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Dispersi d’estate (13) – Gaspar Noé ci guida in un viaggio allucinante e allucinogeno nell’anima di un uomo 13/08/2011

Posted by Antonio Genna in Cinema e TV, Dispersi d'estate, Film, Video e trailer.
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Ogni anno nel mondo vengono prodotti circa 25 mila film. In Italia ne arrivano a malapena 500. Gli altri si disperdono nei buchi neri della distribuzione. Hideout.it da anni si occupa di recuperare il buono dei dispersi con rassegne, un sito, un festival e il libro “Dispersi. Guida ai film che non vi fanno vedere”. Nell’indolenza dell’estate, un buon film rinfresca più di un ghiacciolo, perché un disperso al giorno toglie l’afa di torno…

Gaspar Noé ci guida in un viaggio allucinante e allucinogeno nell’anima di un uomo

Due fratelli, separati alla morte dei genitori, si ritrovano a Tokyo. Una storia da melodramma strappalacrime si trasforma nelle mani di Noé (Irréversible) in un viaggio allucinante dentro un’anima rappresentata attraverso diverse tecniche cinematografiche (flashback, cinema nel cinema, soggettiva) e una narrativa non lineare. Per palati forti.

Titolo: “Enter the Void”
Regia: Gaspar Noé
Sceneggiatura: Lucile Hadzihalilovic, Gaspar Noé
Fotografia: Benoît Debie
Montaggio: Marc Boucrot, Gaspar Noé
Musica: Thomas Bangalter
Interpreti principali: Nathaniel Brown, Paz de la Huerta, Cyril Roy, Emily Alyn Lind, Jesse Kuhn, Masato Tanno, Olly Alexander, Sara Stockbridge
Produzione: Fidélité Films, Wild Bunch, BUF
Origine: France / Germany / Italy
Durata: 155′
Colore


Recensione di Roberto Rotunno, apparsa originariamente qui

Due fratelli occidentali, Oscar e Linda, sono orfani da quando sono piccoli a causa di un incidente d’auto che ha ucciso entrambi i genitori. Divisi in affidamento a famiglie diverse, si ritroveranno a Tokyo quando Oscar riuscirà a trovare i soldi per far arrivare la sorella. Lui è un forte consumatore di droghe sintetiche e si mantiene spacciandole. Lei non troverà di meglio che lavorare in un locale di lap-dance.

Se vuoi vedere il film con la traduzione italiana, scarica i sottotitoli su ItalianSubs

Dopo un breve incipit, Enter the Void è un viaggio nella mente di Oscar, attraverso il quale si ripercorrerà l’intera sua pur breve esistenza. Con accavallamenti di contesti dovuti ai flashback, volutamente non ordinati temporalmente, si ricomporrà il puzzle. Con questo viaggio, Gaspar Noé sviscera la reincarnazione in tutte le sue fasi. La prima è la cosiddetta visione della propria vita, proprio come se fosse un film. La seconda è l’esperienza extracorporea, che si vive come entità non fisica: nel film questa sensazione di vita che “galleggia” sul proprio corpo e su tutto l’ambiente è costantemente ricreata attraverso l’uso del flashback. La terza e ultima, che occupa il lungo finale, è il trionfo dell’amore e del sesso, che permette di nuovo alla vita di Oscar di riacquistare fisicità. Tutto ciò viene mostrato con dovizia di dettagli fisici, tra luci eteree e ambientazioni tra il noir e il documentaristico.

Quello che però più colpisce del film è sicuramente l’allucinata modalità espositiva. La macchina da presa è una costante presenza mistica e sfrutta continuamente movimenti curvilinei in tutte le direzioni, spesso con lunghi piani sequenza. Nella prima parte corrisponde agli stessi occhi di Oscar, poi diventa un visore esterno che gli permette di muoversi senza limiti di spazio-tempo. Insomma, la macchina da presa è lui stesso, prima fisicamente poi come entità latente. Anche la fotografia è psichedelica, e i suoni risultano ovattati e con eco paragonabili a quelli di un sogno. Il film è un intero viaggio, lunghissimo (155′), nel mistico, senza soluzione di continuità tra il breve momento di Oscar in vita e tutto quanto illustrato successivamente alla sua morte. La condizione mentale causata dai potenti allucinogeni è quasi indistinguibile dalla realtà, e anche lo nello stato di morte di Oscar, la sua condizione vitale prosegue tale e quale, proprio come quanto le teorie buddiste del Karma propongono: da morto diventa semplicemente spettatore, acquistando consapevolezza dell’essere e dell’essere stato, della quale nulla rimarrà nella memoria al momento della rinascita.

Enter the Void ha un effetto ipnotico quasi sconvolgente per lo spettatore. Fantastico e fantascientifico, interamente concentrato sull’estetica, è basato su una sceneggiatura che finisce per perdersi qualche pezzo qua e là: alcune sequenzialità della storia non sono del tutto chiare, ma ciò non conta più di tanto. Il film non si pone lo scopo di raccontare qualcosa, ma di ricercare i momenti chiave che hanno inciso nella vita di Oscar e, soprattutto, le cause (il karma) che l’hanno determinata e formata.


Trailer originale:

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