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TV PAY – “Romanzo criminale 2”, da questa sera la nuova serie su Sky Cinema 1 18/11/2010

Posted by Antonio Genna in Cinema e TV, Comunicati, TV ITA.
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Da questa sera, ogni giovedì alle ore 21.00 Sky Cinema 1 (anche in HD) propone in prima visione italiana un doppio episodio della serie “Romanzo criminale 2″, una produzione Cattleya e Sky Cinema tratta dall’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo (edito da Einaudi) già approdato sul grande schermo con un film diretto da Michele Placido, e della quale è anche disponibile da pochi giorni un’applicazione gratuita per iPhone.
A seguire, un ampio corredo di informazioni su trame e personaggi dei 10 nuovi episodi, che seguono direttamente alle vicende della prima stagione già disponibile in DVD.

Una produzione Cattleya e Sky Cinema
Tratta dall’omonimo romanzo di GIANCARLO DE CATALDO
Edito da Giulio Einaudi Editore S.p.A.

Dal 18 novembre tutti i giovedì alle 21.00 con doppio episodio
su Sky Cinema 1 e Sky Cinema 1 HD

Realtà e fantasia si fondono per dare vita ad un prodotto televisivo originale e avvincenteROMANZO CRIMINALE  – LA SERIE

Conquistare Roma, costruire un impero criminale in una città che non vuole più imperatori, diventare ricchi e potenti e non prendere ordini da nessuno. Romanzo Criminale è la storia di un progetto folle, sanguinario, megalomane. Quello di un gruppo di giovani criminali, ambiziosi e pronti a tutto, spietati ma anche ingenui. Della loro ascesa e della fine ingloriosa che attende chi si illude che si possa vivere al di fuori di ogni legge.

Romanzo Criminale è anche un affresco di oltre un decennio di storia italiana: anni difficili, caratterizzati dalle grandi tensioni degli anni di piombo e dai grandi cambiamenti sociali. I movimenti studenteschi, il terrorismo, le stragi, gli attentati, i sequestri, gli intrecci oscuri della politica, fino ai segreti delle logge massoniche.

Anni che fanno da sfondo e che si intrecciano indissolubilmente con le vicende dei nostri protagonisti. Una combinazione di realtà e fantasia, dove il racconto storico si fonde in modo avvincente al romanzo epico, i crudi avvenimenti degli anni ’70 e ’80 trasfigurati dall’epopea di un gruppo di antieroi maledetti, che saranno travolti dal loro stesso sogno.

Romanzo Criminale è la loro storia, nata nel libro culto di Giancarlo De Cataldo e raccontata nella appassionante serie TV diretta da Stefano Sollima, prodotta da Sky Cinema e Cattleya. Un’epopea che ha dato un volto credibile e autentico a personaggi indimenticabili come il Freddo, il Dandi, il Libanese, Patrizia e il commissario Scialoja: una galleria di piccoli e grandi uomini entrati a far parte della memoria del pubblico.

I 12 episodi della prima stagione hanno catapultato il pubblico negli anni ’70 e nel mondo spregiudicato, affascinante, drammatico degli esordi e dell’ascesa della banda: due piccole “batterie” di quartiere si uniscono, un leader ambizioso e carismatico intuisce che c’è spazio per crescere, con la strategia giusta e stringendo alleanze ‘importanti’. In poco tempo nasce un piccolo impero del crimine, che conquista Roma e non teme rivali.

L’ascesa sembra inarrestabile e né i nemici, né la polizia sembrano avere i mezzi per fermare l’egemonia di Libano, Freddo e Dandi. All’apice del successo, all’interno della banda esplodono, però, contrasti e rivalità. Qualcuno è già pronto a cambiar vita, qualcun altro non si accontenta e punta ancora più in alto. Le manie di grandezza espongono ai pericoli. E ai nemici. L’alleanza si sgretola e per la banda inizia un inesorabile declino, che porta alla tragica uccisione del Libanese.

I 10 nuovi episodi, in onda dal 18 novembre 2010 ogni giovedì alle 21.00 (Sky Cinema 1 e Sky Cinema 1 HD) concludono – nel decennio successivo – il racconto: è l’ora dell’epilogo, della fine della gloria e del potere. L’ora dei tradimenti, dei conti regolati con la violenza, dell’annientamento reciproco di chi non ha alcuna etica, neanche nel male. “Vi scannerete come cani” erano state le profetiche parole di qualcuno che aveva già voltato le spalle alla banda al termine della prima stagione.

La serie ha conquistato pubblico e critica. E il mercato internazionale

UN SUCCESSO IN 10 LINGUE

“Un’altra fiction è possibile”; “Uno degli esiti più riusciti della fiction italiana”; “Un prodotto televisivo italiano di cui andar fieri, come della Ferrari e del Barolo”; “Un gioiello, una piccola rivoluzione nella nostra televisione e nel linguaggio. Girata benissimo, scritta benissimo”: sono solo alcuni dei commenti che la stampa italiana ha dedicato a Romanzo Criminale. Un riscontro molto positivo confermato anche dalla stampa estera.

Caso raro per una produzione interamente italiana, infatti, la serie ha avuto un’ottima distribuzione internazionale ed è stata venduta in 14 paesi tra cui Spagna, Canada e Paesi Bassi, in America Latina e nei Paesi Scandinavi, trovando spazio sia in televisione che nel mercato dell’Home Video. I diritti sono stati venduti anche per i 53 paesi francofoni dei vari continenti. In Francia è stata trasmessa da Canal + ed ha riscosso un successo di pubblico senza precedenti per una lunga serie italiana. La critica francese ha accolto l’evento affermando: “Sono pochissime le serie televisive europee belle e meritevoli di essere segnalate, Romanzo Criminale è una di queste”; “La serie dell’estate francese è italiana! Gli attori hanno tutti delle facce incredibili al punto che se Sergio Leone li avesse scritturati per un suo western nessuno avrebbe avuto nulla da ridire”.

Il riscontro di pubblico in Italia è stato eccezionale ed ha generato un fandom solitamente riservato ai prodotti seriali cult americani. Le battute più celebri di Libanese, Freddo, Dandi & Co., ma anche modi di dire e frasi ispirate alla campagna di lancio della prima stagione, sono citate e copiate ovunque.

Sono circa 5 milioni le visualizzazioni di video dedicati alla Serie e ai suoi protagonisti postati su YouTube; 150 fanpage e gruppi dedicati alla serie su Facebook, con decine di migliaia di iscritti. Una vera e propria romanzo-mania.

I DVD della prima stagione sono tra i prodotti Home Video più venduti nel 2010 e il cofanetto di Romanzo Criminale – La Serie è tra i primi 3 in classifica per quanto riguarda il competitivo segmento di mercato delle serie TV, superando persino colossi come Lost e Dr. House.
I nuovi episodi

Il Libanese è morto. Il dolore travolge, ma la banda reagisce: si mettono da parte i vecchi rancori, i progetti personali, le dissolutezze cui il denaro a fiumi ha abituato. Niente è più importante di vendicarlo. O almeno, così sembra.

Scoprire chi ha ucciso Libano è l’unico obiettivo che ancora unisca la banda. Se il dolore per la perdita dell’amico fa sbiadire i conflitti, restano però le crepe, troppo profonde, e gli stati d’animo sono inconciliabili. Soprattutto quelli di Freddo, Dandi e Bufalo: il primo deve convivere con il rimorso per aver voltato le spalle al capo e a Roberta, la ragazza per la quale era pronto a cambiare vita; il secondo, senza più freni, si rivela sempre più ambizioso e spietato, non si fa scrupoli a sacrificare anche gli amici più stretti.

Il Bufalo, come una scheggia impazzita, vive solo per vendicare il Libanese, a qualunque costo. Ma la mancanza di un leader si fa sentire per tutti: la diffidenza è il sentimento che prevale, la banda ha perso il timone ed è come un aereo in caduta libera, pronto allo schianto.

Per identificare gli autori dell’agguato a Libano la banda lascia dietro di sé una scia di esecuzioni e regolamenti di conti che non passa inosservata. Scialoja la segue e sente avvicinarsi il momento in cui finalmente riuscirà a consegnarli tutti alla giustizia. I nemici, vecchi e nuovi, cercano di ricucire o costruire nuove alleanze. I poteri forti, che osservano e manovrano da fuori, non gradiscono la troppa attenzione che la spirale di violenza attira sulla banda.

Scialoja si è fatto più furbo e spregiudicato. Usa ogni arma per trovare un varco e colpire al cuore l’organizzazione. Non solo con le indagini, ma anche attraverso i legami e gli affetti, vero punto debole del Freddo. E senza farsi scrupolo di riavvicinarsi a Patrizia, eterna spina nel fianco del Dandi.

Un ennesimo tradimento consegnerà la banda alla giustizia e verso l’epilogo finale. Qualcuno morirà e qualcuno volerà in un altro Paese. Qualcuno marcirà in prigione e qualcuno sfuggirà impunemente alle maglie della Legge. Ma alla fine, in questa storia spietata, sanguinaria e maledetta non ci sarà nessun vincitore, perché i Re di Roma – si sa – fanno tutti una brutta fine.
Una serie tv che è un vero film d’epoca

IL CRIMINE NON PAGA. LA QUALITA’ SÍ

Romanzo Criminale è una produzione televisiva di livello cinematografico. La seconda stagione, come la prima, è stata pensata e realizzata come un unico lungo film diviso in dieci episodi. Anche per questo Romanzo Criminale è una produzione pionieristica nel mondo della televisione italiana.

Le riprese della seconda serie, tutte girate in HD quasi esclusivamente con la macchina da presa “a spalla”, sono durate 20 settimane: un totale di 130.000 metri di pellicola per realizzare 3.200 inquadrature e 525 scene. La cura per i dettagli e per le ricostruzioni sono il marchio di fabbrica della serie, che è un vero film d’epoca: il fascino di Roma emerge appieno, facendo della Capitale una vera coprotagonista della storia, con i suoi quartieri storici, le sue periferie in espansione, il suo dialetto, i suoi personaggi pasoliniani. Ogni particolare del racconto è coerente con la narrazione, con il precipitare degli eventi e il momento storico.

Nella seconda stagione, la luce tersa che ha illuminato la città e accompagnato la vitalità della banda ai suoi esordi si incupisce con l’indurirsi dei personaggi. Come la fotografia, anche i costumi raccontano il passare del tempo: i colori, solari degli anni ‘70 lasciano il passo al look kitsch, carico e spregiudicato degli anni ’80.

Grande attenzione è stata dedicata anche alla ricostruzione scenografica per rendere con estrema fedeltà quegli anni: sono state utilizzate 300 armi da fuoco per far rivivere la violenza degli scontri tra criminali e Polizia e oltre 700 auto e moto d’epoca. 150 location in cui si sono mossi il cast principale, 200 attori, 60 controfigure e oltre 1.700 comparse hanno restituito l’autentica atmosfera di Roma.

Anche gli effetti speciali sono degni di una grande produzione cinematografica: una scena particolarmente complessa e di grande effetto in cui due stuntmen saltano in aria insieme ad una automobile è talmente spettacolare che è stata proposta per il premio Best Action in a Foreign Film al Taurus World Stunt Awards.
Dal cupo terrorismo ai bagliori delle paillettes. Il lusso è il vero protagonista

GLI SFACCIATI ANNI ‘80

Tre colpi al petto e l’ultimo in fronte. Così, con la morte del Libanese, l’eco dell’automatica che ancora rimbalza sui palazzoni della Magliana, ci tuffiamo negli anni ’80. Alle spalle ci lasciamo i cupi anni del terrorismo e dello scontro sociale, della paura e dell’immobilismo. L’Italia ha voglia di voltare pagina, vuole tornare a ballare e a divertirsi. Il Paese corre a grandi passi verso il laicismo, la modernità, la ricchezza.

Cambiano i colori, accesi e luccicanti, come nelle trasmissioni delle neonate televisioni commerciali. A Roma, la gente ricomincia ad uscire la sera, a frequentare locali e bar affacciati sulle piazzette del centro storico, fino a notte tarda.

Questo è il nuovo contesto sociale ed economico in cui la banda conclude la sua parabola ed è il mondo che abbiamo ricreato. Architettonicamente la città è rimasta pressoché identica al decennio precedente, caotica e solare, solo un po’ più dinamica e trafficata, meno utilitarie e più automobili di lusso.

L’abbigliamento, invece, e il look innovativo, sono forse il vero segno distintivo degli anni ’80: spalle larghe, pantaloni stretti a vita altissima, colori accesi, paillettes e capelli corti, anche per le donne. Un look decisamente più aggressivo e consapevole. Ed è proprio Donatella, rampante spacciatrice di provincia, ad incarnare questo nuovo modello femminile, intraprendente, più mascolina e aggressiva in pieno contrasto con la ormai borghese Patrizia, classica e griffatissima.

Le case dei componenti della banda hanno perso qualsiasi connotazione popolare e piccolo borghese, adesso i nostri abitano in ville che trasudano ricchezza e ostentazione. Vestono abiti firmati e guidano fuoriserie, ma sono impigriti, imbolsiti, l’antica furia ormai annegata nel lusso.

Il fiume di soldi però sembra aver bagnato solo alcuni, la “stecca rimane para”, ma l’acume per gli investimenti evidentemente no. Alcuni diventano ricchi, altri ricchissimi, come il Dandi, il primo ad annusare il cambiamento, l’era dei soldi facili, della finanza spregiudicata, altri ancora si scoprono poveri tra ricchi, rimangono indietro, invidiosi e sospettosi. I soldi, motivo di aggregazione e un tempo collante del gruppo, diventano così terreno di scontro e motivo di frattura.

Il lusso diventa quindi il nuovo, vero, protagonista visivo di questa seconda stagione: gli ambienti sontuosi, i ricercati costumi di scena, le automobili appariscenti, persino i cibi raffinati, ci raccontano un benessere sfavillante da difendere ad ogni costo, anche col sangue degli amici.

Stefano Sollima
I PERSONAGGI

Il Freddo – VINICIO MARCHIONI

Taciturno e distaccato, cerca un posto nel mondo, combattuto tra una vita normale e il suo essere criminale

Anche lui, come il Libanese, vuole conquistare Roma ma per ragioni diverse. Ribelle e romantico, il Freddo crede nella lealtà e cerca la libertà. Libertà dai ruoli, dagli schemi, dai compromessi.

Per lui, fare il criminale non significa accumulare soldi, ma rompere con una società in cui non si riconosce. Per questo, non è disposto a scendere a patti con nessuno. Le cose sono bianche o nere, il grigio è un colore che non gli si addice.

Grazie all’incontro con Roberta, una brava ragazza che cerca di redimerlo, medita di cambiare vita. Ma, dentro di lui, la violenza, la prevaricazione, la voglia di dominio hanno la meglio sul resto. E per vendicare il Libanese, Freddo torna sui suoi passi e prosegue il suo cammino sulla strada del crimine. E alla fine per difendere i valori in cui crede, Freddo arriva a un gesto estremo: uccidere un membro della banda.

Il Dandi – ALESSANDRO ROJA

Simpatico, furbo e privo di scrupoli. Ha un unico punto debole, l’amore per una prostituta

Divorato dall’ansia di riscattare le sue umili origini, il Dandi coltiva in silenzio il sogno di diventare un capo. Non ha la lucidità del Libanese, né la generosità del Freddo, ma è scaltro abbastanza da prendere il meglio da chi lo circonda ed usarlo per intessere una fitta trama di alleanze. Il sorriso sfrontato nasconde una natura subdola, e l’incapacità di credere ad altro se non al suo tornaconto.

Anche l’astuto Dandi, però, ha un punto debole: l’ossessione per Patrizia. Un amore che non riesce a comprare nemmeno con i soldi. Morto il Libanese, Dandi abbraccia il suo lato più oscuro e decide di guardare più ai propri interessi che a quelli dei suoi ex amici. Alla fine Dandi è un narciso, pronto a vendere la propria anima a chi gli sventola sotto al naso la possibilità di diventare il nuovo re di Roma.

Bufalo – ANDREA SARTORETTI

Folle, imprevedibile. È il braccio destro del Libanese, il suo compagno più fidato

Se viene chiamato così, un motivo dovrà pur esserci. Bufalo è un animale infuriato che si scaglia a corna basse contro qualsiasi ostacolo, a costo di sfasciarsi la testa. Per lui il Libanese è tutto. Ogni sua parola è un ordine e ogni suo ordine è legge. Chiunque si metta sulla strada del suo capo è carne da macello. Bufalo venera il Libanese, abbraccia il suo sogno e farebbe qualunque cosa per assecondarlo.

La vena di follia che gli scorre dentro, l’esigenza patologica di fare del male ed usare la violenza, lo rende assolutamente imponderabile e micidiale. E se all’inizio il suo obiettivo è assecondare ogni ordine del capo, quando il Libanese muore, Bufalo si trasforma in una macchina per uccidere, votata solo alla vendetta. Al di fuori di ogni regola, di ogni affetto, e di ogni controllo.

Patrizia – DANIELA VIRGILIO

Bellissima, cinica e puttana. È contesa dal Dandi e dal commissario Scialoja

Patrizia è il nome d’arte della prostituta più bella di Roma. Fredda, tormentata e ammaliante, non permette a nessuno dei suoi clienti di entrare nella sua sfera privata. Neanche al Dandi, che pure vorrebbe fare di lei la sua donna. Patrizia, cinicamente, userà l’amore del Dandi per rafforzare la sua indipendenza. Solo Scialoja riuscirà a rompere la sua corazza e a mettere a nudo le sue fragilità. Ma l’indecisione del commissario e la sua deriva cinica la allontaneranno definitivamente da lui.

Scialoja – MARCO BOCCI

Poliziotto grintoso e intraprendente, ha due ossessioni: inchiodare la Banda e conquistare la donna del Dandi

Scialoja è un commissario giovane e idealista. È ambizioso e il suo sogno è entrare nell’Antiterrorismo. Grazie al suo fiuto investigativo, è l’unico ad intuire fin dall’inizio le potenzialità della Banda. Per riuscire a sgominarla non esita a fare leva su Patrizia, con cui inizia una relazione tormentata e passionale che farà emergere il lato oscuro del suo carattere.

La morte del Libanese gli dà l’occasione di mettere la Banda sotto scacco. Da tutore della legge tout court, Scialoja inizia a sferrare anche colpi bassi per fermarla. E nel farlo decide di non guardare in faccia nessuno, compresa la stessa Patrizia. Ma più si avvicina all’obiettivo, più il cuore della donna gli si allontana.

Scrocchiazeppi – riccardo de filippis

Sfaticato, impacciato… e sposato: l’impiegato del crimine

Quando c’è da battere la fiacca Scrocchiazeppi è in prima fila. Lui è tutto tranne che un criminale spietato. Se c’è un modo semplice di aggirare un problema, Scrocchia è il primo a farlo, anche se si tratta di fare piccoli affari in proprio e di nascosto. In fin dei conti cerca solo di tirare avanti e di accontentare tutte le richieste di sua moglie Angelina e della sua famiglia.

Dopo il Libanese, infatti, la persona che Scrocchiazeppi teme di più è suo suocero, alto come un armadio e pesante come un elefante. Il suo miglior amico, invece, è il suo compagno di banda Fierolocchio con cui stringe da subito un rapporto di amicizia, fatta di soldi sperperati in gioco, donne e cocaina.

Fierolocchio – MAURO MECONI

Una sola fissa: le donne. Un solo credo: il sesso

Fierolocchio deve il suo nome ad un occhio malandato che chissà per quale motivo ha deciso di abbassare la saracinesca, per sempre. Pur avendo un solo occhio buono, però, Fiero ha la vista lunga, soprattutto se si tratta delle forme di una donna.

Le femmine sono il suo pensiero fisso. Gli piacciono di ogni tipo, età e nazionalità, soprattutto se sono a pagamento. Cercate una prostituta? Fierolocchio ha la mappatura completa di tutta Roma. E quando si sposta per lavoro, la prima preoccupazione è informarsi sull’ubicazione del bordello più vicino. Il suo amico più fidato è Scrocchiazeppi. Dopo Bufalo, è sicuramente il membro più fidato della banda.

Sergio e Ruggero Buffoni – LORENZO RENZI  E EDOARDO PESCE

Eccessivi, spacconi, pasticcioni e inseparabili. Se qualcosa va storto, è perché ci sono loro

Non sono gemelli ma è come se lo fossero. Ruggero e Sergio sono la quintessenza della spacconaggine e della boria romana. Menefreghisti, superficiali, fanno troppo spesso di testa loro, finendo per cacciare loro stessi o peggio ancora tutta la banda in qualche guaio.

Ruggero e Sergio amano sfoggiare la propria ricchezza, sperperare denaro in alcool, droghe e donne. Proprio per questo sono avidi in modo inverosimile, pronti a tutto per un gruzzolo di soldi. Anche a tradire e vendere gli amici.

Nero – JESUS EMILIANO COLTORTI

Distaccato e letale. Un killer neofascista senz’anima, un moderno samurai votato alla morte

Se c’è da fare un’esecuzione a sangue freddo, lui è l’uomo giusto. Nero è un enigma per tutti. Un ragazzo di buona famiglia che potrebbe avere tutto e che invece preferisce tirare il grilletto e farsi pagare. Nero odia il mondo borghese e perbenista da cui viene. Legge Evola ed è un neofascista convinto, ma è più vicino alla filosofia dei samurai giapponesi che non alle camicie nere italiane.

Morire in azione è il massimo cui aspira. Una filosofia quasi incomprensibile nel suo estremismo. Il rifiuto del mondo che lo circonda è l’elemento che più lo accomuna al Freddo, con cui stringe uno strano rapporto di amicizia, e con il quale condivide il disprezzo per ogni regola.

Roberta – alessandra mastronardi

Una brava ragazza attratta da un criminale. Una miscela pericolosa

Roberta è la classica brava ragazza. Studia e lavora per mantenersi gli studi. Non fa mai tardi e non dà un pensiero alla famiglia. Sogna di incontrare il principe azzurro con cui vivere la sua favola incantata. Purtroppo s’innamora dell’uomo sbagliato, Freddo, che per paura di perderla, le nasconde la sua vera natura.

Scoperta la verità, Roberta vorrebbe tagliare per sempre. Ma quando Freddo le promette di lasciare il mondo del crimine, Roberta decide di dargli una seconda chance. La morte del Libanese, però, fa crollare definitivamente il loro sogno d’amore. Quando Freddo decide di rimanere a Roma per vendicare l’amico, Roberta dovrà decidere se lasciarlo o sprofondare nel crimine.

Donatella – GIOVANNA DI RAUSO

Impenetrabile e ammaliatrice. Mira in alto e colpisce il bersaglio

Determinata, spietata, magnetica e decisa, Donatella sa cosa vuole e sa come ottenerlo. Freddo la prende dalla strada, ne intravede il talento e decide di integrarla nel gruppo.

Da piccola spacciatrice di Latina, Donatella riesce a imporsi come elemento chiave della banda. Questo la mette in rotta di collisione con gli altri membri. Ma la donna ha il pelo sullo stomaco e li sa tenere a bada, sempre dritta per la sua strada.

Per arrivare dove vuole, è disposta a vendere l’anima al diavolo, perché Donatella non ama nessuno se non sè stessa. E anche per lei la violenza e il tradimento non sono che mezzi per arrivare in cima.

E’ una necessità. E i cattivi pagano sempre e tutti un prezzo molto alto

CONTINUARE A RACCONTARE IL MALE

Si può raccontare il Male? È eticamente accettabile inscenare le imprese di eroi negativi? Non c’è il pericolo di un’identificazione dannosa per la società?

Da quando è iniziata l’avventura di Romanzo Criminale, queste sono le domande che più di frequente mi vengono rivolte. C’è un modo complesso per affrontare il tema. Si basa sull’accettazione di un presupposto comune: il Male preesiste alle sue rappresentazioni. Il Male fa parte della natura umana. Il Male determina una serie di comportamenti e di condotte che costringono continuamente anche le esistenze più ordinarie a misurarsi con la sua potenza. E che, in certi casi, (pensate ai genocidi, ai grandi dittatori, all’11 Settembre) rimettono in discussione il concetto stesso di Uomo.

Non è un caso che intorno alla presenza del Male – e ai modi più efficaci per limitarne l’influenza su noi tutti – s’interroghino, da millenni, le grandi religioni. Se si accetta questo presupposto, si dovranno trarne alcune conclusioni obbligate. Nessun artista, scultore, scrittore, regista o musicista che sia, crea il Male con le sue opere. Così come nessuna rappresentazione del Bene determina automaticamente un miglioramento, individuale o complessivo, nel lettore o nello spettatore: se così fosse, l’Italia, dove le fiction a base di santi abbondano, sarebbe il Paese più pio del mondo. Cosa che, personalmente, non mi pare vera.

Milioni di artisti, grandi e meno grandi, di successo o sconosciuti, dagli anonimi estensori della Bibbia agli artigiani di Hollywood, nel corso del tempo, si sono misurati con il tema del Male.

Pretendere di limitare, o di cancellare, il racconto intorno al Male significherebbe amputare la storia millenaria della cultura occidentale (e non solo) di alcuni riconosciuti capisaldi. Dovremmo fare a meno dei grandi poemi omerici, di Sofocle, dei testi sacri, del Mahãbhãrata, di almeno un terzo della Divina Commedia, di una buona metà di Chaucer, Boccaccio, Le mille e una notte, Shakespeare, Dickens, Balzac, Dostojevskji, i fratelli Grimm (compresi il lupo di Cappuccetto Rosso, la sorellina omicida del Ginepro, il papà e la mamma di Hansel e Gretel e annessa strega). E poi dovremmo dimenticarci di Thomas Mann, Joyce, Picasso, e, per venire a cose più recenti, del Dr. House, di Mad Men, Dexter e dei tanti nipotini di Dracula dei quali si nutrono i nostri ragazzi. Per non parlare di quei capolavori disneyani in cui cuccioli di cerbiatti e giovani leoni assistono alla morte dei genitori. E via dicendo.

Raccontare il Male, insomma, è una necessità: è, se non altro, uno dei sistemi più antichi elaborato dall’uomo per fare i conti con sé stesso. Non so quanti se ne siano accorti, ma alla fine in Romanzo Criminale i cattivi pagano tutti un prezzo elevatissimo alla loro scelta di vita. Tutti morti, e gli altri in galera.

Possiamo affermare con la stessa sicurezza che ciò accade nella vita reale? Ma esiste, comunque, un modo più sintetico per dire tutto questo. Si può raccontare il Male? Sì. È eticamente accettabile inscenare le imprese di eroi negativi? Sì. Non c’è un pericolo d’identificazione dannosa per la società? No. Anche l’idiozia preesiste alla sua rappresentazione.

Giancarlo De Cataldo

CREDITS

Una produzione Cattleya e Sky Cinema

Tratta dall’omonimo romanzo di GIANCARLO DE CATALDO – Edito da Giulio Einaudi Editore S.p.A.

Soggetto di serie di

GIANCARLO DE CATALDO

DANIELE CESARANO

BARBARA PETRONIO

LEONARDO VALENTI

Soggetto di

DANIELE CESARANO

BARBARA PETRONIO

LEONARDO VALENTI

Sceneggiatura di

DANIELE CESARANO

PAOLO MARCHESINI

BARBARA PETRONIO

LEONARDO VALENTI

Editing di GIANCARLO DE CATALDO

Produttore Esecutivo MATTEO DE LAURENTIIS

Produttore Delegato GINA GARDINI

Prodotto da RICCARDO TOZZI, GIOVANNI STABILINI, MARCO CHIMENZ

Regia di STEFANO SOLLIMA

Organizzatore generale SANDRA BONACCHI

Fotografia PAOLO CARNERA

Montaggio PATRIZIO MARONE

Collaborazione al montaggio ANDREA PROSPERI

Musiche PASQUALE CATALANO

Suono MARICETTA LOMBARDO

Scenografia PAOLA COMENCINI

Costumi NICOLETTA TARANTA

Casting LAURA MUCCINO e GABRIELLA GIANNATTASIO

Cast principale

Vinicio Marchioni – Freddo

Alessandro Roja – Dandi

Marco Bocci – Commissario Scialoja

Daniela Virgilio – Patrizia

Andrea Sartoretti – Bufalo

Riccardo De Filippis – Scrocchiazeppi

Mauro Meconi – Fierolocchio

Edoardo Pesce – Ruggero Buffoni

Lorenzo Renzi – Sergio Buffoni

GIORGIO CAPUTO – Ricotta

ORLANDO CINQUE – Trentadenari

ROBERTO INFASCELLI – Sorcio

Giovanna drauss Di Rauso – Donatella

MAX MALATESTA – Sigma

JESUS EMILIANO COLTORTI – Nero

FAUSTO MARIA SCIARAPPA – Zeta

CLAUDIO SPADARO – Pigreco

FAUSTO PARAVIDINO – Ranocchia

ALESSANDRO MARVERTI – Gigio

DANILO NIGRELLI – Borgia

DARIO D’AMBROSI – Canton

EDOARDO LEO – Nembo Kid

FABIO CAMILLI – Vasta

e con MASSIMO de FRANCOVICH – Il Vecchio

e con la partecipazione di Alessandra Mastronardi – Roberta

IVANO DE MATTEO – Puma

Antonella Attili – Maria (madre Libanese)

Adriano Chiaramida – zio Carlo

Duccio Camerini – Professore

e la partecipazione di Marco Giallini – Terribile

e con Francesco Montanari – Libanese

LA PRODUZIONE

CATTLEYA

Fondata nel 1997 da Riccardo Tozzi a cui si affiancano nel 1999 Giovanni Stabilini e Marco Chimenz – si dedica fin dai suoi esordi alla produzione cinematografica di qualità. Nel 2000, con l’ingresso nel capitale del Gruppo De Agostini e di Imi Capital, si avvia un ambizioso piano di espansione. Nel 2003 nasce il settore tv, gestito da Maurizio Tini. Nel 2005 Gina Gardini, dopo 15 anni trascorsi alla Miramax, entra nella società in qualità di produttrice delegata. Nel 2008 Francesca Longardi, fin dal 1999 responsabile dello sviluppo e produttrice di numerosi film Cattleya, diventa socia.

Cattleya produce più di 50 film e ottiene numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali la nomination all’Oscar per il film La bestia nel cuore di Cristina Comencini nel 2006. Tra di essi: Io non ho paura del premio Oscar Gabriele Salvatores, Non ti muovere con Sergio Castellitto e Penelope Cruz, Tre metri sopra il cielo di Luca Lucini, il film cult Romanzo Criminale di Michele Placido, Caterina va in città di Paolo Virzì, Parlami d’amore, film d’esordio di Silvio Muccino, il record di incassi Ho voglia di te di Luis Prieto e Mio fratello è figlio unico di Daniele Luchetti, al Festival di Cannes 2007 nella sezione Un Certain Regard e vincitore di 5 David di Donatello.

Gli ottimi risultati raggiunti si concretizzano nel gennaio 2009 con l’ingresso nel capitale della major americana Universal che acquisisce una quota minoritaria di Cattleya e stipula con essa un accordo di coproduzione e distribuzione di film. Sempre nel 2009 nasce la Think|Cattleya, società di produzione pubblicitaria, che si inserisce nel percorso di ampliamento e diversificazione produttiva della società.

Il 2010 è un altro anno di successi: Elio Germano ottiene il premio come migliore attore protagonista al Festival di Cannes per La nostra vita di Daniele Luchetti e Benvenuti al Sud di Luca Miniero incassa oltre 13 milioni nelle prime due settimane in sala, destinato a diventare uno dei maggiori incassi dell’anno.

Cattleya produce in media 5-6 film e 2 serie televisive l’anno con l’obiettivo di coniugare un alto standard di qualità con le esigenze del grande pubblico.

SKY CINEMA

Sky trasmette il meglio del cinema nazionale e internazionale, dando inoltre un forte contributo allo sviluppo dell’industria cinematografica e incoraggiando da sempre le produzioni originali italiane, considerate un prezioso valore aggiunto nella propria offerta televisiva. Con le sue produzioni seriali, Sky Cinema ha esplorato nuove strade, rompendo con i tradizionali schemi narrativi e offrendo una libertà di espressione senza precedenti. Così sono nate le serie cult  Romanzo Criminale, Nel nome del male, Moana, Quo Vadis baby? e su questa strada molte altre fiction seguiranno. Inoltre, Sky Cinema conferma un ruolo di primo piano anche nell’acquisizione di prodotti seriali dagli elevati standard qualitativi.

SKY ITALIA

Sky Italia è la pay tv italiana controllata al 100% da News Corporation Limited. Nata nel 2003, è cresciuta rapidamente sino a raggiungere 4.800.000 abbonati a settembre 2010 e offre attualmente più di 190 canali tematici e pay per view, di cui 36 in Alta Definizione, con una ricca offerta di cinema, sport, news, intrattenimento e programmi per bambini. Sky è inoltre in prima linea nella produzione di nuova fiction italiana e, anche grazie alle migliaia di ore di programmi originali prodotti ogni anno, è diventata la prima industria italiana dell’intrattenimento. La programmazione di Sky è ricevibile via satellite e via IPTV, attraverso le reti in banda larga di Fastweb, Alice Home TV di Telecom Italia, Infostrada TV di Wind. Sky diffonde inoltre canali appositamente studiati su sistemi di tv mobile, insieme a Vodafone, H3G, Tim e Wind.

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