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TeleNews #59 – Rai, Lei congela le nomine contestate – La lettera di Fabio Fazio a La Repubblica – Miss Italia 2011, Clerici a rischio – Su Rai 3 Il Caimano in prima serata – La TV in edicola: La notte degli chef – Vespa a Berlusconi: ora agganciare il canone Rai alla bolletta – Video: lo sketch di Corrado Guzzanti sul referendum 17/06/2011

Posted by Antonio Genna in Cinema e TV, Giornali e riviste, TeleNews, TV ITA.
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Lo spazio “TeleNews – Notizie dal mondo della televisione” propone una rassegna stampa – segnalando le fonti di provenienza – di notizie ed argomenti vari legati al mondo dello spettacolo e della televisione italiana e straniera, e che non hanno trovato posto in altri appuntamenti abituali del blog.
Se avete segnalazioni da fare, lasciate il vostro messaggio qui.

  • Rai, Lei congela le nomine contestate
    Rai, niente nomine nel Consiglio di amministrazione. È saltato ieri il pacchetto di nuove direzioni messo a punto da Lorenza Lei (si dice, dopo un vertice con i consiglieri di centrodestra martedì scorso) e guidato dal nome di Susanna Petruni come nuova responsabile del Tg2.
    Lorenza Lei ha capito che l’opposizione aperta del consigliere Rodolfo de Laurentiis, area Udc, e dei due consiglieri di area Pd, Nino Rizzo Nervo e Giorgio van Straten, si sarebbe tradotta in una clamorosa spaccatura proprio a ridosso della presentazione dei nuovi palinsesti Rai prevista per lunedì alle 19. Meglio un rinvio.
    Il ministro per lo Sviluppo economico Paolo Romani fa sapere da Tunisi che «non si tratta di uno stallo» nelle nomine e che la «soluzione ci sarà presto» . Si chiede Vincenzo Vita, Pd: «Ma che c’entra Romani con le nomine?» . Proprio Garimberti è contento del rinvio: «Sono soddisfatto per questa pausa di riflessione, che reputo giusta perché vi era un forte rischio di frattura in Cda e di alimentare tensioni in azienda. Questo invece è un momento in cui sono fondamentali unità di intenti e operatività nell’esclusivo interesse della Rai».
    Però una forte spaccatura resta. Ed è quella tra Garimberti e i consiglieri di centrodestra. Il presidente aveva tolto dall’ordine del giorno la sostituzione di Massimo Liofredi, direttore di Raidue, con Gianluigi Paragone, area Lega. Giovanna Bianchi Clerici, consigliere di area leghista, lo attacca: «Ha violato il regolamento dei lavori del consiglio, lo statuto e di conseguenza la legge che sovrintende alla governance aziendale, ritenendo di preselezionare le caselle che il direttore generale aveva ritenuto di sottoporre all’esame del consiglio. In base alle norme è compito esclusivo del direttore generale presentare le proposte sugli avvicendamenti dei dirigenti di prima e seconda fascia».
    Dura la replica del presidente: «È grave e contraddittorio che un consigliere che invoca le regole sia il primo a non rispettare le sedi deputate per discutere di certi temi aziendali. Io esercito il mio ruolo nel pieno rispetto delle regole e nel mero interesse aziendale».
    E fa sapere di aver depennato la sostituzione di Liofredi solo perché l’attuale direttore di Raidue ha annunciato un ricorso alla magistratura del Lavoro in caso di rimozione. Fervono a Bologna i preparativi per «Signori entra il lavoro. Tutti in piedi» , previsto per le 21 di venerdì a villa Angeletti e aperto a chiunque desideri trasmetterlo. Un palco «ad arena» per le celebrazioni dei 110 anni della Fiom.
    Interverranno Serena Dandini, Vauro (che insieme a Santoro dovrebbero condurre la serata), Elisa Anzaldo, Maurizio Crozza, Teresa De Sio, Antonio Ingroia, Max Paiella, Daniele Silvestri, Subsonica, Marco Travaglio. Santoro spera di coinvolgere anche Elio Germano, che l’anchorman considera «il miglior attore italiano».

    (fonte: “Corriere della Sera”, 16 giugno 2011 – articolo di Paolo Conti)
  • La lettera di Fabio Fazio a “La Repubblica”
    Caro Direttore,
    da oltre sei mesi ho dato la mia entusiastica adesione al direttore di Rai Tre Paolo Ruffini che mi aveva proposto di proseguire “Che tempo che fa” per i prossimi tre anni così come di ritrovarmi sin da gennaio con Roberto Saviano per una nuova edizione di “Vieni via con me”. Da oltre sei mesi aspetto una decisione della Rai. Che cosa ha impedito o impedisce al precedente e all´attuale Direttore generale di rinnovare i contratti in scadenza di alcuni fra i protagonisti della tv pubblica?
    Nel mio caso, lo dico per sgombrare il campo da eventuali dubbi, l’accordo economico è stato immediatamente trovato, ma quello su cui accordo non può esserci è la rinuncia alle garanzie minime e indispensabili per continuare a svolgere il mio mestiere nello stesso identico modo in cui si è svolto sino ad oggi.
    Ho chiesto di poter continuare ad andare in onda con “Che tempo che fa” sulla stessa rete, nello stesso orario e per la stessa durata, di poter continuare a gestire gli ospiti con l´autonomia che si deve riconoscere a un qualunque gruppo di professionisti della televisione, di poter continuare ad avvalermi della presenza di Gramellini, dell’appuntamento irrinunciabile con Luciana Littizzetto e naturalmente di Roberto Saviano. Queste garanzie non sono mai arrivate nonostante le mille rassicurazioni ricevute che promettevano il contrario. «…Domani; fra due ore; fra due giorni; a fine settimana; all´inizio della prossima…» e via dicendo.
    In queste ultime settimane invece mi sono arrivati solo inquietanti frammenti di intenzione che di certo non hanno contribuito a rasserenare il clima. Per non parlare delle notizie su di me, sul programma e su quelli che ne fanno parte, uscite sui giornali e mai smentite. «…Pare che il programma debba cambiare rete o essere ridotto nell´orario; pare che Luciana sia considerata eccessiva; sembra più opportuno rimandare l´ipotesi di una nuova edizione di Vieni via con me e cose del genere…». E per finire tutti hanno potuto leggere definizioni di Rai Tre e di chi ci lavora che giudico offensive e inaccettabili soprattutto se pronunciate da chi ha importanti responsabilità all´interno della Rai. «Il fortino, l´enclave di comunisti, la riserva indiana».
    Viene da chiedersi come tutto ciò sia possibile, perché accade e soprattutto a chi giova. Un pregiudizio massimalista che potrebbe in ugual modo valere per Rai Uno o Rai Due. Sento tutto ciò come una profonda ingiustizia che fa torto al lavoro di tanti anni e alla professionalità mia e dei miei colleghi della Rai.
    Per questo ho scritto l’altra sera d´impeto e di getto una lettera al Direttore generale della Rai, Dott.ssa Lei, dalla quale non ho purtroppo ricevuto risposta. Il senso era quello di capire il perché, quale era e quale è il problema. Stanno per essere discussi proprio oggi i palinsesti dei primi tre mesi dell´autunno in cui compaiono programmi per i protagonisti dei quali non sono stati rinnovati i contratti. E se anche i palinsesti venissero approvati fra sei mesi ci si troverebbe nella stessa situazione? E così successivamente ogni tre mesi? Oppure dopo l´approvazione dei palinsesti ci si deve aspettare che siano proprio i contratti a non essere approvati? O magari quelli dei propri collaboratori?
    Ma che senso ha? Come si può lavorare in questa maniera, immaginare nuovi programmi, costruire novità, sperimentare e magari sbagliare anche? In una parola fare televisione. Quale è la colpa che ci viene imputata? Ho letto che Milena Gabanelli nemmeno è stata ancora ricevuta, che a Floris è stato consigliato di dedicarsi a qualcosa di nuovo. Santoro è stato lasciato andare via con un evidente e inaudito respiro di sollievo e a me non vengono date nemmeno le minime garanzie per continuare a lavorare in pace. “Che tempo che fa” quest´anno ha avuto addirittura un incremento di ascolto e “Vieni via con me” è stato giudicato l’evento televisivo più inaspettato della stagione. Portare in tv, alla televisione pubblica Roberto Saviano è stato per me un motivo di vanto e di orgoglio. Quindi, ripeto, quale è il problema?
    Nella lettera che ho indirizzato al Direttore Generale, riconoscevo senza alcuna difficoltà all´Editore il diritto e il dovere di fare liberamente le proprie scelte ma chiedevo e torno a chiedere un atteggiamento leale. In tutti questi anni ho imparato che non si può fare tv contro la volontà del proprio Editore e se mai ce ne fosse stato bisogno l´esperienza di “Vieni via con me” ha provveduto a ricordarmelo.
    L´indifferenza e l’ostilità da parte dell´Azienda è stata evidente sin dal primo momento e solo la professionalità di un collaudato gruppo di lavoro e la tenacia di Rai Tre ci ha consentito di andare in onda e con quel risultato. Per questo ho deciso di non correre più un simile rischio professionale e per questo ho deciso che non sono più disponibile a ripetere l´esperienza di “Vieni via con me” in questa Rai. Se altrove troverò le condizioni necessarie, l´entusiasmo e la condivisione del progetto, il Pubblico potrà ritrovare presto me e Saviano di nuovo insieme.
    Ho anche scritto al Direttore generale che se lo avesse ritenuto utile, ero disponibile a rinunciare ai tre anni di contratto e ai benefici conseguenti per far sì che lei stessa potesse sin da subito sottoscrivere un contratto per un solo anno poiché questo sarebbe rientrato e rientrerebbe nella Sua disponibilità e nella sua assoluta discrezionalità.
    Non abbiamo più molto tempo. “Che tempo che fa” dovrebbe andare in onda fra tre mesi. Il mio gruppo di lavoro è stato sciolto, le figure professionali fondamentali per continuare il programma potrebbero presto trovare alternative lavorative e ovviamente il discorso vale ancor di più per le risorse artistiche. Ma voglio ancora poter credere che ce la si possa fare e che il Pubblico di Rai Tre ci ritrovi puntuali in onda all´inizio dell’autunno.
    Lavoro in Rai da ventotto anni: lo dico con emozione sincera. Alla Rai devo moltissimo. È il maggiore Editore italiano, mi ha insegnato che la Televisione di tutti è una tivù che aggiunge e che non sottrae; che la pluralità delle opinioni è data dall´insieme dei programmi di tutta la televisione e che chiedere ad ogni programma di contenere tutto e il suo contrario significherebbe ridurlo a zero. Al nulla.
    Ho imparato soprattutto che bisogna rispettare il Pubblico mostrandosi sinceri ed è per questo che ho deciso di rivolgere al Pubblico di “Che tempo che fa” queste parole attraverso Repubblica. Ho aspettato da una parte che il mio impegno televisivo terminasse per non approfittare del mio ruolo e dall´altra ho sperato che questa situazione così incomprensibile e desolante potesse trovare una soluzione positiva.
    Non so come andrà a finire. Desidero concludere esattamente con le parole con cui ho salutato la Dott.ssa Lei nella mia lettera per ribadire che conservo nei confronti della Rai, della mia Rai e delle persone con cui ho lavorato in tutti questi anni un senso di gratitudine profonda e sincera e in molti casi di autentica amicizia.
    (fonte: “La Repubblica”, 13 giugno 2011)
  • “Miss Italia 2011”, Clerici a rischio
    Dire che la Rai sia un cantiere aperto è più che mai un esempio che calza a pennello. Per il neo direttore generale le questioni aperte si sommano una sull’altra, alimentando un polverone che finirà per scatenare un finimondo di polemiche, qualunque decisione venga presa. Miss Italia, ad esempio. Durante l’approvazione dei palinsesti si è tanto parlato delle sberle prese dalle protette dell’agente Lucio Presta, ma quella che più potrebbe far male al diretto interessato riguarda Antonella Clerici, la cui conduzione delle due serate di Miss Italia è fortemente a rischio.
    Si parla di un avvicendamento con Fabrizio Frizzi o con Milly Carlucci. Per Miss Italia nel mondo confermata la conduzione di Pupo e Elisa Isoardi. Quest’ultima, assieme a Franco Di Mare, è la più accreditata per sostituire l’affiatata coppia Eleonora Daniele-Michele Cucuzza, destinati a palcoscenici di altre fasce televisive.
    (fonte: “Italia Oggi”, 15 giugno 2011 – articolo di Marco Castoro)
  • La satira di Guzzanti è possibile solo su Sky
    La prima tentazione sarebbe quella di stabilire chi è il miglior comico, all’interno della famiglia Guzzanti, padre compreso. Personalmente non avrei dubbi, è «Quelo»: ieri Rutelli-Sordi e oggi un semidio vichingo screditato e sfiduciato; ieri Rocco Smitherson, regista «de paura», e oggi fiero piduista, capace di un piano di risanamento nazionale ma incapace di destreggiarsi con tre Olgettine mezze nude, mandate via dalla villa di Arcore: «Non so che dargli da mangiare a ‘ste donne. Non ho mai avuto un animale a casa. E il pesce rosso, l’unica bestia che c’avevo, me lo fece fuori la Banda della Magliana. Che ‘ie dò a queste?».
    In questo momento, una satira così, piena di rabbia e di amarezza, di sarcasmo e di irrisione, poteva andare in onda solo nella «zona franca» di Skyuno («Aniene», venerdì, ore 21.10). Fosse andata su Raitre, come un tempo, tutto l’edificio di Viale Mazzini, amianto compreso, sarebbe già stato raso al suolo dal consigliere Verro. Eppure Corrado Guzzanti, aiutato nei testi da Andrea Purgatori e nella recitazione da Marco Marzocca e Max Paiella, ha fatto solo il suo lavoro: lo ha fatto bene, distillando risate e veleni, nonsensi e canzoni.
    C’è uno strepitoso Licio Gelli, napoletanizzato per l’occasione, che rimpiange i tempi in cui brigava con Gladio, Cossiga e Andreotti e intanto ha problemi con lo sfintere. C’è il vichingo sceso sulla terra per «riparare i torti e trionfare la giustizia» perché ha drammaticamente scoperto che «i mortali sono così confusi, nei loro cuori albergano la paura, la viltà e la bugiardìa».
    C’è il sosia di Antonello Venditti che canta «Aniene», in ricordo di quella volta che l’affluente del Tevere ruppe gli argini: «Subiamo abusi, insulti e corruzione ma ci arrabbiamo per l’esondazione dell’Aniene». C’è uno spot per non udenti, in onda per scoraggiare l’affluenza ai referendum, che è da antologia. Ogni risata che Guzzanti ci strappa è irrefrenabile o funebre, o le due cose insieme.Fra l

    (fonte: “Corriere della Sera”, 13 giugno 2011 – articolo di Aldo Grasso)
  • Su Rai 3 “Il Caimano” in prima serata
    Inizialmente ci aveva provato, invano, Serena Dandini: nello scorso febbraio si era battuta per mandare in onda, durante il suo programma «Parla con me», gli spezzoni finali del film di Nanni Moretti «il Caimano». Pochi minuti della pellicola dove Silvio Berlusconi- interpretato dallo stesso Nanni Moretti- entra nell’aula di tribunale per presenziare alla lettura della sentenza di un processo che lo condannerà a 7 anni di reclusione, solo, senza alleati e senza poteri.
    L’allora direttore generale, Mauro Masi, aveva replicato che l’azienda lo avrebbe trasmesso quando lo avrebbe ritenuto «necessario». Ora, con un tempismo quasi preoccupante, RaiTre ce l’ha fatta: «Il caimano» andrà in onda in prima serata domenica 19 giugno. Sarà per il vento che cambia, come qualcuno da sinistra s’è prontamente preso la briga di annunciare nelle scorse settimane; sarà per quella voglia matta di azzannare una preda che gli occhi appannati di una sinistra euforica per l’esito di amministrative e referendum vedono ormai morente: resta il fatto che in un delicato momento politico la tv di Stato non ha perso tempo per mandare in onda un nuovo spot anti-Berlusconi. L’ennesimo.
    (fonte: “Il Giornale”, 15 giugno 2011)
  • Rai 5, la cultura si fa spazio e si fa ascolti
    In una Rai in tutt’altre faccende affaccendata, troppo occupata a subire i capricci, e i diktat, della politica, sembra quasi fantascienza vedere che le cose, alla fine, vanno avanti. E che reti nuove, nate sul digitale terrestre, stanno consolidando il loro bacino non soltanto di ascolti, ma pure di gradimento. Nonostante siano virtualmente acefale. E quelle nomine lì, che sarebbero fondamentali per l’azienda e per la sua solidità, non arrivano mai. C’è sempre qualche urgenza più urgente, qualche Santoro da espellere. Prendiamo Rai5. Se ne occupa da novembre Pasquale D’Alessandro, che lavora pur senza nessun incarico ufficiale. Per misteriosi fenomeni, forse di partenogenesi, i palinsesti però vanno avanti e si consolidano, portando il canale, definito di «intrattenimento culturale», ad essere il quarto portale come numero di accessi on line, subito dopo le tre sorelle Raiuno, Due e Tre. Tenendo conto che il digitale terrestre non è ancora diffuso su tutta la penisola, è un risultato significativo. Che si incrocia con il nuovo modo di guardare la tv, cioè attraverso il computer. «Intrattenimento culturale», con un imperativo categorico: parole semplici per argomenti alti. Dunque è possibile provarci. Anche risparmiando, usando le teche della Rai, gli archivi, i magazzini; e affiancando le nuove produzioni alle vecchie, rivisitate e collocate in un nuovo contesto, rinfrescate. Ci sono tesori sepolti negli archivi della Rai: ben vengano i cercatori d’oro.
    MUSICA
    Su una rete come Rai 5 l’eccentricità di una proposta è tanto più significativa quanto va a coprire spazi lasciati vuoti dalle altre emittenti. E’ accaduto negli anni che la Rai registrasse le opere, le prime della Scala ma non solo, e poi le tenesse lì nel frigo. L’esperimento del Macbeth diretto da Muti nel 1997, e sbattuto in prima serata su Raiuno al posto del Tg, uno dei maggiori flop della storia televisiva, annientò anche i più convinti assertori. Non tutto può andare in onda dappertutto. E così ecco il ciclo «La Rai nei teatri d’opera»: sabato si vedrà Traviata con la provocatoria regia di Robert Carsen, direttore Lorin Maazel, che inaugurò la Fenice ricostruita nel 2004. Violetta è Patrizia Ciofi, consumata dagli eccessi, compreso l’uso di droga. Alla prima della Scala, lo scorso 7 dicembre, 10 telecamere in teatro, 56 microfoni, altre telecamere nel foyer, tutto in alta definizione, permisero agli spettatori di seguire la Walchiria di Wagner in diretta. E andò bene. In settembre, partirà un programma dedicato alla musica: si farà a Torino, e Torino sarà protagonista, con tanti contributi esterni. Conduttore, Michele dall’Ongaro, voce storica di Radiotre Rai.
    PERSONAGGI
    Una curiosa «arboreide» è in onda tutti i giorni, 35 puntate di mezz’ora ciascuna. E’ la più lunga intervista mai fatta a Renzo Arbore, una delle più lunghe nella storia della tv. Una celebrazione delle sue gesta, ma con il caratteristico distacco. E per la musica leggera, grandi personaggi si raccontano: già visto Vasco Rossi con Red Ronnie, domani sarà la volta di Zucchero con Giorgio Verdelli, Dal Mississippi al Po. Poi ci sono le interviste di Mr. Hyde, alla scoperta del lato oscuro di Scamarcio, di Valeria Solarino, di Ambra Angiolini. Personaggio è Kledi Kadiu, il ballerino albanese di formazione classica, conosciuto grazie ad Amici. Ha condotto Step, buon successo, si rifarà. Soddisfazioni per Emporio Daverio e per La banda del book, alla scoperta delle librerie personali di altri personaggi conosciuti, da Cacciari a Margherita Hack. Per non parlare di Tino Buazzelli-Nero Wolfe: il mitico investigatore-coltivatore di orchidee si rivede in questi giorni, lui e le sue scarpe che scricchiolano, accompagnato dal fido Archie Goodwin (Paolo Ferrari). Infine Giorgio Albertazzi e Duke Ellington racconteranno il Bardo in Shakespeare in jazz, sabato 25 giugno. Poi speriamo che d’estate non si fermi tutto, come su una generalista qualsiasi.
    (fonte: “La Stampa”, 15 giugno 2011 – articolo di Alessandra Comazzi)
  • La D’Amico raddoppia, lascerà “Sky Calcio Show”?
    Chissà come l’avranno presa a Sky la campagna promozionale di La7 che ha tra i testimonial anche Ilaria D’Amico. La bella giornalista che ammicca sui manifesti della rete di TIMedia ha concesso una lunga intervista al periodico Tivù nella quale ha parlato del suo doppio incarico di anchorwoman sportiva e giornalista d’inchiesta a Exit e frequentatrice dello studio di Lerner. Sarà stata opportuna alla vigilia della scadenza del contratto con Sky dove conduce lo show sul calcio della domenica? Fabio Caressa si scalda a bordo campo.
    (fonte: “Il Giornale”, 13 giugno 2011 – articolo di Maurizio Caverzan)
  • Balivo e Belen si consolano…
    Caterina Balivo non prenderà il posto di Simona Ventura a Quelli che il calcio ma ha avuto le rassicurazioni che tornerà a Raiuno, addirittura al posto di Lorella Cuccarini a Domenica In, uno spazio che potrebbe avere anche il cambio a capo della struttura con l’arrivo di Daniel Toaff. Mentre Belen Rodriguez la vedremo sulle reti Mediaset con Colorado.
    (fonte: “Italia Oggi”, 15 giugno 2011 – articolo di Marco Castoro)

LA TV IN EDICOLA

  • “SORRISI E CANZONI TV” n°25/2011
    Il numero in edicola presenta in copertina Alfonso Signorini (anche direttore del settimanale) e Elisabetta Canalis, da ieri sera al timone su Canale 5 del nuovo game-show “La notte degli chef”.

APPROFONDIMENTO

  • Vespa a Berlusconi: ora agganciare il canone Rai alla bolletta
    L'”agonia” della Rai e’ “un prezzo che non si deve pagare”: ora che “l’alibi Santoro e’ caduto” il governo pensi ad agganciare il canone alla bolletta energetica. E’ l’appello che Bruno Vespa rivolge al premier Berlusconi in una lettera aperta pubblicata su Quotidiano nazionale. “Lei stesso, a chi le chiedeva perche’ il governo non dia corso alla proposta del ministro Romani di legare il pagamento rateale del canone alla bolletta della luice -ricorda Vespa- rispondeva che non si puo’ sostenere un’azienda che manda in onda programmi come quello di Santoro. Ora Annozero non andra’ piu’ in onda”.
    Da quando Berlusconi e’ entrato in politica, osserva Vespa, l'”amore” per la Rai e comunque il sostegno al servizio pubblico per “attenuare i sospetti piu’ che legittimi sul conflitto di interessi di quello che restava, e resta, l’azionista di controllo di Mediaset”, non e’ mai “sbocciato”. Ma “adesso che il suo ciclo politico si avvicina al ventennio -scrive Vespa al Cavaliere- occorre fare un po’ di bilanci”.
    “Di taglio in taglio, la Rai sta mettendo molto seriamente in pericolo la qualita’ (e la quantita’) dei suoi programmi”, sottolinea Vespa che ricorda come sia stato lo stesso Berlusconi ad affermare come in una televisione non si possa “tagliare oltre un certo limite, altrimenti i programmi non si fanno bene. La Rai di oggi e’ pericolosamente affacciata su quel ciglio.
    Ha il canone dissanguato dall’evasione e non puo’ fare la guerra a Mediaset in campo pubblicitario, crisi a parte, oltre una certa soglia, anche se piu’ alta di quella rispettata finora. Visto che l’alibi Santoro e’ caduto, cominci, per favore, caro presidente, ad autorizzare il legame alla bolletta energetica dei canoni speciali e vedremo come andra’. L’agonia della Rai e’ un prezzo che non siamo disposti a pagare”.
    (fonte: Adnkronos, 13 giugno 2011)

IL VIDEO

  • Record per lo sketch di Corrado Guzzanti sul referendum
    I contatti sulla Rete fanno fatica a contarli. Sono troppi e nel web si sono moltiplicati sui siti di ogni genere, neanche fossero funghi. Ma almeno per Youtube i numeri di Sky ci sono: oltre 400 mila i click, in meno di cinque giorni, per quello sketch di Corrado Guzzanti che prendeva in giro l’informazione sui referendum. Un record. Il programma è quello andato in onda venerdì 10 giugno su Sky Uno. Si chiama «Aniene» e dalla Rete sostengono che la prima puntata sia stata una tra le più viste di tutta la storia del canale satellitare.
    Corrado Guzzanti in tutte le sue rappresentazioni. Sferzante. Ironico. Mai aggressivo. E poi quel colpo di genio: una vera insegnante di linguaggio per sordi che mima per gli spettatori le informazioni paradossali di una voce fuori campo su come votare per i quesiti referendari. Sono in tanti ad essere convinti che quello sketch, rimbalzato in ogni dove sulla Rete, sia stato un volano non da poco per il raggiungimento del quorum. Antonio Di Pietro è tra i primi: «L’importanza della Rete è stata fondamentale in questi referendum, lo abbiamo già detto.
    E per questo bisogna dire grazie a Beppe Grillo che per primo ci ha insegnato ad usarla. Io stesso, all’inizio, mi sono appoggiato alla sua struttura» . Ma lo stile di Grillo sul web non assomiglia certo a quello di Guzzanti. «La Rete è un’autostrada, ognuno l’attraversa con il mezzo che può» , taglia corto il leader dell’Italia dei valori (che questi referendum ha promosso).
    Ma Stefano Menichini, direttore del quotidiano Europa, non ci sta. Dice, infatti: «Grillo usa la Rete in maniera violenta, aggressiva e apocalittica e per questo sta diventando sempre meno credibile. Basta guardare le indicazioni di voto che aveva dato per le elezioni di Milano: non votate. E invece i grillini sono andati tutti in massa a votare Pisapia» . Menichini ha riso, e molto, quando ha visto su Sky quello sketch sull’informazione referendaria.
    «E l’ho postata ovunque ho potuto, su Facebook, su Twitter. Più e più volte. L’intelligenza e l’ironia di Corrado Guzzanti hanno potuto più di tante campagne dirette, ne sono sicuro. È stato straordinario e potentissimo perché lieve. E poi quella battuta sull’andare a votare anche il 14 giugno… Mi chiedo: “L’ha scritta prima o dopo l’informazione scorretta che è venuta dal Tg1 di Minzolini?”». Corrado Guzzanti ha garantito in prima persona: «Quella battuta sulle date del voto è mia, l’ho scritta io e mai pensavo che potesse realizzarsi nella realtà. Alla fine, come dire? Mi sono sentito deprivato».
    Alla fine, sembrerebbe: ecco la realtà che supera la fantasia. Anche il presidente dei Verdi Angelo Bonelli ne è convinto. Anche lui ha postato come e quando ha potuto quello sketch sui social network, persuaso che fosse uno tra i migliori strumenti possibili per insinuare fra la gente il desiderio di andare a votare per i referendum.
    Sostiene Bonelli: «La grandezza di Corrado Guzzanti è stata quella di usare una semplice ironia per ridicolizzare un potere che ha fatto di tutto per non mandare la gente a votare, per depistare, disinformare. Ha usato la sua verve per un impegno civico che ha unito il Paese in un obiettivo comune. Ormai lo sappiamo: il web è straordinario. E questa volta sul web è successo qualcosa di meraviglioso: c’è stato il festival dell’ironia» .
    (fonte: “Corriere della Sera”, 16 giugno 2011 – articolo di Alessandra Arachi)

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