Cinema futuro (1.219): “Dylan Dog – Il film” 15/03/2011
Posted by Antonio Genna in Cinema e TV, Cinema futuro, Video e trailer.trackback
“Dylan Dog”
Uscita in Italia: mercoledì 16 marzo 2011 (in anteprima mondiale)
Distribuzione: Moviemax
Titolo originale: “Dylan Dog: Dead of Night”
Genere: horror / thriller
Regia: Kevin Munroe
Sceneggiatura: Thomas Dean Donnelly e Joshua Oppenheimer (basato sul fumetto ideato da Tiziano Sclavi)
Musiche: Klaus Badelt
Durata: 108 minuti
Uscita negli Stati Uniti: 29 aprile 2011
Sito web ufficiale (USA): cliccate qui
Sito web ufficiale (Italia): cliccate qui
Cast: Brandon Routh, Sam Huntington, Anita Briem, Taye Diggs, Peter Stormare, Brian Steele, Kurt Angle, Randal Reeder, Marco St. John, James Hébert, Courtney J. Clark, Ashlynn Ross, Ada Michelle Loridans, Kimberly Whalen
La trama in breve…
Finalmente arrivano sul grande schermo le avventure di Dylan Dog, l’investigatore del soprannaturale creato da Tiziano Sclavi nel 1986 e diventato il secondo fumetto più venduto in Italia dopo Topolino.
Brandon Routh (Superman Returns) è un Dylan Dog scanzonato e impavido che, stufo di zombie e vampiri, ha scelto di andare in pensione anticipatamente. Ma il lavoro del detective del mistero non è davvero mai finito e sarà costretto a tornare in azione per decifrare le iscrizioni ritrovate su un antico manufatto che ha il potere di annientare l’umanità.
Note di Produzione
La temporanea tregua dichiarata tra gli eserciti dei Non Morti sta per cessare e New Orleans diventerà un campo di battaglia, a meno che un uomo non riuscirà a risolvere un mistero, a preservare la pace e a rimanere vivo…
Cosa succede quando si mischiano due parti di UNDERWORLD, una parte di ZOMBIELAND e al tutto si aggiunge una spruzzatina di CHINATOWN? Si ottiene un horror/commedia/thriller originale e bizzarro tratto dalla graphic novel italiana di maggior successo di tutti i tempi: DYLAN DOG.
Brandon Routh interpreta Dylan, il cinico detective che fugge dal mondo dei vampiri, degli zombie e dei lupi mannari dopo aver perso il suo unico vero amore.
La nostra storia ha inizio quando una misteriosa donna, di nome Elizabeth, (Anita Briem) lo assume per risolvere l’orribile omicidio di suo padre. Quando Dylan trova dei peli di lupo mannaro sulla scena del crimine capisce immediatamente di avere nuovamente a che fare con qualcosa di sovrannaturale. In un primo momento, Dylan cerca di rifiutare il caso ma quando il suo migliore amico Marcus (Sam Huntington) viene ucciso e torna sotto forma di zombie il nostro eroe si trova costretto ad agire.
Per cercare delle risposte alle sue domande, Dylan si rivolge ad un suo vecchio amico e nemesi. Gabriel (Peter Stormare), leader dei Lupi Mannari, mostra ancora rispetto nei confronti di Dylan, però lo invita a “rimanere da parte”. Vargas, il leader del clan dei Vampiri (Taye Diggs), è ancor meno felice di rivedere Dylan e glielo dimostra inviandogli una gang di teppisti assetati di sangue per toglierlo di mezzo prima che quest’ultimo riesca a sventare il piano messo in atto da Vargas, il cui scopo è far sì che i Vampiri riescano ad assumere il dominio assoluto.
A questo punto, Dylan, Marcus ed Elizabeth si trovano a dover affrontare una corsa contro il tempo per trovare un oggetto antico che potrebbe sconvolgere l’equilibrio tra i due mondi (quello degli umani e quello dei non morti) e, nel senso letterale del termine, scatenare l’Inferno sulla Terra… e a New Orleans.
Hyde Park Entertainment, Platinum Studios, Inc. e Omni lab Media Group presentano Una Produzione Ashok Amritraj-Platinum Studios “Dylan Dog”. Diretto da Kevin Munroe ( “TMNT” del 2007) e interpretato da Brandon Routh (“Zack and Mimi Make a Porno”, “Superman Returns”), Sam Huntington (“Fanboys”, “Superman Returns”), Anita Briem (“Viaggio al Centro della Terra”), Peter Stormare (“Parnassus-L’Uomo che Voleva Ingannare il Diavolo”, “Premonition”, “Constantine”), Kurt Angle (TNA Wrestling) e Taye Diggs (“”Chicago”, “Rent”, “Days Wrath”, “Benvenuta in Paradiso” e la serie Tv “Private Practice”). La sceneggiatura è di Joshua Oppenheimer e Thomas Dean Donnelly (“Sahara” e il remake di “Conan il Barbaro”), ed è basata sull’amatissima serie di fumetti Italiana, Dylan Dog, creata nel 1986 da Tiziano Sclavi e pubblicata da Sergio Bonelli Editore.
“Dylan Dog” è un film prodotto da Ashok Amritraj (“Street Fighter: La Leggenda”, “Traitor” e “Premonition”), Scott Mitchell Rosenberg (“Cowboys and Aliens”) e Gilbert Adler (“Opreazione Valkiria”, “Constantine” e “Superman Returns”). I Produttori Esecutivi sono Christopher Mapp (“La Rapina Perfetta” e “W”), Matthew Street (“La Rapina Perfetta” e “W”), David Whealy (“La Rapina Perfetta” e “W”), Peter Graves (“Terminator Salvation”), Randy Greenberg, Kevin Munroe, Ervin Rustemagic (“Cowboys & Aliens”), Patrick Aiello (“Street Fighter: La Leggenda”), Lars Sylvest, Will French e Stephen Roberts.
Il Direttore della Fotografia è Geoff Hall, le scenografie sono di Raymond Pumilia, il design dei set è di Michelle Marchand, il montaggio è del montatore premio Oscar® Paul Hirsch, i costumi sono di Caroline Eselin. Produttore degli effetti visivi Darius Fisher, supervisore effetti visivi Olaf Wendt, supervisore effetti make-up Harvey Lowry e Martin Astles degli Studios tre volte vincitori dell’Oscar® DRAC Studios.
“Nessun battito? Nessun problema”: Dylan Dog, eroe del fumetto
Quando si arrivano a vendere 56 milioni di copie di un fumetto vuol dire che si è fatto centro, ed è proprio questo che è successo a DYLAN DOG. Creato da Tiziano Sclavi, DYLAN DOG è ambientato nella Londra dark e misteriosa dei nostri giorni. La serie di fumetti è apprezzata a tal punto in Italia e in altri paesi dell’Europa che la schiera dei suo appassionati cresce di giorno in giorno. DYLAN DOG è stato pubblicato per la prima volta in Italia nel 1986 da Sergio Bonelli Editore, e il suo successo non accenna a diminuire. La serie è pubblicata ininterrottamente da quasi 25 anni (questo anniversario verrà compiuto l’ottobre di quest’anno), in tutto il mondo non ci sono molti altri fumetti che vantano un numero simile di pubblicazioni.
Il mondo di DYLAN DOG è una complessa metafora della nostra stessa società ma con una svolta drammatica: i mostri vivono in segreto tra di noi. Vi siete mai chiesti se le persone accanto a voi facciano veramente parte del vostro mondo? Possono apparire QUASI simili a voi, e agire QUASI come voi, ma avete mai l’impressione che in loro ci sia qualcosa di strano? Eppure, non sapreste dire cosa sia. Fanno lavori notturni, lavorano nei magazzini: svolgono il tipo di attività che li mantiene all’ombra e lontano dalla luce del giorno. Sono le creature della notte che vivono e lavorano vicino a noi e che nella maggioranza dei casi ci lasciano in pace. Ma poi, ogni tanto, infrangono le loro leggi e quelle della società, e arrivano anche a uccidersi tra di loro, oltre che a uccidere incauti e sfortunati “civili”.
Dylan Dog è l’unico “Indagatore dell’Incubo” del mondo, sul suo biglietto da visita c’è scritto chiaramente “Nessun battito, nessun problema”. Ha la prodezza di Indiana Jones e le capacità intellettive di Ben Cates – Dylan arriva lì dove i vivi non oserebbero mai arrivare – è pronto ad affrontare amici e nemici allo stesso modo. Più cose apprende sui segreti dell’inferno e sulle mortali rivalità che vi nascono, più Dylan si convince che, come ogni persona normale, meno ha a che fare con il mondo dei non morti e la sua miriade di problemi, meglio è. Ma c’è sempre qualcuno o qualcosa che lo trascina indietro in quella realtà che tanto lo affascina, dentro al mondo oscuro dei non morti.
Le avventure di Dylan hanno sempre strizzato l’occhio ad elementi horror tradizionali, offrendo numerosi “tributi” a mostri classici (come Frankenstein, L’Uomo Lupo, Dracula, solo per citarne alcuni), ma in esse viene anche messa in discussione la condizione umana; spesso, infatti, Dylan viene calato in situazioni che puntano il dito contro il vero mostro: l’umanità.
Dall’Italia a New Orleans: il making of di DYLAN DOG – Il Film
L’ADATTAMENTO: GLI SCENEGGIATORI
Il fumetto di DYLAN DOG è estremamente celebre in Italia, mentre negli Stati Uniti non ha ancora acquisito molta popolarità. Pertanto, i filmmakers si sono trovati di fronte alla sfida di creare un film che potesse piacere ad un pubblico americano, rimanendo però fedeli ai fan Europei.
La missione ha avuto inizio nel 1998, con gli sceneggiatori Thomas Dean Donnelly e Joshua Oppenheimer, che da quel momento in poi hanno scritto numerose sceneggiature, tra cui quella di “Sahara” della Paramount e di “Conan il Barbaro”, il film di prossima uscita della LionsGate. DYLAN DOG è stato uno dei loro primo grandi incarichi come sceneggiatori. “Quando abbiamo analizzato la serie di fumetti, ci siamo resi conto di quanto incredibili e diverse fossero tutte le storie contenute in ogni singolo numero, nonostante la presenza di questo personaggio centrale che è Dylan, che è qualcosa a metà tra Sam Spade[1] e Mike Hammer[2], ma che vive in un mondo che non avevamo mai visto prima d’ora”, spiega Donnelly. “La cosa importante dell’universo di DYLAN DOG è il mondo che si cela sotto al nostro mondo e il fatto che ci siano attorno a noi, e tra di noi, delle persone che conducono una doppia vita”, prosegue Joshua Oppenheimer. “Noi amiamo questa serie di fumetti perché ci presenta un mondo unico e un mix di generi come solo il fumetto europeo sa fare”.
Nel corso degli undici anni che sono stati necessari per trasferire DYLAN DOG dalla pagina scritta al grande schermo, Donnelly e Oppenheimer hanno scritto una serie di stesure, tra cui quella ambientata a New Orleans, in Louisiana. “La Londra di Tiziano Sclavi è meravigliosa, è gotica e dark, è un posto dove può accadere qualsiasi cosa”, dice Donnelly. “E’ difficile trovare dei luoghi che assomiglino alla Londra di Sclavi”. Perciò, quando i produttori hanno deciso di spostare la produzione a New Orleans, Donnelly e Oppenheimer hanno dovuto modificare la sceneggiatura adattandola alla nuova location. “Non sono certo di chi abbia suggerito New Orleans, ma nel momento stesso in cui abbiamo sentito l’idea di New Orleans, abbiamo pensato che sarebbe stata perfetta”, dice Donnelly. “Se si vuole portare Dylan in America e lo si vuole collocare in un ambiente americano, non saprei pensare a un posto migliore di New Orleans”.
LA RICERCA DEL REGISTA
“La prima volta che ho sentito parlare di DYLAN DOG è stato mentre stavo sviluppando un altro incarico presso l’editore di un altro fumetto. A quel tempo, l’editore del fumetto aveva accesso ad una proprietà intitolata “Martin Mystere” e io stavo sviluppando il progetto per farne uno show televisivo che però poi non è stato realizzato”, racconta il regista Kevin Munroe, che precedentemente aveva diretto “TMNT” del 2007, il reboot di successo della franchise di “Tartarughe Ninja”. “Pensavo che DYLAN DOG fosse davvero favoloso, ma non potevo leggerlo perché non erano disponibili versioni in inglese del fumetto a quei tempi – poi, dieci anni dopo, ho ricevuto una telefonata da Platinum Studios e Hyde Park Entertainment in cui mi chiedevano se avessi mai sentito parlare di DYLAN DOG perché avevano una sceneggiatura che volevano che leggessi. Se cercate la prova dell’esistenza del karma nell’Universo, eccola qui”, afferma Munroe, che attualmente si sta occupando di dirigere un musical di animazione in CGI per George Lucas e la LucasFilm, il cui contenuto è tenuto segreto.
Proprio come al resto dei talent impegnati in questo progetto, a Munroe la sceneggiatura piaceva molto: “Arrivato a pagina 10 ero totalmente conquistato. Era veramente buona. Amo i film che mischiano stili e generi, e secondo me era proprio questa la cosa migliore del film. Era un fantastico film di azione, conteneva una dose di commedia e dei personaggi horror. Era un favoloso mix di tante cose, e a me piacciono molto film come GHOSTBUSTERS-CCHIAPPAFANTASMI, MEN IN BLACK e il meraviglioso GROSSO GUAIO A CHINATOWN, che mischiano generi diversi in questo modo. E questo film secondo me era perfetto, perché riusciva a reggere il confronto con altre pellicole tratte da fumetti”.
Nel corso delle sue ricerche per DYLAN DOG, Munroe ha letto i primi sei libri della serie che sono stati tradotti in inglese, e ha fatto delle ricerche su internet per acquisire familiarità con il mondo di DYLAN DOG e coi suo fan; ma la cosa che probabilmente ha aiutato maggiormente Munroe è stato parlare con il development executive di Platinum Studios e con il co-produttore di DYLAN DOG Gioy DeMarco. “Sentire Gioy parlare così appassionatamente del personaggio e delle storie con le quali è cresciuta in Italia: un tale entusiasmo e una conoscenza tanto approfondita sono imbattibili; è stata fonte di ispirazione per comprendere questo fumetto, ciò che mi ha motivato a fare un buon lavoro”.
Una delle maggiori scelte stilistiche è stata quella di usare i classici effetti speciali per il trucco dei mostri, senza ricorrere a dei personaggi creati in CGI. Munroe è stato molto contento del risultato: “Da un lato, si può dire che si tratta di due mondi completamente diversi, ma dall’altro lato credo siano molto più simili di quanto si possa pensare. Alla fine, devi cercare di riempire un’inquadratura con un’immagine che sia davvero coinvolgente, e devi tentare di raccontare una storia che sia bella. Non importa se si tratta di un film live action oppure di animazione, finché si ha una buona sceneggiatura. Perciò questo lato è abbastanza simile in entrambi i casi: è solo questione di riuscire a trovare la miglior storia disponibile sul mercato. Quello che amo dei film live action è il livello di collaborazione che si instaura. Non che nella CGI non ce ne sia, ma quello che credo sia fantastico dei film live action è che, rispetto alla CGI non hai bisogno di fare registrazioni con gli attori, e poi di portare la registrazione agli animatori i quali la traducono in movimento (il movimento della mascella, dei capelli e così via). Quello che mi piace molto è la collaborazione con gli attori – il faccia a faccia: quando prendono qualcosa e la fanno propria, trasformandola. Con la CGI non si verificano molti errori felici – tutto è pianificato, il modo in cui le cose devono muoversi, la velocità alla quale devono muoversi. Mentre nel live action si verificano molti errori felici – mi sembra molto più liberatorio. Mi piace molto”.
L’INIZIO DELLE RIPRESE: I PRODUTTORI
“Ho sempre pensato che Dylan fosse un personaggio davvero favoloso e sapevo che lui e il suo mondo sarebbero stati fantastici in un film”, afferma il produttore di DYLAN DOG, Scott Mitchell Rosenberg, che è anche Presidente e Amministratore Delegato di Platinum Studios, Inc., la società di entertainment che controlla i diritti della serie di fumetti di Dylan Dog, assieme al suo partner Sergio Bonelli Editore, l’editore italiano del fumetto. Rosenberg ha fondato la Malibu Comics negli anni ’80 ed ha pubblicato grandi successi come Ultraman e Youngblood prima di vendere la Malibu alla Marvel Comics negli anni ‘90. Tuttavia, prima della vendita, Rosenberg si è occupato di portare un fumetto sconosciuto, dal titolo MEN IN BLACK, sul grande schermo per la Sony Pictures. “Ogni maggiore studio di Hollywood aveva rifiutato MEN IN BLACK almeno due volte”, racconta Rosenberg. “Non riuscivano a capirlo”.
“DYLAN DOG” possiede molte delle qualità che mi piacevano di MEN IN BLACK – le caratteristiche tipiche della commedia e gli inaspettati colpi di scena che si trovano in ogni storia”, spiega Rosenberg. “L’odissea di DYLAN DOG per raggiungere il grande schermo è simile all’odissea vissuta da MEN IN BLACK: ci sono voluti dieci o undici anni per riuscire a portare entrambi i progetti sul grande schermo!” Rosenberg è anche il produttore del film di DreamWorks/Universal Pictures COWBOYS & ALIENS, che è tratto da una sua creazione dallo stesso titolo che è stata la graphic novel più richiesta del 2006. COWBOYS & ALIENS è stato girato nel New Mexico nell’estate del 2010 e sarà nelle sale di tutto il mondo a partire dal 29 luglio del 2011, la Universal Pictures si occuperà della release nel Nord America mentre Paramount Pictures si occuperà della release a livello internazionale. “Sembra strano, eppure anche l’odissea vissuta da “COWBOYS & ALIENS” è simile a quella di MEN IN BLACK e DYLAN DOG: anche per questo film, c’è voluto oltre un decennio per portarlo sul grande schermo; mi chiedo se Hollywood non stia tentando di dirmi qualcosa”, conclude in una risata Rosenberg.
Rosenberg non è l’unico a Hollywood emozionato rispetto all’idea di portare DYLAN DOG sul grande schermo. Ashok Amritraj, presidente e Amministratore Delegato di Hyde Park Entertainment, produce film da oltre 30 anni. I film di Amritraj vantano alcuni dei più grandi attori dell’industria nel loro cast ed hanno incassato oltre 1 miliardo di dollari in tutto il mondo.
Nonostante tutto il suo successo e la sua esperienza, Amritraj è emozionato quanto un fan adolescente per DYLAN DOG: “Amo i fumetti, sono cresciuto leggendoli perciò per me questa è una cosa molto emozionante. DLYAN DOG è un mondo meraviglioso. L’intero universo di personaggi, delle storie e ovviamente il personaggio di Dylan, semplicemente favoloso”.
Quando è arrivato il momento di iniziare la fase di produzione, il team si è rivolto al produttore Gilbert Adler, (produttore di SUPERMAN RETURNS, CONSTANTINE e OPERAZIONE VALKIRIA). Adler aveva anche un curriculum notevole nel campo dei film horror: NAVE FANTASMA-GHOST SHIP, I 13 SPETTRI e IL MISTERO DELLA CASA SULLA COLLINA, solo per citarne alcuni. L’ironia della cosa è che i fan pensavano che Adler stesse lavorando al progetto ancor prima che lui ne avesse mai sentito parlare. Ecco cosa ha detto Adler riguardo ad un’opportuna vacanza che fece alcuni anni fa a Lucca: “Il caso volle che in quel periodo c’era una convention sul fumetto in città. Mia moglie era seduta a due file di distanza da me, guardava dall’altra parte, e disse alla persona che le sedeva accanto “Oh, una convention sui fumetti, probabilmente conoscerà mio marito. Ha fatto SUPERMAN RETURNS”. E allora lui l’ha guardata e ha domandato “E’ Gilbert Adler?” E lei ha risposto “Si”. E lui ha chiesto “Dov’è?!” E lei ha risposto “è seduto proprio lì”. E allora lui mi ha chiesto “Se ha fatto SUPERMAN RETURNS, allora conosce Brandon Routh. Sta facendo il film di Dylan Dog”. E io ho detto “Cosa?” “Dylan Dog” “Non so cosa sia” e lui ha detto “E’ un fumetto, DYLAN DOG. E’ un fumetto molto importante in Italia, e lui sarà l’interprete. Ne sa qualcosa?” E io ho risposto che non ne sapevo niente. E’ una cosa abbastanza ironica, perché un anno e mezzo dopo quell’avvenimento, sono uno dei produttori del film”.
TROVARE UNA CRIPTA A NEW ORLEANS
I produttori hanno portato il mondo di DYLAN DOG fuori dall’ambientazione europea del fumetto e hanno conferito al film il sapore di New Orleans, utilizzando quel tocco europeo che è caratteristico delle strade secondarie della città, che hanno una lunga e leggendaria storia alle loro spalle rispetto al mondo dei morti viventi e del sovrannaturale. Ma cambiare le location e passare dall’ambientazione londinese a quella di New Orleans non era certo impresa facile. La produzione ha impiegato molto tempo nella ricerca delle location attorno a New Orleans, per far sì che questa città diventasse uno dei personaggi del film. La produzione ha utilizzato numerosi siti: lo storico Saenger Theatre (rimasto seriamente danneggiato durante l’Uragano Katrina), il Ninth Ward Wharf, Canal e Bourbon Street, il Garden District, i nuovi Louisiana Film Studios, il New Orleans Athletic Club, diversi cimiteri, la Latter Memorial Library e la vecchia Centrale Elettrica di Thalia Street.
LA PERFETTA STRANA COPPIA: BRANDON ROUTH E SAM HUNTINGTON
DYLAN DOG è un horror/thriller il cui protagonista è un eroe complesso, dark e pieno di difetti: praticamente l’esatto opposto di Superman. Eppure, nella sua performance Brandon Routh riesce a catturare tutta la personalità di Dylan Dog, e non solo i suoi capelli neri. Routh: “Ho avuto molto tempo per pensare a Dylan e a questo personaggio, e questo è stato molto bello. Dylan è un antieroe. Non vuole essere necessariamente l’eroe, ma lo è perché nel profondo di sé, nonostante il suo sarcasmo, il suo humour asciutto e la sua attitudine negativa, nasconde una grande passione per il mondo dei viventi e per il mondo dei morti. Credo che la cosa emozionante di Dylan sia il fatto che riusciamo a vedere questi suoi due lati. Quando è sotto pressione o si trova in una situazione difficile mette su la sua faccia tosta, un po’ come fanno Indiana Jones o Han Solo. Ma quando lo vediamo in situazioni normali, quando non c’è nessuno che cerca di sparargli addosso, o non è impegnato nell’inseguimento di un vampiro, è più rilassato e possiede anche un lato piuttosto emotivo”.
Se Dylan è lo “yin” Marcus (interpretato da Sam Huntington) è il suo “yang”. Marcus lavora per Dylan come suo assistente, ma vorrebbe essere suo socio e vivere un po’ più di azione. Ma bisogna stare attenti a ciò che si desidera, perché quando i due scoprono che c’è un Lupo Mannaro dietro all’omicidio del padre della loro cliente, Marcus viene ucciso e si trasforma in uno zombie. La performance di Huntington è molto divertente ed è il suo rapporto con Dylan che costituisce il nucleo emotivo del film. La chimica che c’è tra questi due attori è frutto di anni di amicizia e di collaborazione, precedentemente, infatti i due avevano lavorato assieme in SUPERMAN RETURNS (Huntington interpretava Jimmy Olsen). Huntington spiega al riguardo: “Brandon ed io siamo amici da diverso tempo, fu lui a chiamarmi e a dirmi “Ho appena ottenuto una parte in questo film, e credo che tu saresti perfetto per questo ruolo, e il film si intitola Dylan Dog”. E io ho risposto “Amico, ho fatto il provino 3 mesi fa ma non ho ancora ricevuto risposta, ne sai qualcosa?” E lui mi ha detto: “il film si farà” e da quel momento in poi la nostra missione è stata quella di fare questo film assieme. Marcus è una forza della natura. Lui è il miglior amico di Dylan, è come suo fratello minore, in un certo senso. All’inizio della storia è desideroso di compiacerlo, vuole essere il socio di Dylan e vuole ottenere un maggior coinvolgimento nella sua attività”.
Routh desiderava lavorare di nuovo assieme a Huntington perciò ha fatto pressione sul regista affinché lo scegliesse per il ruolo di Marcus: “Quando ho letto la sceneggiatura ho pensato subito a Sam, perché lo conoscevo bene e conoscevo la sua personalità. Sapendo quanto sia perfetto per il personaggio di Marcus, rimango allibito rispetto al fatto che gli sceneggiatori non lo conoscessero. Ho parlato immediatamente con Kevin, quando ha accettato di far parte del progetto, e gli ho detto che stavo pensando a Sam per quel ruolo e che, se era possibile, volevo raccomandarlo. E a quel punto Kevin mi ha detto “Anche io avevo pensato a Sam, ma non sapevo se poteva andare bene per te, non sapevo se siete amici, se avresti pensato che potesse essere una cosa strana”.
Completano il cast ANITA BRIEM, nel ruolo di “Elizabeth”, PETER STROMARE in quello di “Gabriel” e TAYE DIGGS che interpreta “Vargas”.
[1] Sam Spade è un personaggio immaginario, di professione detective, protagonista del romanzo poliziesco di Dashiell Hammett Il falcone maltese (The Maltese Falcon, 1930) e delle varie pellicole e adattamenti basati sul romanzo, oltre a tre storie brevi di Hammett.
[2] Michael “Mike” Hammer è un investigatore immaginario creato dall’autore statunitense Mickey Spillane nel libro del 1947 Ti ucciderò (da cui vennero tratti due film nel 1953 e nel 1982).
Il trailer italiano:
Trame ed altre informazioni sono tratte dal materiale stampa relativo al film.
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dai primi dieci minuti visti su sky non sembrava un granchè… perfino mia sorella che legge i fumetti ha avuto la stessa impressione
Visto che non c’è il maggiolone, Groucho e Londra per forza di cose fa schifo.
Inoltre la Bonelli e Sclavi non hanno messo becco e tutti quelli che hanno visto sono concordi nel dire che faccia pena.
il maggiolone sbaglio o c’è ma è di colore diverso? nero invece che bianco…
Può essere, mi pare di ricordare non ci fosse, probabile mi sbagli.