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TV – “La donna della domenica”, oggi e domani su Rai 1 11/04/2011

Posted by Antonio Genna in Cinema e TV, Comunicati, TV ITA.
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Questa sera e domani alle ore 21.10, Rai 1 propone in prima visione il film TV “La donna della domenica”, diretto da Giulio Base ed ambientato nella Torino dei primi anni 1970. Il film TV è ispirato all’omonimo romanzo di Carlo Fruttero e Franco Lucentini.
Giampaolo Morelli (“L’ispettore Coliandro”) interpreta il commissario Santamaria, mentre Andrea Osvart è Anna Carla Dosio; nel cast anche Franco Castellano nel ruolo dell’architetto Garrone, il cui brutale assassinio dà il via alla storia. Per maggiori dettagli vi propongo il seguente comunicato, con alcune note scritte dal regista.

Nata da un progetto ambizioso, quello di riprendere dopo tanti anni uno dei grandi romanzi del ‘900 scritto da Fruttero e Lucentini, considerato il capostipite del giallo italiano, oltre a far rivivere in tv l’omonimo e bellissimo film di Luigi Comencini, sara’ proposta in prima serata su Rai1, lunedi’ 11 e martedi’ 12 aprile, “La donna della domenica”, miniserie con la regia di Giulio Base, prodotta da Rai Fiction e Rizzoli Audiovisivi. Interpreti della fiction sono Giampaolo Morelli, nel difficile e impegnativo compito di impersonare il commissario Santamaria (che nella pellicola di Comencini era interpretato da Marcello Mastroianni), e Andrea Osvart, l’Anna Carla Dosio raffinata moglie di un industriale a cui diede vita sul grande schermo Jacquelin Bisset.

L’azione si svolge a Torino, nel 1973, in una citta’ in cui persisteva ancora una netta divisione tra il ceto imprenditoriale e quello operaio. L’indagine di Santamaria prende il via dall’omicidio dell’architetto Garrone (interpretato da Franco Castellano), un personaggio squallido che vive di espedienti e viene ucciso nel suo studio con un fallo di pietra. Nella ricerca dell’assassino viene coinvolta Anna Carla, per aver scritto una lettera al suo amico Massimo Campi (Roberto Zibetti) in cui afferma di voler uccidere l’architetto Garrone. Nonostante i due amici affermino di trattarsi solo di un gioco, uno scherzo, il commissario Santamaria indaga su di loro, insieme al vicecommissario De Palma (Ninni Bruschetta) e scopre, fra l’altro, l’omosessualita’ di Massimo, che ha una relazione con l’impiegato comunale Lello Riviera (Fabrizio Bucci). Dopo un’indagine complessa e numerosi colpi di scena Santamaria, che inoltre si innamorera’, ricambiato, di Anna Carla, arrivera’ a scoprire il colpevole muovendosi tra gli ambienti della “buona societa’” torinese, nella piccola borghesia del capoluogo piemontese e fra i luoghi in cui e’ ambientato il libro di Fruttero e Lucentini: il Balon, mercato delle pulci, le antiche ville della collina e le gallerie d’arte dove, se capita, si vendono care anche opere false. La sceneggiatura de “La donna della domenica” e’ anche l’ultima firmata da uno dei padri della commedia all’italiana, Furio Scarpelli, scomparso esattamente un anno fa, scritta insieme con Graziano Diana, Giancarlo De Cataldo e con il figlio Giacomo Scarpelli.

Note di regia
di Giulio Base

Torino 1973, io c’ero.

Sono nato e cresciuto in quella città figlio di emigranti meridionali (proprio come il commissario Santamaria) che a fatica mi hanno fatto studiare nelle scuole private della ‘Torino bene’ (il mondo dorato della signora Dosio).

Pertanto è stato un doppio privilegio avere l’opportunità di raccontare per immagini le pagine di quello che viene giustamente considerato un classico della letteratura italiana del ‘900. A totale servizio del romanzo -che amo- ho quindi cercato di rispettare soprattutto la preziosa alchimia dei generi creata dai due autori. LA DONNA DELLA DOMENICA è un giallo raffinato che alleggerisce la tensione dell’investigazione con venature ironiche, accompagnate da un saldo filo rosa, quando non erotico (il tratto principale dei molti avvenimenti che si affollano nel libro è proprio la malizia).

Ho cercato poi di riconsegnare al pubblico televisivo anche l’originalità dei due protagonisti:  il commissario di polizia Francesco Santamaria indaga seriamente sugli omicidi, ma non è né un eroe né un antieroe: è un uomo. La radiosa signora Anna Carla Dosio, casalinga di lusso dipendente dal marito noioso, che all’inizio somiglia molto a una bella svampita, prende ad emanciparsi assumendo iniziative personali e -per l’Italia degli anni ’70- scandalose.

In questi contrasti ho provato a muovere il mio sguardo, non concedendo spazio al classismo,  non ponendo antitesi fra vizi e virtù, tentando di lasciare al gusto di chi segue le vicende la gioia di ricomporre il puzzle degli eventi e dei delitti.

Lo stesso linguaggio ironico dell’opera letteraria è il mezzo di cui ho provato a servirmi per rendere trasparente il criticismo psicosociale, alleggerendolo di ogni prosopopea moralistica. La bravura di Fruttero & Lucentini sta anche nel non far pesare la derisione, collocandosi allo stesso piano di umanità media e comune dei caratteri descritti. Eppoi, come detto, io c’ero.

Credo di poter dire di avere conosciuto in carne e sangue gli archetipi dei personaggi raccontati e spero davvero che questo abbia aiutato il risultato finale del nostro lavoro che è stato appassionatissimo da parte di ciascuno (mi sento di dover ringraziare di vero cuore RaiFiction, i produttori, gli sceneggiatori, il cast artistico e la troupe tecnica tutta).

La storia

Nella torrida estate del ’73 la città di Torino, all’epoca ancora caratterizzata da una forte divisione tra ceti imprenditoriali e ceti operai, fa da scenario ad un terribile delitto e alle indagini per la sua soluzione. L’architetto Garrone, un “parassita” che vive di ricatti e di piccoli imbrogli, odioso e aggressivo con chiunque lo incontri, viene assassinato brutalmente con un “oggetto artistico”: un fallo di pietra. Per la volgarità e per la quantità di persone che molestava abitualmente, l’architetto  aveva parecchi nemici e molti di loro lo hanno minacciato di morte poche ore prima del ritrovamento del  suo cadavere. La lista dei sospetti su cui si trova a indagare il tenebroso e affascinante commissario Santamaria è dunque assai ampia e attraversa in modo trasversale tutti i ceti sociali della città. Nella rosa dei sospettati c’è anche la moglie di uno degli imprenditori più ricchi della città, Anna Carla Dosio, seducente e misteriosa dark lady, che diventerà presto  l’oggetto proibito dei desideri  del bel Commissario. Santamaria si troverà a dover scegliere tra il senso  del dovere, che gli impone di rendere giustizia anche ad uomo meschino e socialmente emarginato come Garrone, e la passione per Anna Carla  Dosio, verso cui sembrano convergere tutti gli indizi di colpevolezza. Con il dipanarsi della matassa delle indagini  emergerà un affresco sfaccettato e sorprendente della società torinese dell’epoca. Con i poliziotti  arrivati a Torino dal Sud che trascinano la loro quotidiana nostalgia del sole, dei  sapori  e dei colori del Mezzogiorno  in mezzo  a molte incomprensioni e diffidenze da parte dei torinesi; con il mondo fatto di piccole paure degli impiegati comunali e con  la realtà dei milionari dell’epoca, annoiati, stufi, troppo raffinati e depressi per riuscire a trovare un equilibrio esistenziale. Si entra nelle gallerie d’arte dove a peso d’oro ti viene venduto un falso; nelle vite delle prostitute e dei loro frequentatori; nelle ville della borghesia, figlia di un mondo contadino che sta scomparendo e spaventata a morte dall’evolversi dei costumi, che ha portato le prostitute a “lavorare” sotto le loro case, a un passo da tutto quello che per generazioni è stato conservato e che adesso sembra minacciato  dalla modernità. Ed è proprio in nome  della paura di perdere i propri beni e la propria identità sociale che viene commesso l’omicidio dell’architetto, rivelando una volta di più al Commissario  Santamaria quanto poco basti per portare a galla  le pulsioni più violente nel più insospettabile degli individui.

Ecco infine le informazioni sul cast artistico e tecnico.

PERSONAGGI                          INTERPRETI

Anna Carla Dosio                                     ANDREA OSVART

Commissario Santamaria                        GIAMPAOLO MORELLI

Vicecommissario De Palma                     NINNI BRUSCHETTA

Lello  Riviera                                            FABRIZIO BUCCI

Vittorio Dosio                                          GIUSEPPE ANTIGNATI

Massimo Campi                                      ROBERTO ZIBETTI

Agente Nicosia                                         SERGIO FRISCIA

E con la partecipazione di

Architetto Garrone                                   FRANCO CASTELLANO

Ines Tabusso                                              LAURA CURINO

Virginia Tabusso                                       PAOLA ROTA

Dalia                                                          SARA TOMMASI

Geometra Bauchiero                                GIORGIO MOLINO

Professor Bonetto                                     FRANCESCO ROSSINI

Vollero                                                       MARIO ZUCCA

Monsignor Passalacqua                            CELIO  TECO

Vice Questore Picco                                 ROBERTO ACCORNERO

Pautasso                                                    DAVIDE LORINO

Signor Mattei                                           GABRIELE VACIS

CAST TECNICO

Regia                                               GIULIO BASE

Soggetto e sceneggiatura                 FURIO SCARPELLI, GRAZIANO DIANA, GIANCARLO DE CATALDO, GIACOMO SCARPELLI

ispirato all’omonimo romanzo di    CARLO FRUTTERO e FRANCO LUCENTINI (Mondadori Editore)

Responsabile Editoriale                  ANDREA RIZZOLI

Organizzatore Generale                   MAURO MAGGIONI

Direttore di Produzione                   ANDREA TAVANI

Responsabile di edizione SIMONE MASCHERINI

Direttore della Fotografia                 GIOVANNI GALASSO

Scenografo                                      CRISTINA ONORI

Musiche composte orchestrate e dirette da    ANDREA MORRICONE

Costumista                                     LILIANA SOTIRA

Gli abiti della signora Osvart sono stati realizzati dalla Maison Gattinoni

Fonico                                             BRANDO MOSCA

Montatore                                       MICHELE SBLENDORIO

Produttore RAI                                FANIA PETROCCHI

Commenti»

1. Luca Lucchetti - 11/04/2011

Questa fiction fa veramente schifo. Non ha un senso, è volgare, termini e immagini che per la prima serata fanno venire il voltastomaco. Ogni giorno che passa mi chiedo perchè devo pagare il canone. I miei soldi e quelli della mia famiglia vanno a finanziare programmi come questo, come i pacchi, come quelli di Ssntoro, i giornalisti illetterati, impreparati, spesso ridicoli (quello con la zazzera che sparla durante le partire della Nazionale e alla Domenica Sportiva) e di parte che gestiscono e dicono scemenze nelle trasmissioni sportive. Telegiornali come la rete 3 che sembra il TG4 al contrario. Si parla solo degli scandali di Berlusconi e non si parla mai di del bene. Quello purtroppo non fa rumore. Fa rumore tutto il resto, il diverso….Tutto è finalizzato all’apparire nulla all’essere. E’ uno schifo. Vorrei sapere proprio chi è che permette tutto ciò.
Grazie per avermi fatto esprimere ciò che penso del carrozzone che sinceramente non mi sento per niente mio (come cittadino).
Fortunatamente ho altri interessi e guardarvi sarà sempre più difficile.
Penso anche che il canone non lo pagherò più (comunque controllate pure visto che sono sempre stato regolare nel furto che avete perpetrato a me e alla mia famiglia).
Saluti

Luca Lucchetti

ING. CARLO PAOLINI - 12/04/2011

OTTIMO PRODOTTO INTRIGANTE OTTIMA FOTOGRAFIA PIACEVOLE GRADIREI IL REPLAY PERCHE’ MISONO PERDUTO LA PRIMA PARTE

Antonio - 12/04/2011
2. Silvia - 12/04/2011

L’impegno era davvero arduo: il paragone con Monicelli, Mastroianni e Bisset viene spontaneo, invece sono rimasta favorevolmente sorpresa.
Il livello mi sembra superiore a quello di altre fiction, non un capolavoro ma comunque un buon remake.
Mi sono piaciuti Morelli e Bruschetta.
Bucci e Osvart (più bella, ma con meno personalità della Bisset) non sono affatto male.
Buone anche regia e fotografia.
Discreti gli altri, ad eccezione della Curino. Reggere il confronto con la superba interpretazione della Volonghi era molto difficile, ma anche senza fare paragoni, secondo me la sua faccia e la sua interpretazione sono completamente sbagliate.
Un’altra nota negativa, a mio parere, è la sofferenza della Dosio per i tradimenti del marito (una punta di moralismo bigotto per poi giustificare il suo tradimento con il commissario?). Anna Carla perde la sua fantastica, algida e leggera amoralità annoiata. L’atmosfera della “Torino bene” e l’intero film risultano guastati da questa variazione. Ma perché non lasciare le cose come stanno, quando sono perfette?

Infine, concordo con il signore del post precedente sulla paccottaglia di immondizia che la Rai propina abitualmente, ma questo film non è affatto volgare.
Che la vena ironica di Fruttero e Lucentini fosse così avanti da essere incompresa e fraintesa negli anni ’70 ci può stare, ma leggere oggi questa critica mi lascia francamente sbigottita.

3. nadia - 12/04/2011

Ho guardato la fiction con molta curiosità perchè ho ancora fresco il ricordo del film di Monicelli che secondo me è stato grandioso in quanto assoluatamente in linea con il libro di Fruttero e Lucentini, anche uno dei pochi di cui mi ricordo il finale. Bravi Morelli e la Osvart ma nulla in confronto a Mastroianni e la Bisset e assolutamente fuori luogo le interpreti delle sorelle Tabusso e l’interpete di Massimo Campi (Trintignant era un’altra cosa). Vediamo il finale.

4. Luciano - 12/04/2011

Amo il libro, ho visto più volte e apprezzato il film di Comencini (e non di Monicelli, come erroneamente sopra detto). Il confronto con il precedente è, sì, inevitabile, ma io ho cercato di valutare quanto questa fiction riuscisse, oggi, a rispettare lo spirito degli autori del libro.
Dice bene Silvia, secondo me, circa Anna Carla: la Bisset l’ha resa molto più come era descritta nel libro, ma questo non è colpa dalla Osvart, ma del copione impostole e della regia. Invece, con tutto il rispetto per la grande Volonghi, non concordo sul giudizio negativo per Laura Curino: è più giustamente piemontese lei, come “contessa” Tabusso, più in parte.
L’unico che mi è parso immotivatamente sopra le righe è l’architetto Garrone, ma anche qui non scaricherei la responsabilità sull’attore.
Tutto sommato, io comunque me la sto gustando.

5. elena - 12/04/2011

La musica è bellissima, qualcuno concorda?

Massimo - 14/04/2011

Per carità, è la cosa perggiore.
Ma Andrea Morricone, il compositore, è il figlio di Ennio?! Se sì cos’è l’ennesimo caso di nepotismo? Povero suo padre lo imita spudoratamente, ma neanche nell’imitazione riesce ad avvicinarsi alla sua altezza.
Non parliamo del missaggio veramente fastidioso, a volte mi veniva voglia di abbasare il volume.
Con tutti i bravi compositori che ci sono….

6. Fulvio - 13/04/2011

In certi momenti un po’ forzatamente sopra le righe. Montaggio… lasciamo perdere. Bravissimi alcuni personaggi “passeggeri” come l’ottimo Danilo Bertazzi (il coiffeur della prima puntata).
Tutto sommato godibile. Ciao neh!

7. renata tortora - 13/04/2011

salve
mi sono appassionata alla fiction, e cercherò adesso il libro…benché in genere si faccia il contrario:-))

purtroppo ho perso la seconda puntata.
come posso rivederla???
oppure se gentilmente mi dite solo l’assassino… mi accontento.-))

grazie
renata

Silvia - 13/04/2011
8. XYZ - 14/04/2011

@LucaLucchetti

…meno male così ci eviterai altri commenti così ridicoli….

9. Gomez - 09/06/2011

Da vedere esclusivamente PRIMA di aver letto il romanzo e/o visto il film originale, in quanto la recitazione sempre sopra le righe, intesa a far capire chiaramente, piuttosto che a suggerire, ruoli ed atmosfere, e l’eccessiva caratterizzazione dei personaggi (inutilmente “modernizzati” rispetto al romanzo) sono chiaramente destinate ad un pubblico dal palato grosso, rovinato da una tv urlata e volgare, e riducono di molto il piacere dello spettacolo, eccellente invece per l’ambientazione in una scintillante Torino tutta da godere.


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