Edicola – “Internazionale” # 916, 23 settembre 2011: “Come salvare l’euro (e l’Italia)” 23/09/2011
Posted by Antonio Genna in Internazionale, News.trackback
Vi presento la copertina, un elenco dei principali contenuti e l’editoriale del direttore del numero 916 (dal 23 al 29 settembre 2011) di “Internazionale”, settimanale d’informazione fondato nel 1993 che propone articoli delle principali testate straniere tradotti in lingua italiana, in vendita nelle edicole al costo di 3 € (e disponibile anche in versione PDF e per iPhone/iPad).
Di seguito, il sommario di questo numero.
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In copertina
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Come salvare l’euro
Il futuro dell’Unione europea e la salute dell’economia mondiale sono a rischio. Per uscire dalla spirale negativa della crisi serve un intervento urgente dei governi europei. Quattro cose da fare subito, secondo l’Economist.
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Si fa presto a chiedere più Europa
Come avevano previsto gli euroscettici, l’euro è entrato in crisi a causa della scarsa integrazione politica.
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Il paese delle riforme annunciate
Il declassamento dell’Italia deciso da Standard & Poor’s è un duro colpo alla credibilità del governo. Ma Berlusconi resiste.
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Una bocciatura per tutti
Il giudizio negativo sul debito italiano era prevedibile. Ed è un segnale preoccupante anche per le istituzioni europee.
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Scienza
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L’hamburger in provetta
La carne prodotta in vitro potrebbe finire presto sulla nostra tavola. Ma servirà a salvare il pianeta e a risparmiare la sofferenza di milioni di animali? Un articolo di Michael Specter.
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Olimpiadi da ramadan
Nel 2012 il mese di digiuno islamico coinciderà con i giochi olimpici di Londra. Quali saranno le difficoltà per gli atleti musulmani che decideranno di non mangiare e di non bere?
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Tecnologia
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Prove di rete libera
Commotion è una tecnologia finanziata dagli Stati Uniti per creare reti gratuite
a prova di censura. Ma preoccupa molti governi e le compagnie telefoniche. -
L’energia dei piccoli
Su internet i siti d’informazione relativamente piccoli e con un pubblico appassionato hanno più successo dei portali come Aol o Yahoo. E non sognano di fondersi con un grande gruppo.
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Cina
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Il piccolo balzo
L’eco delle rivolte nordafricane non è arrivata in Cina, ma questo non significa che la situazione nel paese sia immobile. Al contrario, ci sono tutti i segnali di una rivoluzione in corso, scrive Edward Steinfeld sulla Boston Review.
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Cile
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Cattiva educazione
Gli studenti cileni chiedono la fine del sistema scolastico e universitario ereditato da Pinochet. Vogliono un’istruzione gratuita per tutti. Ma il governo non è disposto a fare concessioni.
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Portfolio
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Ritratto di famiglia
Lek Kiatsirikajorn ha fotografato i suoi genitori nel loro appartamento a Bangkok. Un modo per ricostruire la sua identità, superare il senso di colpa
e sdebitarsi con loro, scrive Christian Caujolle.
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Ritratti
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Suhura Ismail. Foglie stimolanti
Musulmana osservante e madre di dieci figli, è diventata la più grande commerciante al mondo di qat, una droga molto diffusa nei paesi del Corno d’Africa.
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Viaggi
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L’isola dei vichinghi
Una settimana in auto sull’isola di Terranova, in Canada. Sfidando il vento, tra i fiordi del parco nazionale Gros Morne e le scogliere a picco sull’oceano.
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Graphic Journalism
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Cartoline dalla Corsica/Hong Kong
Di Denis Deprez
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Pop
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C’è un problema e tu devi indovinare qual è
Di David Sedaris
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La vecchia musica giovane
Di James Parker
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Africa e Medio Oriente
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I negoziati prima di tutto
L’appoggio dell’assemblea generale, la minaccia di veto degli Stati Uniti, le possibili reazioni israeliane. Cosa può cambiare per i palestinesi.
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Europa
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Istanbul e Bruxelles ai ferri corti su Cipro
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Americhe
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L’intelligence colombiana nella bufera
Il dipartimento amministrativo di sicurezza ha venduto alcuni documenti strategici a guerriglieri, narcotrafficanti e governi stranieri. L’inchiesta
di Semana.
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Asia e Pacifico
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Le promesse di Najib e il futuro della Malesia
Il premier malese ha annunciato l’abrogazione di leggi autoritarie, eredità dell’occupazione britannica. Una svolta riformista che ha sorpreso tutti.
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Società
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Nostalgia del bianchetto
In India la vecchia macchina da scrivere sopravvive faticosamente all’inevitabile diffusione dei computer.
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Economia e lavoro
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Il buco della Ubs è un inquietante déjà vu
La banca svizzera ha perso 2,3 miliardi di dollari a causa degli etf, un nuovo tipo di prodotti considerati sicuri dall’alta finanza. Il settore non ha imparato la lezione della crisi.
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Editoriali
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Il Cavaliere declassato
Le Temps
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Perché Obama tassa i ricchi
Financial Times
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Opinioni
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Claudio Rossi Marcelli
Zero contatto
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Giulia Zoli
Questione di credibilità
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Amira Hass
Colonizzatori colonizzati
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Yoani Sánchez
Rovine moderne
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Will Hutton
L’importanza della moneta unica
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José Ignacio Torreblanca
Quando la bancarotta era una soluzione
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Goffredo Fofi
Rileggere il novecento
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Giuliano Milani
Gheddafi oltre la tintura
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Pier Andrea Canei
Fantacalciofilìa
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Christian Caujolle
Il tempo di uno scatto
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Tullio De Mauro
La laurea conviene
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Anahad O’Connor
La natura del sale
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Tito Boeri
25 anni
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Ed ora l’editoriale del direttore Giovanni De Mauro.
Numeri
Entro il 2020 il 35 per cento dei posti di lavoro nei paesi dell’Unione europea richiederà una laurea. Ma oggi in Europa solo il 26 per cento dei lavoratori è laureato. Negli Stati Uniti è il 41, in Giappone il 44, in Canada il 50 per cento. E in Italia? Il 15. Siamo terzultimi. Peggio di noi solo Romania e Malta. Combinando investimenti pubblici e privati, i paesi europei spendono in media per l’università l’equivalente dell’1,3 per cento del loro prodotto interno lordo. I due estremi sono la Danimarca, in testa, con il 2,27 e la Slovacchia, in coda, con l’1,06. Gli Stati Uniti spendono il 2,7 per cento. E l’Italia? Fa poco meglio della Slovacchia, con appena l’1,08 per cento del pil investito per l’università. Forse, più che il downgrading di Standard & Poor’s, sono questi i numeri che dovrebbero fare paura.
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