Edicola – “Internazionale” # 902, 23 giugno 2011: “L’uomo che ha fottuto un intero paese” 17/06/2011
Posted by Antonio Genna in Internazionale, News.trackback
Vi presento la copertina, un elenco dei principali contenuti e l’editoriale del direttore del numero 902 del 23 giugno 2011 di “Internazionale”, settimanale d’informazione fondato nel 1993 che propone articoli delle principali testate straniere tradotti in lingua italiana, in vendita nelle edicole al costo di 3 €.
Il titolo del servizio di copertina di questo numero riprende alla lettera quello del settimanale britannico “The Economist” della scorsa settimana, che vi avevo presentato in questo post.
Di seguito, il sommario di questo numero.
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In copertina
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L’uomo che ha fottuto un intero paese
L’inchiesta dell’Economist sull’Italia di Silvio Berlusconi.
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Turchia
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La terza volta di Erdogan
L’Akp, al potere dal 2002, ha trionfato alle elezioni del 12 giugno. Ma per riformare la costituzione dovrà negoziare con l’opposizione e con i curdi
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Siria
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Al confine con gli sfollati
La cittadina di Jisr al Shughur è stata attaccata dall’esercito di Damasco. Gli abitanti erano pronti a fuggire e in migliaia si sono ammassati alla frontiera con la Turchia. Reportage da Yayladagi.
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Società
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Bambini dimenticati
Scordarsi un figlio di pochi mesi in macchina sembra impossibile. Ma succede anche ai genitori più premurosi e attenti. L’articolo del Washington Post che ha vinto il premio Pulitzer.
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Scozia
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Quanto costa l’indipendenza
Dopo il successo dei nazionalisti alle elezioni di maggio, la possibilità che Edimburgo divorzi da Londra non è più così inverosimile. Ma sarebbe davvero sostenibile sotto il profilo economico? L’inchiesta del Guardian.
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Portfolio
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Un parigino in America
Una mostra in Francia sull’opera a stelle e strisce del fotografo Brassaï: gli Stati Uniti come non erano mai stati raccontati, scrive Christian Caujolle.
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Viaggi
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Arcobaleno amazzonico
In volo sopra le Ande, poi in canoa lungo il fiume per vedere pappagalli, tapiri e caimani nel cuore della giungla amazzonica peruviana.
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Ritratti
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Cheryl D’Souza. Volontà di ferro
Si è messa alla guida del movimento di protesta contro le aziende minerarie nella regione di Goa, in India. E sta pagando un prezzo molto alto.
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Graphic Journalism
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Cartoline da Nancy
Di Jochen Gerner
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Pop
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Lo scrittore piazzista di se stesso
Di Neal Pollack
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Fantasie sopra e sotto
Di JoAnn Wypijewski
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Europa
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L’economia bielorussa in caduta libera
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Africa e Medio Oriente
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La rabbia dei somali per gli accordi di Kampala
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Americhe
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Crisi nel governo di Dilma Rousseff
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Asia e Pacifico
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Alta tensione tra Vietnam e Cina
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Cultura
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Divertimento a luci spente
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Scienza e tecnologia
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Il pendolarismo ci rende infelici
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Un gioco salverà il mondo
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Economia e lavoro
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Come le scommesse stanno rovinando il calcio
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Editoriali
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Schiaffo a Berlusconi
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La iena di Damasco
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Opinioni
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Amira Hass
I dottori si ribellano
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Yoani Sánchez
Dipendenza
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Paul Kennedy
Perché il dollaro non è più il numero uno
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Juan Villoro
Il senso della democrazia
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Goffredo Fofi
I buoni racconti
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Giuliano Milani
Déjà-vu
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Pier Andrea Canei
Minatori di dolore
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Christian Caujolle
L’ordine nel caos
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Tullio De Mauro
Ladri di parole
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Anahad O’Connor
Musiche da mal di gola
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Tito Boeri
46,1 per cento
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Ed ora l’editoriale del direttore Giovanni De Mauro.
Screwed
Non si può dire che all’Economist manchi il tempismo. In pochi anni è la quarta copertina molto dura con Silvio Berlusconi. Ed è arrivata proprio alla vigilia del referendum che ha segnato una nuova sconfitta del presidente del consiglio italiano. Un attacco ancora più duro perché viene da un settimanale che non può certo essere definito di sinistra. Paladino del libero mercato, l’Economist è il giornale dell’establishment anglosassone, amato e letto dalle élite economiche e politiche di mezzo mondo. Il dubbio, piuttosto, è sulla parola giusta per tradurre screwed. “Fregato”, come hanno scritto molti giornali italiani che si sono improvvisamente scoperti puritani dopo aver riempito per mesi le loro pagine di intercettazioni telefoniche a base di bunga bunga ed escort? Oppure “sputtanato”, come ha proposto un lettore dell’Economist partecipando al dibattito lanciato proprio sul sito del settimanale britannico? No, la parola giusta è un’altra. Forse non rende tutte le sfumature dell’originale, però è quella che più gli si avvicina. Berlusconi ha fottuto l’Italia. Ma non è detto che debba continuare a farlo.
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