Cinema futuro (1.042): “I mercenari – The Expendables” 31/08/2010
Posted by Antonio Genna in Cinema e TV, Cinema futuro, Video e trailer.trackback
“I mercenari – The Expendables”
Uscita in Italia: mercoledì 1° settembre 2010
Distribuzione: Ellemme Group / 01 Distribution
Titolo originale: “The Expendables”
Genere: azione / avventura / thriller
Regia: Sylvester Stallone
Sceneggiatura: David Callaham e Sylvester Stallone (soggetto di David Callaham)
Musiche: Brian Tyler
Uscita negli USA: 13 agosto 2010
Sito web ufficiale (USA): cliccate qui
Sito web ufficiale (Italia): cliccate qui
Cast: Sylvester Stallone, Jason Statham, Jet Li, Dolph Lundgren, Eric Roberts, Randy Couture, Steve Austin, David Zayas, Giselle Itié, Charisma Carpenter, Gary Daniels, Terry Crews, Mickey Rourke, Bruce Willis, Arnold Schwarzenegger
La trama in breve…
Barney Ross (SYLVESTER STALLONE) è un uomo che non ha niente da perdere. E’ coraggioso, privo di emozioni, è lui il capo, il saggio e lo stratega di questa banda che vive ai margini della società, una banda di uomini uniti da un forte legame. Le uniche cose cui è legato sono un camioncino, un idrovolante e la squadra di mercenari moderni composta da Lee Christmas (JASON STATHAM), ex SAS ed esperto di qualsiasi arma dotata di una lama, Yin Yang (JET LI), maestro di Close Quarter Combat, Hale Caesar (TERRY CREWS), che conosce Barney da 10 anni ed è uno specialista di armi a canna lunga, Toll Road (RANDY COUTURE), grande esperto di demolizioni considerato come l’intellettuale del gruppo e Gunnar Jensen (DOLPH LUNDGREN), veterano del combattimento ed esperto cecchino, in lotta con i suoi ‘demoni’ personali. Il misterioso Church (BRUCE WILLIS) offre a Barney un lavoro che nessun altro accetterebbe e Barney e il suo team di ‘sacrificabili’ si avviano perciò ad intraprendere quella che apparentemente sembrerebbe una normale missione: deporre il Generale Gaza (DAVID ZAYAS) – il dittatore assassino dell’isola di Vilena – e porre così fine agli anni di morte e distruzione inflitti sul suo popolo. Nel corso di una missione di ricognizione nell’isola di Vilena, Barney e Christmas incontrano il loro contatto Sandra (GISELLE ITIÈ) ma quando le cose si mettono male, sono costretti a scappare e ad abbandonare Sandra al suo destino e quindi ad una sicura condanna a morte. Ossessionato dall’idea di aver fallito la missione, Barney convince il team a far ritorno a Vilena per salvare l’ostaggio e portare a termine il lavoro. E, forse, anche per salvare un’anima: la sua.
LA PRODUZIONE
Quando Sylvester Stallone ha iniziato a scrivere la sceneggiatura di questo film (Stallone scrive a mano, niente macchina da scrivere o computer), immaginava The Expendables come un film d’azione emozionante, tanto valido quanto intenso; voleva dar vita ad una storia che affrontasse un tema verso il quale il pubblico avrebbe reagito positivamente. “Volevo rivisitare un sentimento ben preciso, una certa tipologia di cinema, una particolare mentalità”, spiega Stallone. “Volevo scrivere una storia che paralasse di uomini non in sincronia con il mondo, che vivessero la loro vita secondo un codice ben preciso. Non hanno una famiglia, le loro vite personali sono un disastro totale, l’unica cosa che hanno è la loro amicizia. Volevo offrire agli spettatori la possibilità di vedere nei cuori di questi uomini”.
Come modello a cui ispirarsi Stallone ha preso i film d’azione della vecchia scuola come Quella Sporca Dozzina e I Mastini Della Guerra. Film in cui gli uomini erano uomini veri, i combattimenti erano dei testa a testa e la storia era estremamente credibile.
“L’azione è secondaria per Sly”, spiega Kevin King, da lungo tempo produttore e confidente di Stallone. “Per lui la sceneggiatura deve avere un cuore e una storia. Sono queste le due cose principali che mi ha insegnato. Se non c’è cuore non hai una storia, il che significa che non hai un film. Per Sly far saltar in aria qualcosa non è sufficiente”, aggiunge. E sebbene l’azione in un film di Stallone raggiunga sempre dei livelli altissimi, in The Expendables è la storia a vincere su tutto il resto.
Nel corso dei mesi seguenti, mentre Sly continuava a scrivere la storia, tornava spesso sul tema della redenzione e sul bisogno di rivelare il nucleo delle emozioni di ciascun personaggio. Voleva esplorare il pathos del vivere la vita su un precipizio, mettendo anche a nudo le paure e le debolezze di questi personaggi. Ma Stallone era anche cosciente del fatto che con questa sceneggiatura, sia come sceneggiatore che come regista, stava addentrandosi in un territorio a lui sconosciuto. In questo caso, infatti, non aveva a disposizione un protagonista celebre quanto i personaggi di Rambo o Rocky su cui fare affidamento: la mitologia di The Expendables doveva essere costruita pezzo per pezzo, partendo da zero. Per di più, si trattava anche di un film con un cast molto ricco, come se ne vedono raramente nei film. Senza dimenticare, poi, che il ruolo che lui stesso interpreta nel film (Barney Ross) era estremamente impegnativo sia da un punto di vista fisico che emotivo.
Il produttore Avi Lerner riteneva The Expendables come l’ennesima formidabile sfida in una carriera caratterizzata dalle sfide. “Sly è una persona che ama il rischio e lo è sempre stata” sottolinea Lerner. “Il primo Rocky fu un grande rischio per lui. E lo stesso è accaduto con il primo Rambo. Ed ora, creare un personaggio del tutto nuovo, riuscire a raggiungere una tale condizione fisica, dirigere e gestire un cast incredibile come questo, senza contare le difficoltà legate alle location delle riprese. Sono tutti dei grandi rischi. La sua carriera è costellata dal rischio ed è questo che lo rende l’icona che è diventata. Lui non ha paura”.
Con in mano una sceneggiatura di cui poteva ritenersi soddisfatto (a quel punto aveva già scritto oltre 100 bozze) Stallone ha iniziato a modificare totalmente la regia del film e ha tagliato o modificato drasticamente i protagonisti della storia. Mentre scriveva la sceneggiatura, Stallone aveva sempre in mente Jet Li e Jason Statham per i ruoli di Yang e Christmas. Non aveva mai lavorato con nessuno dei due ma era un grande fan dei loro film e sapeva di cosa erano capaci i due attori. Sly non ha dovuto riflettere a lungo sull’opportunità di avere un’icona delle arti marziali del calibro di Jet Li nel suo film. Senza aver mai incontrato Stallone personalmente, Li ha accettato di interpretare Yin Yang, un Vietnamita\Americano impegnato a vivere una versione alquanto distorta del Sogno Americano oltre che un combattente capace di volare letteralmente in aria e sferrare degli attacchi imprevedibili per qualsiasi avversario. Li interpreta Yang con una calma intensità, “Il mio personaggio è molto diretto, molto semplice”, dice Li. “Pensa sempre a come fare i soldi, affinché possa vivere una vita normale con una vera famiglia. Lui ha un sogno”.
In Statham, anch’egli una stella internazionale dei film d’azione, Stallone scorgeva un potenziale poco sfruttato. “E’ stata una grande scommessa scegliere Jason”, ammette Stallone, “perché non sai mai se si innescherà l’alchimia necessaria. Viene da una cultura completamente diversa dalla mia ed è certamente molto più giovane di me. A livello interiore vedevo un lato in lui che non era mai stato sfruttato nei film, e volevo usarlo per espandere il suo personaggio. Volevo che possedesse un senso dell’ottimismo”. Sebbene Christmas sia una vera e propria macchina della morte, è anche una persona molto trasparente e soffre profondamente per il naufragare della relazione con la sua ragazza Lacey, interpretata da Charisma Carpenter. “Mi piaceva molto il concetto di questi ragazzi normali con tutte le loro insicurezze e i loro problemi personali”, sottolinea Statham, “eppure, quando si trovano di fronte a queste situazioni particolari, devono essere concentrati e potenti”.
Da quel punto in poi la scelta del casting è stata piuttosto libera; Stallone cercava degli individui che fossero interessanti oltre che dotati di talenti unici. Per due ruoli chiave del film, ad un certo punto, la scelta è ricaduta sugli attori premio Oscar Forest Whitaker e Sir Ben Kingsley, ma man mano che la storia e i personaggi acquisivano una vita propria, sono stati effettuati dei cambiamenti. Ad un certo punto, è stato preso in considerazione anche il rapper Curtis “50 Cent” Jackson, ma poi Stallone ha temuto di prendere una direzione sbagliata e così ha cambiato ancora una volta il suo corso. Alla fine, sono stati Eric Roberts e Terry Crews ad ottenere i ruoli.
Crews, che è noto soprattutto per i suoi ruoli comici in ambito cinematografico e televisivo, ricorda chiaramente il giorno in cui ha ricevuto la telefonata che lo avvertiva che Sylvester Stallone voleva incontrarlo per offrirgli un ruolo. “Ero incredulo ed emozionato”, rivela Crews. “Per me, lavorare con Stallone era la realizzazione di una fantasia della mia infanzia. Ero onorato”.
Per Dolph Lundgren ottenere il ruolo di Gunnar Jensen è stato un po’ come tornare ai vecchi tempi. 25 anni dopo aver entusiasmato il pubblico nel ruolo del pugile Russo Ivan Drago, in Rocky IV, Lundgren si è ritrovano di nuovo fianco a fianco con Stallone. Sebbene da allora abbia avuto una carriera lunga e variegata, nel corso della quale è stato anche regista di alcuni film, Lundgren ha visto nel ruolo di Gunnar una possibilità per reinventare se stesso. “Con il personaggio di Ivan Drago, Stallone ha creato la mia carriera”, ricorda Lundgren. “E ora eccomi qua, anche se sono un po’ più vecchio. Ancora una volta Sly è stato capace di creare un personaggio dalle molte sfaccettature, un ruolo incredibile, una specie di icona. Si tratta di un personaggio molto più complesso, che mi auguro permetterà al pubblico di vedermi sotto una luce diversa”.
L’attore descrive questo personaggio senza mezzi termini definendolo “un pazzo figlio di puttana”. Gunnar è il migliore amico di Barney, è uno dei sui compagni nel gruppo degli Expendables, il problema è che è incapace di controllare i suoi impulsi. La causa di ciò è il troppo stress da combattimento, un comportamento eccessivo e anche l’uso di droghe, il tutto genera una sorta di spirale. Per Lundgren, a livello emotivo, non è stato difficile calarsi nella parte, piuttosto lo è stato riuscire a tenere il passo con le battute di humour di cui Stallone è solito costellare ogni sua sceneggiatura, e che erano fonte di grande preoccupazione per Lundgren. “Non ho alcun problema ad uccidere la gente o a piangere”, scherza Lundgren, “ma alle 4 del mattino, quando sono emotivamente scarico, non chiedetemi di essere divertente”.
Trovare un atleta che sapesse combattere e che possedesse anche una forte presenza scenica era essenziale per Stallone quando è arrivato il momento di scegliere l’attore che avrebbe interpretato il ruolo di Toll Road, l’intellettuale del gruppo dotato di una forza bruta. E’ riuscito a trovare tutto quello che cercava e anche molto di più nel campione di Arti Marziali Miste, Randy Couture. “Randy aveva un viso e un aspetto che trasuda conflitto, combattimento, disciplina e dolore”, sottolinea Stallone. “E’ molto mascolino ma possiede un barlume di sensibilità nei suoi occhi”.
Couture, che sfoggia un orecchio a cavolfiore che si è procurato negli oltre 20 anni di combattimenti, ha dovuto mettere alla prova questa sua sensibilità nel monologo che Stallone ha scritto sul suo orecchio. “Il monologo, per certi versi, mi risultava facile”, ricorda Couture, “perché raccontavo la verità. Ma ogni lottatore di wrestling che conosco riderà quando vedrà la scena”.
Il passo successivo di Stallone è stato quello di rivolgersi al suo vecchio amico Mickey Rourke per il piccolo ma rilevante ruolo di Tool, l’ex Expendable che ora dal suo negozio di tatuaggi gestisce il business delle missioni clandestine. Il negozio funge da quartier generale del gruppo, il posto dove le loro anime vengono messe a nudo, dove le verità vengono rivelate e dove prevale il senso di cameratismo e di integrazione. E’ anche il luogo dove il team mette in discussione la decisione di Barney di accettare il lavoro, che tutti gli altri membri del team considerano come un vero e proprio suicidio.
A prima vista, Tool sembrerebbe avere pieno controllo della sua vita, ma la realtà è che la sua esistenza è stata un sequela di delusioni. In una scena di scambi di confidenze tra lui e Barney, è Tool che accende una scintilla di umanità che Barney aveva dimenticato di avere. “Io sto soffrendo le pene dell’inferno”, dice Stallone, “In sostanza, ho perso la mia umanità”.
Mickey Rourke – che ha fatto il suo grande ritorno sulle scene nel 2008, nel film The Wrestler – e Stallone si conoscono da molto tempo. “Io sono un po’ più vecchio di lui, ma siamo cresciuti assieme in questo business”, spiega Stallone. “Abbiamo avuto i nostri alti e bassi. Lui è una persona molto sensibile, è unico, ed ho pensato: se potesse portare un po’ della sua unicità nel personaggio di Tool, sarebbe straordinario”.
A questo punto, finalmente, The Expendables stava prendendo forma. Come attore, Stallone sapeva che doveva permettere ad ogni membro del cast di portare la propria individualità nel proprio ruolo, e come regista, comprendeva anche l’importanza di adattare le idee per massimizzare le capacità e i talenti di ogni singolo attore. “Ognuno di loro era una stella”, spiega Stallone, “e ognuno doveva essere trattato alla pari”. “Devo dire però”, prosegue, “che quando sono arrivati sul set hanno messo tutti quanti il proprio ego da parte. Ognuno di loro è salito a bordo e ha dato il 100% al proprio ruolo. Hanno reso facile il mio lavoro”.
Lundgren elogia Stallone per la sua disponibilità a collaborare. “Quando ho ricevuto la sceneggiatura Gunnar era un tipo completamente diverso”, ricorda Lundgren. “La sua presenza nella storia era molto minore, ma dopo essermi incontrato con Sly un paio di volte, ci sono venute in mente altre idee. Sono una persona timida, sono il tipo che si mette in disparte, perciò Sly ha aggiunto questa caratteristica al mio personaggio”.
L’ultimo pezzo del puzzle era riuscire a trovare l’attrice giusta per il ruolo di Sandra, la donna che quando la loro missione di ricognizione prende una brutta piega, Barney e Christmas abbandonano al proprio destino sull’isola di Vilena.
Sandra, che inavvertitamente funge da l’elemento catalizzatore del cambiamento che si verifica in Barney, doveva essere dura, intelligente, bella e capace di reggere il passo in un film dominato dal testosterone.
Dopo delle ricerche che si sono svolte in tutto il mondo, è stata l’attrice Brasiliana, Giselle Itié, ad ottenere la parte. Giselle ha studiato box e jiu jitsu ma non aveva mai recitato in un film d’azione prima d’ora.
Per i ruoli secondari, ma non per questo meno importanti, Stallone si è rivolto, per la sua versatilità come attore, ad Eric Roberts per il ruolo dell’ex agente della CIA Monroe, un uomo che rimane intrappolato nella trappola da lui stesso congeniata. Roberts è stato capace di conferire una freddezza sbalorditiva allo spietato personaggio di Monroe. Per il ruolo di Paine, il tirapiedi di Monroe, Stallone ha scelto l’ex lottatore di wrestling Steve Austin. “Ho visto Sly dirigere Eric Roberts”, ricorda Austin, “e sa esattamente cosa vuole, sa quello che vuole dai suoi attori e cosa debbano fare, e glielo spiega. Il suo modo di dirigere è estremamente chiaro, proprio come la sua visione”.
Quando si gira un film delle dimensioni e della portata di The Expendables è ovvio che possano sorgere dei problemi, e le difficoltà aumentano anche di più quando si gira in un paese straniero, specialmente in un posto dove mancano le infrastrutture necessarie alle riprese di un film di questa portata. Per The Expendables i produttori hanno dovuto vedersela con delle location molto impegnative dal punto di vista della logistica, della comunicazione e dei problemi legati alla lingua, senza parlare, poi, dei problemi derivanti dall’utilizzo di una truppe locale, dalla cultura e dalle usanze del luogo.
Anche se riconosce le difficoltà legate al fatto di girare in Brasile, il produttore Les Weldon enfatizza come questo paese abbia costituito uno sfondo meraviglioso per il film, necessario affinché i filmmaker potessero creare la fittizia isola di Vilena. “Girare in Brasile è senza alcun dubbio un’impresa ardua da molti punti di vista diversi”, racconta Weldon, “ma l’architettura, il paesaggio – con i villaggi di pescatori e la giungla – e l’unicità della gente di questo paese ci hanno permesso di ottenere un look che non avremmo mai trovato in nessun altro luogo”. Spesso è l’imprevedibilità di madre natura a creare le difficoltà maggiori ad una produzione. In Brasile non era insolito che un monsone si abbattesse sulle location senza alcun avvertimento, causando così dei ritardi nella produzione. Il caldo e l’umidità erano anch’essi dei fattori da non sottovalutare, con temperature che spesso superavano i 40 gradi e con un’umidità del 100%. Questo tipo di condizioni climatiche sono molto dure per il cast, la truppe e anche per le attrezzature.
Ma tutta questa fatica è stata ripagata la notte in cui Sly, Jet, Jason, Randy e Terry, vestiti da agenti della SWAT e pesantemente armati, sono arrivati sul set per girare la loro prima scena assieme. “Mi sono sentito come se fossi stato invitato nella Lega dei Supereroi”, scherza Crews. “Credo che tutti i membri del cast siano rimasti sbalorditi al cospetto di tutte quelle star, incluso io”, dice Lundgren. “Quando ci vedrete sullo schermo assieme credo che avvertirete una scossa elettrica in più”.
Il Brasile, inoltre, offriva allo Scenografo Franco Carbone una location che corrispondeva perfettamente alla visione di Stallone del palazzo del Generale Garza. Carbone ha visitato centinaia di location alla ricerca di un edificio architettonicamente maestoso, prima di scegliere la residenza anni ’20, dalla forma di un castello, situata a Parque Lage, un parco pubblico che sorge alla base del Corcovado, la montagna dove si erge la statua del Cristo.
Il bellissimo parco, con i suoi giardini in stile inglese e con i suoi laghetti, offriva lo sfondo perfetto per Garza, il malvagio dittatore interpretato dall’attore David Zayas.
Dopo un mese di riprese in Brasile e due settimane di pausa, la truppe si è trasferita a New Orleans dove le riprese sono proseguite presso i Louisiana Film Studios di Harahan.
“New Orleans è una location interessante”, spiega il produttore Avi Lerner. “C’è molta cultura, storia e un talento eccezionale da cui attingere. Era la scelta perfetta per noi”.
Come per il Brasile, la maggior parte delle riprese che si sono svolte a New Orleans richiedeva delle location funzionali.
E anche qui, le condizioni atmosferiche non sono state affatto clementi. Mentre erano in corso le riprese a Fort McComb – una serie di catacombe costruite all’inizio del 1800 e utilizzate dall’Esercito degli Stati Confederati durante la Guerra Civile, prima che l’esercito dell’Unione ne assumesse il controllo – una pioggia torrenziale di 3 giorni ha allagato la location, provocando l’interruzione delle riprese. Alla fine, però, New Orleans ha dato i suoi frutti: conferendo al film il suo particolare carattere e colore.
Una volta incominciate le riprese è apparso chiaro che sarebbe stato essenziale impegnarsi al massimo. Tutti quanti erano perfettamente consapevoli della necessità di seguire gli ordini del regista, mantenere il passo e portare a termine il lavoro. E dovevano dimostrare grande flessibilità. “Sly è un visionario”, afferma il Produttore John Thompson, “non usa liste di inquadrature. Decide ciò che vuole fare sul posto, il che rende tutto il processo estremamente fluido. Non ho mai visto nessuno che tenga a mente un simile numero di dettagli”. Sebbene Sly conosca ogni singola inquadratura fin nel minimo dettaglio, è celebre per il fatto di tenere a mente tutte le sue idee, almeno fino a quando non abbiano maturato sufficientemente. Il cast e la truppe dovevano essere pronti a tutto. “In un certo senso”, prosegue Thompson, “è diventato una specie di circo, in cui dovevamo costantemente destreggiarci per essere certi che tutti fossero pronti a qualsiasi cosa. E’ stata una sfida enorme”. Per Randy Couture, uno degli aspetti più interessanti dell’interpretare Toll Road è stato quello di adattarsi all’umore di Sly ogni volta che dirigeva una scena. “Non ti dice mai ‘fai come dico io’,” spiega Couture, “ma piuttosto: ‘ti trovi in questa situazione, ti senti in questo modo, perciò ti comporti di conseguenza”. “In compenso, però”, aggiunge, “tutto ciò ti rende un attore migliore”.
Stallone, che spesso usava fino a cinque macchine da presa ed una steady-cam per catturare appieno la grandiosità delle sequenze d’azione, ha potuto contare sull’aiuto del Direttore della Fotografia Jeffrey Kimball, nel determinare lo stile e la struttura delle inquadrature del film.
Per coreografare e migliorare i complicati e spesso pericolosi stunt, Sly ha assoldato il Supervising Stunt Coordinator, Chad Stahelski. I due avevano già lavorato assieme in Rambo 4 e Stahelski conosceva bene lo stile di Sly e l’importanza del lasciare che l’azione portasse alla luce l’estetica di una scena, piuttosto che solo la sua violenza. Con delle sequenze d’azione diversificate e specifiche come quelle di questo film, Stahelsi aveva bisogno di assoldare specialisti dello stunt da tutti gli Stati Uniti. I quali, una volta determinato lo stile dell’azione, avrebbero avuto il compito di offrire ulteriori opzioni al regista. “Sly è molto creativo e molto collaborativo”, spiega Stahelski, “perciò cerchiamo di mostrargli ciò che è possibile fare, tenendo sempre bene a mente la questione della sicurezza. Poi, è lui che sceglie la direzione da prendere”. Ma il compito più arduo per Stahelski è stato di dover dire di no ad alcuni dei tipi più duri del business. Un esempio pratico: nella scena dell’enorme battaglia ambientata nel cortile della residenza del dittatore, in cui gli Expendables prendono d’assalto il palazzo, Terry Crews doveva attraversare un’enorme esplosione e una palla di fuoco. Sebbene Crews non avesse alcun problema al riguardo, Stahelski lo ha considerato un rischio troppo grande e inutile. “La sequenza era spettacolare anche senza che l’attore corresse dei rischi inutili”, dice Stahelski, “e quando glielo abbiamo spiegato lui ha compreso le nostre ragioni. Non abbiamo compromesso la scena ma non abbiamo neanche messo in pericolo l’attore”, conclude.
Quando Sly ha incontrato il suo stunt department per definire i dettagli della sequenza in cui Barney e Christmas scappano a bordo di un idrovolante Albatross degli anni ’50, la sua idea era quella di creare una scena memorabile in stile action hero. “Ho suggerito che oltre alla mancanza del carburante aggiungessimo un’ulteriore elemento di difficoltà, mettendo Jason sul naso dell’idrovolante”, racconta Stallone, “quando ho illustrato la mia idea tutta la stanza è piombata nel silenzio più assoluto”. Stallone pensava che fosse possibile realizzare una cosa del genere se Jason ne avesse avuto voglia. Quando Stallone gli ha comunicato la sua idea a Jason è piaciuta immediatamente. “Sly fa tutti i suoi stunt, arriva a farsi colpire fino a rimanere privo di sensi e a sua volta fa lo stesso con gli altri, risulta sempre molto realistico e credibile”, afferma Statham, “e se la scena non viene come dice lui non la mette nel film… e questa è musica per le mie orecchie”. Dopo essersi consultato con il famoso aerial coordinator Fred North, che si è occupato di valutare le capacità meccaniche e logistiche dell’aereo, e dopo aver preso in considerazione ogni dettaglio relativo alla sicurezza, Stallone era a un passo dalla realizzazione del suo momento cinematografico memorabile.
Sul set sono state collocate diverse macchine da presa, Jason è stato assicurato con una fune sul naso dell’aereo che ha volato ad un’altezza di 30 metri attraverso fumo e fiamme. “E’ stato sensazionale”, dice raggiante Stallone, “So che sminuirà la sua impresa ma è stato davvero pericoloso e lui è stato veramente favoloso”.
La scena avrebbe potuto essere girata con l’ausilio della ‘magia del cinema’ ma Sly ha insistito di tornare ai vecchi tempi e ha chiesto ai propri attori di fare i loro stunt in modo che il film non dovesse dipendere dalla tecnologia. “Volevo girare questo film con la testa e con i muscoli, non per mezzo della moderna tecnologia”, spiega Stallone, che è famoso per la sua attenzione verso i dettagli e la sua avversione nei confronti dei ritocchi esagerati con l’ausilio della Computer Grafica. Voleva che in The Expendables gli stunt fossero il più possibile realistici. “Lui odia la CGI e la usa pochissimo”, assicura categorico King. “Gran parte di ciò che vedete sullo schermo è reale e la CGI viene utilizzata come dovrebbe essere utilizzata: per migliorare la scena”.
Ovviamente, Stallone, che per sua stessa ammissione è un drogato di adrenalina, ha tenuto per sé un po’ d’azione: Christmas fa decollare l’aereo e Barney, che è inseguito dall’esercito di Garza, non ha scelta: deve tuffarsi da un pontile sul velivolo in fase di decollo. Le raffiche di vento provocate dall’aereo hanno letteralmente spazzato via Stallone. “Non immaginavo che sarebbe stato così intenso”, ammette Stallone. “Si è rivelato uno stunt molto pericoloso”.
Non essendo il tipo che si siede e sta a guardare gli altri fare tutto il lavoro, Giselle Itié ha insistito per fare lei la realistica e disturbante scena del water-boarding[1]. “E’ una purista”, dice Stallone. “Senza dubbio è un’amante dell’azione”. Il giorno delle riprese di questa scena, Itié ha trascorso ore sdraiata a terra su una tavola, con una spugna e un asciugamano sulla bocca, e con l’acqua che le veniva rovesciata in gola. “Abbiamo creato una vera e propria camera delle torture”, racconta Kevin King. “Era un set molto claustrofobico”. Per prepararsi emotivamente per questa scena, Itié ha fatto molte ricerche. “Ho fatto ricerche su come ci si sente quando si viene torturati, perché volevo capire la sensazione di soffocamento; Volevo capire le emozioni che si provano in quella situazione. E’ stata una sfida molto emozionante e non vedevo l’ora di girare la scena”, aggiunge con un sorriso.
Gli Expendables sono tutti degli esperti di vari tipi di armi da combattimento, perciò, riuscire ad avere le armi più grandi e più cattive disponibili sul mercato era una delle preoccupazioni principali del regista. Nel fucile AA-12, considerato da tutti gli appassionati come l’arma più potente del mondo, Stallone ha trovato pane per i suoi denti.
Progettato nel 1972 da Maxwell Atchisson, specificatamente per le forze armate, l’AA-12 è un fucile d’assalto automatico calibro 12 con una cadenza di tiro pari a 300 colpi al minuto. E’ un’arma molto versatile in termini di munizioni: utilizza qualsiasi cosa, dai FRAG-12[2] ai proiettili al titanio. Sarebbe stata questa l’arma preferita di Hale Caesar, interpretato da Terry Crews, descritto da Stallone come “una ricchezza non sfruttata di talento, muscoli e sensibilità.
Sebbene in passato abbia già maneggiato delle armi, Crews ammette di essersi sentito piuttosto intimidito quando è arrivato il momento di maneggiare l’AA-12. “La cosa più importante per me”, rivela Crews, “era di imparare a rispettare quest’arma. Devi stare molto, molto, molto attento a caricare i proiettili. Quel coso è un’arma micidiale!”.
Stallone ha poi scelto ‘l’Arkansas toothpick’, un pugnale pesante e bilanciato, come arma preferita di Lee Christmas. Progettata per essere lanciata e dotata di una lama lunga 12-20 pollici, quest’arma viene portata in una fondina dietro alla schiena.
Stallone ha sintetizzato il tutto con queste parole “Mi sono impegnato a fare un film come se ne vedono pochi, prendendo una vecchia formula e rendendola contemporanea. Credo di esserci riuscito; sono molto, molto contento del film”.
[1] N.d.T. Il waterboarding è una forma di tortura, consistente nell’immobilizzare un individuo in modo che i piedi si trovino più in alto della testa, e versargli acqua sulla faccia.
[2]N.d.T. Granata a frammentazione o per usi speciali.
Il trailer italiano:
Trame ed altre informazioni sono tratte dal materiale stampa relativo al film.
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Stupendo….:)
questo film è stato enormemete pubblicizzato e unito al fatto che hanno messo in questo film tutti questi attori tipo minestrone, mi fa temere come ho già visto in passato per altri film che alla fine sia poca cosa…..detto questoio sono cresciuto a pane e Sylvester Stallone,Dolph Lundgren,Bruce Willis e Arnold Schwarzenegger anche se so che per quest’ultimo si tratta solo di un’apparizione di pochi minuti forse meno.
Devo dire che nn so chi siano Randy Couture e Steve Austin a quali avrei preferito in sostituzione Jean-Claude Van Damme e Steven Seagal che continuano la lista sopra del mio mess precedente.
Orribile la voce che hanno scelto per Arnold Schwarzenegger.
non dirmi che non è Rossi.. odio quando cambiano la voce agli attori..
Cinema di basso livello.
vi dico solo che stallone in faccia è stirato come non mai