Libri – Gene Sharp “Come abbattere un regime” 29/09/2011
Posted by Antonio Genna in Libri, News.trackback
“Come abbattere un regime – Dalla dittatura alla democrazia” (Chiarelettere; titolo originale “From Dictatorship to Democracy”, traduzione di Massimo Gardella – revisione di Giuseppe Maugeri; 144 pagine, prezzo di copertina 10 € – Acquista “Come abbattere un regime” su Amazon.it
), arrivato da qualche mese anche in versione italiana, è un celebre manuale che “ha ispirato le rivolte in Tunisia, Egitto e Libia” (come afferma il “New York Times”). L’ha scritto Gene Sharp, ex-professore di Harvard di 83 anni, che in appena cento pagine ha analizzato le fonti del potere, i punti deboli e 198 possibili metodi non violenti per rovesciarlo.
Questo testo è diffuso come un “vangelo della ribellione”: ha aiutato movimenti che hanno abbattuto regimi, come quello di Miloševic nel 2000 e quelli di Ben Ali e Mubarak ai giorni nostri, semplicemente attraverso nonviolenza e informazione. Sharp descrive le fonti di legittimità del potere: non soltanto gli eserciti, interessanti sono le “fonti intangibili”, ovvero psicologiche, che portano ad accettare l’oppressione; inoltre, denuncia l’inefficacia di negoziati e compromessi e la finzione di una democrazia conquistata attraverso l’intervento dall’estero. Come l’autore spiega efficacemente, proponendo anche i metodi per costruirla, la vera ribellione nasce dall’interno, e richiede consapevolezza collettiva, non collaborazione, e pubblica resistenza.
E’ importante ricordare che il manuale è stato scritto da Sharp nel 1993 come contributo teorico alla resistenza birmana: all’epoca, chiunque ne veniva trovato in possesso rischiava sette anni di carcere. Il libretto è poi giunto nei Balcani in rivolta, ispirando il movimento giovanile Otpor; in Ucraina è stato adottato dagli “arancioni”, ed Hugo Chavez ha additato Sharp come nemico del popolo; più recentemente è arrivato a Teheran e nei Paesi arabi. Un percorso che ovviamente ha lasciato dei morti sul campo, ma un numero molto inferiore rispetto a quelli che sarebbero caduti scegliendo la via delle armi.
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