldine e Taylor per la tecnologia estrema, ben presente nella trama del film, si estende anche al processo di realizzazione. Per definire meglio l’aspetto unico degli ambienti di fantasia del film, i registi hanno scelto di utilizzare un rivoluzionario sistema di riprese sviluppato dalla RED. La camera RED è un sistema digitale che presenta delle flash card compatte al posto delle cassette digitali. Anche se il sistema non è stato testato per reggere le condizioni estreme di una produzione cinematografica d’azione, Neveldine e Taylor, che sono anche gli operatori di macchina, erano pronti a prendersi dei rischi. “Ogni film che abbiamo girato era in un formato diverso”, spiega Taylor. “Siamo sempre alla ricerca delle ultime novità tecnologiche, come queste camere RED. Era come se stessimo facendo un beta test sul campo per questi strumenti”.
“Abbiamo sempre voluto passare dalla pellicola alle nuove tecnologie”, aggiunge Neveldine. “Siamo stati sostenitori dell’alta definizione fin dal principio. Ci piace portare al limite queste camere e amiamo quello che riescono a fare. Tuttavia, il RED non è alta definizione. E’ RED, un formato assolutamente diverso, un qualcosa di magnifico, a se stante. Si tratta dell’immagine più sinuosa che vi capiterà mai di vedere. Quando l’abbiamo provata, scoprendo quanto era compatta e affascinante la camera, abbiamo capito che non c’erano alternative alla RED”.
Come operatori alla macchina, Neveldine e Taylor inseriscono regolarmente delle tecniche di ripresa poco ortodosse per ottenere gli effetti desiderati. Neveldine, che va sui pattini fin da quando ha iniziato a camminare, prendeva una camera e faceva una carrellata, uno dei grandi vantaggi delle piccole RED.
“Il film ha un aspetto fantastico”, sostiene Butler. “Non è mai stata fatta prima una cosa del genere e ti bastano pochi secondi per capire quanto è affascinante e incredibile. E’ meraviglioso”.
I registi, assieme allo scenografo Jerry Fleming, hanno adottato un approccio innovativo simile quando si sono occupati delle scenografie del mondo futuristico di GAMER. Piuttosto che costruire dei set interi su un teatro di posa, i realizzatori avevano l’obiettivo di trovare delle location reali e funzionanti, per poi trasformarle in ambienti strani e nuovi. “Noi volevamo che il nostro futuro fosse concreto, vissuto, ben ancorato alla realtà e non qualcosa che avevamo sognato su un tavolo da lavoro”, spiega Taylor. “Così, abbiamo preso dei luoghi reali e abbiamo cambiato le loro funzioni, trasformando per esempio una miniera di gesso funzionante in una prigione. Quello che ottieni è una location in cui le persone potrebbero vivere realmente. In questo senso, Jerry è un genio”.
Fleming ha dovuto creare venti set importanti, con sessanta stili diversi. “Non è possibile sapere cosa gireranno”, fa notare Fleming. “Devi praticamente arredare tutto a 360 gradi, come mi ha insegnato il primo regista con cui ho lavorato, Robert Altman. Da allora non ho più avuto un’opportunità del genere, fino a quando non sono arrivati Mark e Brian. Con loro, arredo il più possibile i set, in modo che possano fare quello che vogliono. Devi presumere che tutto sarà ripreso ed è sicuramente più eccitante che costruire dei set con due pareti”.
Per Butler, l’utilizzo variegato e creativo delle location ha reso la produzione un momento eccitante. “A differenza di 300, in cui abbiamo utilizzato il green screen, qui c’erano tanti ambienti diversi e reali”, spiega l’attore. “Ti trovi nella grande stazione ferroviaria, in prigione o nella miniera di gesso a 2.000 metri d’altezza. Stai in queste location incredibili, che contribuiscono a farti sentire in un futuro contorto, ma comunque sembra veramente naturale. E’ come il mondo odierno, ma tra vent’anni”.
Che si tratti della storia, della tecnologia di realizzazione o delle scenografie, Neveldine e Taylor sono impegnati a scoprire nuovi metodi unici per sviluppare e realizzare i loro progetti, con la speranza di contribuire ad ampliare le possibilità di questi mezzi. Piuttosto che dover scegliere tra innovazioni all’avanguardia o pragmatismo in stile guerrigliero, i registi hanno abbracciato entrambe le cose in ugual misura, dando vita ad un modo di lavorare che sorprende continuamente ed è pieno di vitalità. “Non stiamo cercando di prendere qualcosa di familiare e portarlo al livello successivo spendendo più soldi, aggiungendo sempre più effetti e facendovelo ingoiare a forza grazie al marketing”, sostiene Neveldine. “Vogliamo fornire al pubblico qualcosa di completamente nuovo e originale, qualcosa che non hanno mai visto prima”.
Trailer italiano:
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Ehi, c’è il mio amico Dexter! Questo non me lo perdo :)