Edicola – “Le Scienze” n°507, novembre 2010: “Numero speciale: The End – La scienza della fine”libro Lo scienziato come ribelle, il burrascoso rapporto tra scienza e società nella visione di FreemanDyson. 02/11/2010
Posted by Antonio Genna in DVD, Le Scienze, Libri, Scienza e tecnologia.trackback
Ecco la copertina, i principali contenuti ed una descrizione degli allegati facoltativi del numero 507 – Novembre 2010 del mensile “Le Scienze”, edizione italiana del prestigioso “Scientific American”, in edicola dallo scorso 30 ottobre.
La rivista è pubblicata dal Gruppo Editoriale L’Espresso ed in vendita al prezzo di 3,90 €.
I principali contenuti di questo numero, che adatta il dossier principale del numero di settembre 2010 di “Scientific American”:
Nel numero di «Le Scienze» di novembre in edicola:
The end
Diciamo la verità, il tema della fine esercita un fascino ambiguo e profondo su moltissimi di noi, come dimostra la popolarità delle tante storie che raccontano di una nostra scomparsa in un futuro non troppo lontano per cause diverse. Ecco perché abbiamo scelto di dedicare questo numero speciale della rivista alla scienza della fine in vari contesti e con uno sguardo a quello che ci sarà dopo. Dall’esaurimento delle risorse, all’estinzione delle specie, dalla fine del tempo a quella della Terra, dalla scomparsa della civiltà umana alla nostra morte individuale, dieci articoli pubblicati sul numero di novembre illustrano quando a una fine può corrispondere un nuovo inizio. E in allegato un libro di Chris Impey inedito in Italia, sempre sullo stesso tema.
Alcuni degli articoli dello speciale:
Perché non possiamo vivere per sempre? Con il passare degli anni le nostre cellule cominciano a tradirci. Ma svelando i misteri dell’invecchiamento gli scienziati potrebbero riuscire a farci vivere più a lungo e in buona salute.
Agonia di una specie. Dominiamo il mondo anche grazie alle estinzioni di massa avvenute nel passato, ma ne stiamo alimentando una nuova.
Può finire il tempo? Sì. Anzi, no. La fine del tempo sembra tanto impossibile quanto inevitabile. Un paradosso la cui soluzione è suggerita da ricerche recenti in fisica teorica.
Oltre la fine. L’altra faccia di una fine è sempre un nuovo inizio. Abbiamo chiesto ad alcuni esperti di indicare quali nuove tendenze e sviluppi potrebbero segnare i prossimi decenni.
Quanto ci rimane? Dati e grafici sulle risorse residue del nostro pianeta.
A seguire, l’editoriale del direttore Marco Cattaneo.
Ogni fine è un inizio
”La scienza – scrive Chris Impey nella prefazione del libro La fine di tutto, in edicola con questo numero di «Le Scienze» – risponde soprattutto alle domande che riguardano il modo in cui le cose sono diventate ciò che sono. Eppure, se ci fermiamo al presente, il lavoro è compiuto solo a metà, e ogni buona storia ha bisogno di un finale». Anche per questo, seguendo il «copione» del numero monografico dell’anno scorso, dedicato alle origini, abbiamo scelto di dedicare la rivista che sfogliate al tema della fine. Dalla fine di ogni singolo individuo alla fine del cosmo, passando per il divenire di tutte le cose.
Certo, su qualche argomento – come la futura evoluzione del nostro pianeta o dell’intero universo, ma anche sull’esaurimento delle risorse – la scienza non può che offrire speculazioni, in base a quanto sappiamo del passato e in base alle teorie che abbiamo saputo elaborare sul mondo che ci circonda. Ma in fondo è anche o soprattutto questa la missione dell’impresa scientifica: estrapolare dai fenomeni e prevedere gli eventi futuri.
Così in questo numero affrontiamo questioni eterogenee, accomunate solo dall’osservazione che ogni «oggetto» di cui parliamo avrà, o potrebbe avere, un fine. Si parte dalla fine individuale di ciascuno di noi, dai perché della mortalità a una profonda riflessione etica sull’istante esatto in cui ha termine una singola vita, un argomento che ha risvolti delicatissimi nella scelta di quando espiantare gli organi per un trapianto. Perché la fine di una vita può essere il nuovo inizio di un’altra.
Di qui, ci spostiamo a visitare via via il mondo a una scala sempre più ampia, incontrando la fine delle ultime civiltà indigene di questa Terra, con la cui scomparsa muoiono intere culture che difficilmente lasceranno traccia di sé. Per poi inoltrarci nella fine delle specie, dalla singola alle grandi estinzioni di massa, compresa quella in atto oggi. E scoprire che la vita ha sempre saputo rinascere dalle proprie ceneri, per presentarsi in altre «infinite forme bellissime», come diceva Charles Darwin.
Guarderemo anche alla fine delle risorse, che in molti casi la civiltà moderna sta sfruttando oltre il limite della sostenibilità, prima di passare all’ultimo, grande capitolo, che abbraccia la fine della Terra (senza prestare orecchio alle infinite paure millenaristiche che ci sentiamo snocciolare come una litania da sedicenti futurologi), del sistema solare, dell’universo e, forse, anche del tempo. E anche qui, in ogni singolo caso, ogni fine sarà l’indispensabile premessa di un nuovo inizio.
In un certo senso, anche questo numero è una fine. Ma no, non c’è nessun motivo di allarmarsi. «Le Scienze» continuerà ad accompagnarvi e a raccontarvi il cammino della scienza con la stessa passione e lo stesso impegno di sempre. Semplicemente, a partire dal numero di dicembre troverete una rivista un po’ diversa. Avremo una nuova veste grafica, nuova ed elegante, e un giornale più ricco e più vario, con qualche rubrica in più e qualche altro compagno di viaggio. Un nuovo inizio, dunque, con il numero di fine anno, perché ancora una volta vogliamo provare a darvi di più.
Inoltre, con Le Scienze di ottobre, a richiesta e a pagamento:
– il primo dei due DVD della serie “L’universo elegante”, un documentario tratto dal libro scientifico di Brian Greene, diventato un bestseller in tutto il mondo, che il professore di matematica e fisica alla Columbia University ha pubblicato nel 1999.
Non capita tutti i giorni che un libro scientifico diventi un bestseller da milioni di copie vendute in tutto il mondo. E non capita tutti i giorni che un fisico teorico diventi una star mediatica planetaria. Tanto più illustrando una teoria ancora discussa e controversa come la teoria delle stringhe. Eppure è quello che è accaduto a Brian Greene, con L’universo elegante, il libro che il professore di matematica e fisica alla Columbia University ha pubblicato nel 1999.
A partire da quel grandioso successo editoriale, Greene ha tenuto conferenze e incontri pubblici dappertutto, affinando le sue già straordinarie doti naturali di divulgatore e arricchendo via via lo «spettacolo» con nuovi «effetti speciali». Al punto che dal suo lavoro di divulgazione sulla teoria delle stringhe è nato un lungo documentario che «Le Scienze» vi propone in due puntate.
L’universo elegante. Parte 1 – il DVD in edicola con il numero di questo mese – è la migliore introduzione «visuale» disponibile per una teoria visionaria, che sfida l’intuizione e l’immaginazione più di quanto già non facciano la relatività e la meccanica quantistica, le due grandi rivoluzioni del Novecento che proprio la teoria delle stringhe cerca di riconciliare. Grazie alla capacità di Greene di rendere comprensibile una delle materie più ostiche mai elaborate dal pensiero umano, e al supporto di immagini che illustrano con ammirevole semplicità l’intricato universo popolato dalle stringhe, si riescono a intuire le profonde conseguenze della più ambiziosa teoria fisica mai elaborata.
Già, perché secondo Greene e molti altri teorici di livello mondiale la teoria delle stringhe potrebbe portare a compimento «il sogno di Einstein» – è questo il titolo della parte introduttiva del DVD – di unificare tutte le forze conosciute della fisica in un’unica descrizione.
Di qui parte il viaggio che dalla relatività generale e dalla meccanica quantistica ci porta a indagare quei misteriosi, minuscoli filamenti di energia che, vibrando in modi diversi, darebbero forma a ogni particella dell’universo che conosciamo, producendo l’armonia della grande sinfonia cosmica. Greene spinge poi la speculazione della teoria alle sue estreme conseguenze, dalle undici dimensioni di cui sarebbe composto lo spazio-tempo fino all’esistenza di universi paralleli, in un crescendo narrativo che ci porta a esplorare la migliore candidata a diventare «la teoria del tutto».
– il 42° volume della collana “Biblioteca delle Scienze”, il libro “La fine del tutto – Dai singoli individui all’intero universo” di Chris Impey, un volume inedito in Italia che racconta il destino di tutte le cose, dai singoli individui all’intero universo, visto dalla scienza.
Anche se cerchiamo di non pensarci, tutti noi abbiamo coscienza del nostro essere mortali. Ma pochi sanno ciò che la scienza, con il contributo delle più recenti ricerche, ha da dire a proposito della morte e del destino ultimo di tutte le cose, dalla scala microscopica a quella cosmica.
È per questo che Chris Impey ha deciso di dedicare questo libro alla fine di tutta la baracca: i singoli individui, le specie, la biosfera, la Terra, il Sole, la Via Lattea, l’intero universo. Con una sana dose di humor, La fine di tutto fa luce su molte questioni, dall’ambiziosa idea umana di trascendere la vita biologica fino a sfidare la morte alla corsa agli armamenti evolutiva tra microrganismi e animali, fino all’inevitabile, lento spegnersi della luce del Sole e all’ultima increspatura dello spazio-tempo.
In realtà, con il pretesto di parlare della fine Impey ci schiude una finestra sui misteri e le sorprese del mondo naturale, raccontando i progressi della conoscenza scientifica nei settori più disparati, che ci stanno rivelando quale potrebbe essere il destino della vita sulla Terra, delle galassie e dei milioni di miliardi di stelle che popolano il cosmo. E, strada facendo, ci offre una rara visione di come sarebbe l’universo senza di noi. Tra aneddoti, riflessioni filosofiche e intuizioni psicologiche, un libro che è al tempo stesso un thriller scientifico e una sfida intellettuale.
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