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Cinema futuro (606): “Push” 25/03/2009

Posted by Antonio Genna in Cinema e TV, Cinema futuro, Video e trailer.
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Cinema futuro - Il cinema del prossimo week-end“Push”

Uscita in Italia: 27 marzo 2009
Distribuzione: Eagle Pictures

pushTitolo originale: “Push”
Genere: fantascienza / thriller
Regia: Paul McGuigan
Sceneggiatura: David Bourla
Musiche: Neil Davidge
Uscita negli Stati Uniti: 6 febbraio 2009
Sito web ufficiale (USA): cliccate qui
Sito web ufficiale (Italia): cliccate qui
Cast: Chris Evans, Dakota Fanning, Djimon Hounsou, Camilla Belle, Cliff Curtis, Nate Mooney, Xiao Lu Li, Ming Na, Corey Stoll, Scott Michael Campbell

La trama in breve…
Push è un thriller fantascientifico e ricco di azione che sprofonda nel pericoloso mondo dello spionaggio psichico nel quale persone con poteri paranormali artificialmente amplificati hanno la capacità di muovere oggetti a distanza, prevedere il futuro, creare nuove realtà ed uccidere con la sola forza della mente. In questo scenario un giovane ed una teenager devono fuggire ad agenti segreti in una corsa contro il tempo che determinerà il futuro della civiltà. La Division è una strana agenzia paragovernativa che trasforma geneticamente alcuni individui, creando così un esercito di psicoguerrieri , eliminando senza pietà quanti rifiutando di sottoporsi ai loro sperimenti. Nick Gant (Chris Evans), un telecinetico di seconda generazione, o “mover”, è nascosto da quando, dieci anni prima, la Division ha ucciso suo padre. Ha trovato rifugio nella popolatissima Hong Kong l’ultimo posto sicuro sulla terra per paranormali in fuga come lui. Ovviamente deve tenere ben nascosti i suoi poteri. Nick è obbligato ad uscire allo scoperto quando Cassie Holmes (Dakota Fanning), una tredicenne chiaroveggente, o “watcher”, cerca il suo aiuto per ritrovare Kira (Camilla Belle), una “pusher”, anche lei in fuga che potrebbe avere la chiave per combattere i piani della Division. I pusher posseggono il più pericoloso dei poteri, la capacità di condizionare le azioni degli altri instillando pensieri nei loro cervelli. La presenza di Cassie presto attira l’attenzione dei segugi della Division, e Nick e Cassie devono scappare perché le loro vite sono in pericolo. Con l’aiuto di una squadra di malavitosi dotati di poteri, la strana coppia si muove nei bassifondi della città, cercando di anticipare le mosse dell’agenzia che sta cercando Kira. Purtroppo il loro cammino si intreccia a quello dell’agente della Division, Henry Carver (Djimon Hounsou), un pusher che non si fermerà davanti a niente affinché i giovani non riescano nel loro intento.

La storia
Telecinesi. Chiaroveggenza. Telepatia. Per decine di anni, i governi dell’intero pianeta hanno studiato la possibilità di usare le capacità paranormali come armi segrete di grande efficacia contro i  nemici – e anche contro gli amici. Nel1945, i nazisti fecero i primi esperimenti nello  sviluppo di guerrieri dotati di poteri paranormali. Non molto tempo dopo, i sovietici e gli americani iniziarono a condurre anche loro programmi di ricerca top-secret, inclusi i famosi esperimenti della CIA: MK-ULTRA Mind Control, il controllo della mente per lo sviluppo di agenti paranormali, l’apparecchio più sofisticato nel campo della sorveglianza dello spionaggio.
Questi esperimenti reali sono stati l’ispirazione per Push, thriller pieno di azione ambientato in uno spietato mondo di spionaggio psichico, dove la capacità di spostare oggetti usando solo la mente, vedere il futuro, creare nuove realtà ed uccidere senza mai toccare le vittime, possono trasformare una persona in un’arma letale oppure in un bersaglio.
In  Push, un giovane ed una adolescente con uno straordinario dono, fuggono da un’agenzia, combattendo una battaglia che possono vincere solo riuscendo a cambiare il futuro.
Con Chris Evans (Fantastic Four), Dakota Fanning (War of the Worlds), Camilla Belle (When a Stranger Calls) e il candidato all’Oscar Djimon Hounsou (Blood Diamond),  Push mette insieme l’incisivo stile visivo del regista Paul McGuigan  (Lucky Number Slevin) ad effetti speciali mozzafiato e ad una storia indimenticabile.

Le capacità
I Mover – Nick Gant (Chris Evans) è un mover di seconda generazione: può spostare oggetti attraverso lo spazio con la sola forza della  mente… dadi, armi, il corpo di un nemico… un mover può manipolare a distanza il mondo fisico a proprio vantaggio.
Gli Watcher – Un watcher è un veggente, ha la capacità di vedere il futuro. Alcuni, come  Cassie Holmes (Dakota Fanning), producono disegni dettagliati delle loro visioni. Il problema per un watcher è che il futuro può essere cambiato dagli eventi, sia grandi che piccoli, perciò deve continuamente accertarsi che le sue visioni siano ancora attuali.
I Pusher – Molto più avanzati dei telepatici che comunicano attraverso il pensiero, un Pusher può trasmettere idee così prepotentemente nella mente di un soggetto, che è impossibile distinguerle dai pensieri reali o dai ricordi. Sia Kira (Camilla Belle) che Carver ( Hounsou) sono  pusher, i più temuti e pericolosi fra i sensitivi con questi poteri.
Gli Stitch – Un guaritore sensitivo come Stowe (Maggie Siff) può appoggiare le mani sopra una persona e curarne le ferite. Ma attenzione, se uno stitch viene irritato può fare tornare il paziente allo stato precedente.
Gli Sniff – Come dei segugi umani, gli sniff possono rintracciare la loro preda dall’odore anche solo annusando uno spazzolino da denti vecchio di dieci anni. Temuti dai loro colleghi paranormali, gli sniff sono spesso usati dalla Division per stanare i loro bersagli.
Gli Shadow –  Gli shadow come Pinky Stein (Nate Mooney) possono usare la loro mente per nascondere qualsiasi cosa, da un sensitivo rinnegato ad un grattacielo, allo stesso sniff. Ma riescono a nascondere le persone e gli oggetti solo temporaneamente agli watcher.
I Bleeder – I bleeder come I Pop boys hanno la capacità di spaccare il vetro, ma anche i vasi sanguini con il solo suono della loro voce.
Gli Shift – Una persona con questo talento non ha mai bisogno di soldi contanti. Uno shift come  Hook (Cliff Curtis) può trasformare l’aspetto di qualsiasi oggetto a piacere. Unico problema: l’effetto non dura a lungo.
Gli Wiper – Un wiper può cancellare qualsiasi memoria semplicemente appoggiando le mani sopra un soggetto. Nick e Kira si rivolgono ad un cinese del luogo per tenere alla larga i watcher che possono prevedere azioni future basandosi solo sulle intenzioni.

La produzione
L’ambientazione di  Push, un mondo dove la gente comune con capacità straordinarie viene testata e controllata da una agenzia segreta del governo, ha incuriosito il regista Paul McGuigan, il quale ha cominciato a navigare su internet per avere più informazioni.
“Digitai ‘Sperimenti con Poteri Psichici,’”dice McGuigan, “ed é apparsa della roba pazzesca. E’ il 1949  e la Guerra Fredda sta per cominciare. La gente sta iniziando a sperimentare le capacità del cervello.” McGuigan ha scoperto che nei primi anni dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’idea di usare sensitivi per ottenere informazioni iniziò a prendere forma per i governi di Stati Uniti e Unione Sovietica.
“Pensate a questa cosa,” dice Glenn Williamson, produttore di Push e presidente della Back Lot Pictures “C’è qualcuno che può realmente vedere il futuro o manipolare i pensieri degli altri. E’ un enorme vantaggio per il controspionaggio.”
“Il film è molto legato ad esperimenti realmente eseguiti”, commenta Williamson. “I dossier sono piuttosto confidenziali, perciò non so quanto possiamo sapere di ciò che sia realmente accaduto. La parte più oscura è quando durante la Guerra Fredda, sia l’Intelligence sovietica che quella americana fecero esperimenti con persone che sembravano avere queste capacità.”
In Push, il governo è a capo di un’agenzia fuori dagli schemi che cerca persone con capacità straordinarie, nel tentativo di usare il loro poteri per i propri scopi. “La Division è un’organizzazione che monitorizza persone con capacità paranormali”, dice Williamson, “tentando di controllare e manipolare questi individui, lavorando per  aumentare le loro capacità.”
I realizzatori del film credono che la realtà di questa storia classifichi i personaggi in una categoria diversa da quella dei super eroi. “Volevamo raccontare una storia di fantasia in un modo che sembri davvero reale”, spiega McGuigan. “Mi piace l’idea di dare vita a questo mondo di persone con poteri straordinari.”
“Ma il film non è la storia di poteri soprannaturali”, continua, “è la storia invece di poteri naturali, cose che alcune persone possono realmente fare. Ci sono casi documentati di persone dotate di  ‘remote viewing’, visione a distanza. Per esempio, facendo loro sorvolare l’Ambasciata Americana erano in grado di avere un’idea della planimetria del palazzo e potevano indicare la disposizione delle stanze ed il loro uso.”
Accertato questo, era imperativo per McGuigan che i personaggi sembrassero persone vere in un mondo vero. “Io voglio che lo spettatore possa trovare un riferimento emotivo. Ci sono tutti i grandi effetti speciali, ma secondo me questo è solo un dettaglio. E’ un film d’azione, ma basato sulla personalità degli interpreti più di quanto solitamente lo siano i film d’azione.”
Williamson aggiunge “Esiste una storia vera su Nick e su come voltò le spalle al mondo. Cassie è il personaggio che lo aiuta ad uscire da questa situazione e la loro conoscenza diventa un vero rapporto umano. Il film è una bella emozione, ma pieno di situazioni a sorpresa e momenti drammatici.”
Una delle decisioni di McGuigan, al fine di porre l’attenzione sui personaggi del film, è stata quella di usare effetti CGI con parsimonia. “Non lo volevo fare con lo schermo verde o blu,” dice. “Volevo farlo dal vivo, attraverso la macchina da presa. Si può imparare molto dai grandi registi del passato: loro non avevano l’aiuto del CGI, usavano solo la loro immaginazione. Alla fine, l’unica cosa verde sullo schermo sono le persone che guidano, perché il traffico a Hong Kong non si muove molto.”
Anche Chris Evans, che nel film interpreta il ruolo di Nick Gant, un telecinetico rifugiatosi a Hong Kong, ha trovato che l’ambientazione del film fosse affascinante. “Quando lessi la sceneggiatura, ho creduto a tutto”, racconta. “Paul ed io andammo avanti e indietro tutto il giorno per la città, cercando un livello veritiero per il film. Lui continuava a ricordarmi che ci può essere una verità sospesa e che lo spettatore può semplicemente essere un nostro compagno di viaggio.”
I realizzatori del film hanno creato un mondo che assomiglia molto a quello dove noi viviamo, ma con qualche regola personale. “Ci sono molti momenti forti nel film, in cui non si sa cosa stia accadendo”, dice Williamson. “Il personaggio di Dakota Fanning è quello di una ragazza che vede immagini del futuro. Sono immagini che mostrano ciò che sta accadendo, ma non sono del tutto chiare e potrebbero non essere affidabili, come i ricordi.”
“Questa idea ci ha aiutati a mostrare i limiti di quello che le persone possono fare e non fare”, osserva il produttore. “uno dei motivi per il quale andiamo al cinema è quello di entrare in un mondo diverso dal nostro quotidiano, che sia totale fantasia oppure una realtà un po’ esagerata. Noi vogliamo che il mondo di Push sia il nostro mondo, ma con uno stile visivo più marcato, così è il nostro mondo, ma allo stesso tempo non lo è.”
La giovane star del film, Dakota Fanning definisce Push come un film d’azione, ma aggiunge: “E’ una storia molto personale, spero che la gente la trovi divertente. E’ piena di azione, è veloce ed ha una parte visiva incredibile.”
Il suo co-protagonista Evans, aggiunge: “Non mandiamo alcun messaggio profondo. Questo è un film di puro intrattenimento, come molti dei miei film preferiti. C’è una grande sceneggiatura, molta azione e grandi personaggi, perciò è davvero divertente.”

Il cast
Push regala ai suoi quattro attori principali una straordinaria opportunità per uscire dai loro soliti schemi,  ed interpretare ruoli in cui lo spettatore non li ha mai visti. Dakota Fanning, ad esempio, passa dall’ essere una star bambina ad una vera attrice teen-ager. Djimon Hounsou interpreta il suo primo ruolo da cattivo, e invece della solita damigella in pericolo,  Camilla Belle interpreta una “arma letale”.
Chris Evans, che interpreta Nick Gant, si è trovato in un percorso molto complesso a livello emotivo. “Nick è stato abbandonato da molte persone alle quali voleva bene per motivi a lui sconosciuti. E questo lo ha portato a erigere dei muri.”
“Ci sono molte sorprese, situazioni inaspettate e colpi di scena nella storia,” aggiunge Evans. “E’ un continuo voltare pagina. Alcune persone sono chiaroveggenti, alcune posso trasformare l’aspetto degli oggetti comuni. Nick è un mover, che significa un telecinetico.”
McGuigan aveva visto Evans nel film Sunshine, vincitore di vari premi. “Mi ha molto colpito il suo coinvolgimento nella parte”, dice, “e mi è piaciuta la sua credibilità. Nonostante sia un bello, a me sembra molto vero.”
“Chris ha esattamente ciò che la parte esigeva,” dice Williamson. “Nick è un personaggio vulnerabile, che piace, molto diverso dal personaggio del film  Fantastic Four dove ha recitato precedentemente. Ha dovuto interpretare i vari strati del suo personaggio mentre si trova davanti al suo destino.”
“Chris ha anche portato molta fisicità al personaggio. Non solo ha ben interpretato il ruolo ma si é anche divertito molto. Infatti il nostro stuntman era un po’ frustrato perché non ha potuto girare tutte le scene che aveva lungamente provato.”
Dakota Fanning é Cassie, una watcher, una chiaroveggente. All’età di 14 anni, Fanning ha interpretato più ruoli prestigiosi di quanti molti attori abbiano fatto in una vita. Recitando con premi Oscar come Robert De Niro (Hide and Seek), Denzel Washington (Man on Fire), Sean Penn (I Am Sam) e Reese Witherspoon (Sweet Home Alabama), Fanning è stata la bambina prodigio di Hollywood per metà della sua vita. In Push,  interpreta un ruolo più maturo. “Non c’è quattordicenne più adatta per il ruolo di Cassie,” dice Williamson. “Dakota è decisamente una teenager adesso. C’è stata una trasformazione fisica. Non l’avete mai vista così.”
McGuigan vede nel film la possibilità per la Fanning di crescere finalmente agli occhi dello spettatore e dell’industria cinematografica.  L’attrice ha particolarmente apprezzato questo personaggio spigoloso ed irriverente. “E’ molto sarcastica e fa battute molto divertenti,” commenta Fanning. “Dico cose che non direi mai nella realtà, perciò è divertente, è una persona che pensa principalmente a se stessa ma poi  impara a far entrare gli altri nella sua vita.”
I colleghi della Fanning sono rimasti sconvolti dalla maturità del suo talento. “Dakota é un’attrice incredibile,” dice Williamson. “Capta bene le nuance. Se Paul voleva qualcosa di un po’ diverso, le diceva, ‘Puoi fare questo?’ E lei rispondeva, ‘Okay,’ come se fosse una cosa molto semplice e poi faceva un’ interpretazione molto sofisticata, nel tono giusto.” Dakota, modestamente, dice di se stessa, “Io divento il personaggio quando dicono ‘azione’ e quando dicono ‘stop’ è finito. Credo di reagire così perché recito da quando ero molto giovane.”
Push le ha dato la possibilità di lavorare con uno dei suoi miti, Camilla Belle. “Lei recitava nel mio film preferito quando ero bambina, Annie: A Royal Adventure,” dice la Fanning. “Da quando ho visto quel film, il mio sogno era lavorare  con lei. E’ decisamente stata come un sorella maggiore per me.  Siamo andate insieme  ai musei della scienza ed abbiamo fatto un sacco di cose.”
Belle, che interpreta Kira, la donna misteriosa, il cuore del puzzle, recita da quando aveva nove anni. “Mi rivedo molto in Dakota,” ammette. “Nessuna di noi due ha studiato recitazione, abbiamo imparato lavorando. D’altra parte lei ha un modo magico di essere spensierata e giocare ma poi essere molto presente, emozionante quando inizia il ciak.”
Williamson dice che stavano cercando una qualità molto specifica nell’attrice che doveva interpretare Kira. “Doveva essere allo stesso tempo guardinga e vulnerabile. Le accadono molte cose ma alla fine c’è un colpo di scena e lo spettatore si chiede se lei è davvero la persona che dice di essere.”
L’aria misteriosa del personaggio è una delle cose che ha attirato Belle per quel ruolo. “Mi piace molto come Kira lascia sempre lo spettatore perplesso, non si sa da quale parte stia, non la si capisce fino alla fine.”
“Come attrice Belle ha la capacità di tenere l’obbiettivo incollato a lei”, dice il regista. “Conosce la macchina da presa, la capisce, ha una grande consapevolezza di se stessa. Mi piace un’attrice che sa in cosa riesce meglio.”
Belle dice di McGuigan: “E’ il regista più calmo con il quale abbia mai lavorato in tutta la mia vita, infonde tranquillità. E’ molto eccentrico e divertente aperto a qualsiasi cosa di cui tu voglia parlare, qualsiasi cosa. Ed è anche il regista più alla moda con il quale abbia mai lavorato. Djimon ed io lo stavamo prendendo in giro oggi perché il suo abbigliamento é sempre ben coordinato.  Porta sempre il suo cappellino, l’iPod in tasca ed i suoi Starbucks.”
Djimon Hounsou, candidato due volte all’Oscar per Blood Diamond e In America, ha costruito la sua carriera internazionale interpretando personaggi stoici e coraggiosi. “La maggior parte dei film di Djimon valorizzano il suo calore umano e la sua intelligenza”, dice Williamson. “Qui non è solo il cattivo, è il burattinaio. Lui fa in modo che gli altri agiscano per lui. Djimon è sempre tranquillo e composto, la scelta perfetta per questo personaggio che controlla ogni cosa per quasi tutto il film.”
Alto oltre un metro e novanta, Hounsou è una figura imponente, cosa che non passa inosservata ai colleghi. “E’ fantastico vederlo in quel ruolo perfetto per lui”, dice Evans. ”E un omone con il vocione, ed il suo sguardo… se grida durante una scena io inizio subito a sudare. Quando arriva risucchia l’aria dalla stanza. Mi sorprende che non abbia interpretato altri ruoli da cattivo.”
“Non ho mai pensato a lui come cattivo o buono,” dice McGuigan. “Non lo usiamo come il cattivo che si attorciglia i baffi, ma come cattivo intellettuale. Francamente, quando c’è Djimon Hounsou sul set, cattivo o buono che sia, si sente la sua presenza. Non puoi fare a meno di guardarlo e pensare a cosa dirà.”
Hounsou ha accolto con piacere l’opportunità di tirar fuori il cattivo che ha in sé, “Mi piace fare il bastardo, soprattutto uno al quale si giustificano le cattive azioni”, dice. “Posso essere un po’ malefico.”

Hong Kong: la tana del drago
Secondo l’arte antica cinese del feng shui,  la convergenza degli oceani, delle montagne e delle pianure forma la tana del drago, un posto dove sono possibili cose straordinarie. Forse questo è il motivo per il quale per secoli Hong Kong è un centro commerciale molto potente, prima per commercio poi per manifatture, ed ora affari e  industrie cinematografiche e televisive.
Una affascinante fusione fra la Cina imperiale, la Gran Bretagna coloniale e le metropoli futuristiche, Hong Kong è stata scelta come ambientazione per Push dopo che furono visitate molte location. “La sceneggiatura di Push prevedeva l’ambientazione in una grande città asiatica, ma non necessariamente Hong Kong,” dicono Stan Wlodkowski, il direttore di produzione ed uno dei suoi produttori esecutivi. “Prima abbiamo visto Bangkok e qualche città della Cina. Hong Kong aveva le location giuste per come Paul aveva immaginato il film.”
“Avevamo in mente qualcosa come Humphrey Bogart in Casablanca,” spiega McGuigan. “Negli anni trenta e quaranta, Casablanca era piena di ceffi e gente di ogni tipo. Era un posto perfetto per nascondersi perché chiunque ci poteva andare e  nessuno lo avrebbe mai scoperto. Dovevamo trovare la nostra Casablanca.”
“Così decidemmo che il posto migliore per rendere qualcuno invisibile poteva essere  Hong Kong, perché lì abitano milioni di persone, una sopra l’altra. Se qualcuno dovesse nascondersi dalla Division, l’agenzia governativa, non ci sarebbe  posto più indicato.”
C’è anche una grande scelta di attori in questa città perché Hong Kong ha un’industria cinematografica molto fiorente. “C’è una comunità cinematografica molto attiva, come attrezzature e come tecnici specializzati nel settore, che potevamo ben integrare con la nostra troupe occidentale.” dice Wlodkowski. “Molti di loro hanno già lavorato in film d’azione locali, ma non ci sono state molte produzioni provenienti da Hollywood. Credo che la troupe locale si sia molto divertita nel vedere come lavoriamo a Los Angeles o a Londra. E per noi loro sono stati un grande vantaggio in termini di esperienza e costi.”
Fra le sfide non previste, c’è stata quella dell’organizzazione: molto meno formale e rigida rispetto a quella usata sui set degli Stati Uniti. Ci siamo quindi adeguati e seduti sul sedile posteriore lasciandoci trasportare dalla frenesia di  Hong Kong. “Ci sono dei grandi registi qui, ma il loro approccio è meno rigoroso,” spiega Williamson. “E’ comunque stato difficile cercare di catturare il sapore di Hong Kong con una troupe di circa 200 persone. Non siamo una grossa produzione, ma non è stato facile essere discreti in questo paese.”
Alla fine, McGuigan ha deciso di buttare le sue regole dalla finestra e procedere con quello che lui definisce una realizzazione di tipo “guerriglia”. L’unico sotterfugio che siamo riusciti a trovare era quello di nascondere le macchine da presa sui camion e girare attraverso piccoli fori. Mandavamo gli attori per strada e chiedevamo loro di fare un solo ciak. Non si poteva fare il montaggio perché l’ambientazione cambiava continuamente.”
Questo modo improvvisato ha permesso di creare senso d’immediatezza unica. Williamson cita un esempio nella scena dove Kira, il personaggio di Camilla Belle, viene catturata dagli agenti della Division. “L’abbiamo fatto in modo molto clandestino”, racconta il produttore. “A Wan Chai, una zona di  Hong Kong dove c’è un mercato molto colorato, abbiamo piazzato una macchina da presa nascosta così abbiamo potuto girare la scena con persone vere nel sottofondo. Gli agenti afferrano la ragazza in una strada affollata e la trascinano in macchina.  Una scena molto vera.”
Anche il numero impressionante di abitanti  e l’esplosione economica sono stati un ostacolo. “Anche se teoricamente Hong Kong è un posto molto recettivo per girare  film, in termini pratici, è una sfida continua”, spiega Wlodkowski. “E’ la città del futuro dove accadono mille cose quindi, per esempio, non esiste un ristorante vuoto. Quando uno si libera, viene subito affittato per il giorno dopo.  Noi cercavamo un ufficio vuoto, un parcheggio vuoto, ma non si trovavano. Tutte le risorse della città erano utilizzate e prenotate.”

François Séguin, scenografo di  Push, dice che tutta l’Asia, e specialmente la Cina, sono visivamente una meraviglia. “E’ così bella, intensa e ricca”, commenta. “Qui non hanno il timore di usare il colore ovunque, e così noi avevamo carta  bianca. In un film occidentale la tavolozza è più limitata perché deve rispecchiare la realtà, ma qui la realtà è colorata.”
“Io ho lavorato con  Paul in Lucky Number Slevin e conoscevo il suo stile e quello che voleva”, continua Séguin. “A Paul piace il colore e così abbiamo fatto della città un mosaico, un esplosione di tinte.”
Prima di diventare un regista cinematografico, McGuigan era un fotografo, e questo ancora condiziona le sue scelte visive. “Durante le prime location fece un quintale di fotografie di Hong Kong”, racconta Williamson. “La palette è iniziata con una di queste foto ed è rimasta nel suo ufficio durante tutta la fase di pre-produzione.”
“E’ una tipica scena urbana di Hong Kong con i taxi visti da dietro. I taxi sono tutti rossi, simbolo di buona fortuna nella cultura cinese”, continua il produttore. “Ed hanno tutti adesivi verdi che mal si adattano all’ambiente. Paul fu attratto da questi due colori, che sono diventati i toni dominanti del film.”
McGuigan dice che è stata la prima volta che ha usato una sua foto come base per il look di un intero film. “Come fotografo sono sempre stato portato ‘all’inquadratura’ con la “I” maiuscola e credo, con questo film, di aver imparato a trovarla. C’è sempre un’inquadratura che ho in mente, e la seguo.”
McGuigan era anche molto affascinato da come l’urbanistica di questa città usasse materiali tradizionali in modo molto high-tech. “A Hong Kong, le impalcature sono fatte di bambù,” osserva Séguin. “Il bambù ci sembra un materiale primitivo, e così si crea una bizzarra sovrapposizione nella costruzione di un grattacielo. Ne risulta una struttura molto densa ed organica. È incredibile cosa si possa fare con il bambù, che è sorprendentemente solido. Inoltre, è bello.”
“Tutte le costruzioni sono circondate da impalcature in bambù e maglie verdi”, dice Williamson. “A Paul piaceva molto questo palazzo in via di costruzione.” Il finale esplosivo del film è ambientato in cima ad uno di questi grattacieli ancora in costruzione. Sono state usate due location per creare il campo di battaglia.
“Uno era il cantiere”, racconta il produttore, “e l’altro un grande atrio che potrebbe essere situato sopra un palazzo. Abbiamo ricreato lo sfondo di Hong Kong con il digitale, che dà un senso di verticalità, dove c’è un ambiente ricostruito, ma anche l’atmosfera di un vero cantiere edilizio.”
In quella che è forse la scena con più azione, Nick e Cassie vengono braccati nel vero mercato del pesce di Hong Kong. La produzione ha dovuto creare una zona in più all’interno del mercato per ciak ripetuti. “Corriamo tra file di vasche di pesci che esplodono”, racconta Fanning. “C’è acqua ovunque, davvero una scena pazzesca perché c’è azione costante. La gente si muove dappertutto, rumori assordanti e vetri in frantumi.” La Fanning era affascinata da quello che lei definisce ‘il contrasto fra il futuro e il millennio scorso’. “Quando scendi dall’aereo e senti l’aria calda sai di essere in una parte diversa del mondo. I grattacieli sono enormi e molto moderni ed assomigliano al futuro. E poi ci sono minuscoli villaggi di pescatori con primitivi mercati del pesce, mai visto niente di simile. Sono rimasta a fare delle foto per il mio corso di fotografia…  pesci, pesci essiccati, donne che lavorano in quel mercato da 90 anni forse.”
Nessuno nel cast era stato a Hong Kong. “E’ stato uno shock,” dice Hounsou. “Ho passato la giornata a guardare in alto. E’ uno dei più grandi centri d’affari del mondo. E’ incredibile pensare che una persona viene qui e si sente totalmente persa.” Hong Kong ha una personalità tutta sua, dice Evans. “Questa città ha una sua vita e uno stile che è proprio quello che cercavamo per il nostro film.” “Volevamo essere certi di approfittare di tutto quello che Hong Kong poteva offrire,” spiega Williamson. “Ci sono alcune strade con  luci al neon pazzesche. Quando abbiamo girato in quelle zone Peter Sova, il direttore della fotografia, a volte non aggiungeva luci, per catturare la vera atmosfera. Hong Kong è un’isola dove c’è sempre l’esatta percezione dell’acqua.  “Altri registi hanno catturato l’atmosfera di Hong Kong a modo loro,” dice il produttore, “ma Paul ha voluto dare il proprio imprinting: i colori, il guardaroba dei personaggi, è tutto una versione esasperata della realtà.”

La verità dietro Push: veri esperimenti psichici
Lo spietato mondo dello spionaggio psichico raccontato in Push non è solo il frutto della ricca immaginazione del regista, è anche una realtà del governo USA: usare sensitivi appositamente addestrati per scopi militari. Forse l’esempio più conosciuto è il Project Stargate, sponsorizzato dall’esercito USA per studiare il fenomeno psichico  applicato a un potenziale militare. I sensitivi che hanno aderito a questo programma hanno dato prova di incredibili capacità paranormali: identificazione di luoghi precisi, individuazione di istallazioni militari con solo qualche coordinata come guida, ritrovamento di luoghi dove sono caduti aerei e la previsione della data di attacco da parte da sottomarini e navi nemiche.
Di base alla Stanford University, dal 1970 al 1995, Project Stargate progettò e sviluppò protocolli per rendere la ricerca sulla chiaroveggenza e “proiezione fuori dal corpo” più scientifica. Questo approccio alle capacità dei sensitivi prese il nome di  “remote viewing”, visione a distanza, cioè la capacità di “vedere” con la mente alcuni posti, oppure ottenere informazione ovunque. Project Stargate fu sviluppato inizialmente per la sicurezza nazionale. A causa di una fuga di notizie provenienti dall’Unione Sovietica, si diceva che i russi stessero facendo  esperimenti dello stesso tipo, principalmente con la telecinesi. Ma, ironicamente, pare che queste notizie fossero frutto di una campagna di disinformazione iniziata come risposta alle voci che fossero gli Stati Uniti a sperimentare armi belliche psichiche.
Remote Viewing è solo uno dei poteri paranormali che i vari governi hanno sperimentato. Altri sono la telecinesi, l’ipnosi e l’ipnosi a distanza, a volte accompagnate dall’uso di farmaci, terapie d’urto, radiazioni ed altre tecniche.
Durante la  Prima Guerra Mondiale, sia gli Inglesi che i Tedeschi hanno sperimentato tecniche psichiche con successo, usando ipnosi e terapie d’urto sui soldati. Poi, durante la Seconda Guerra Mondiale, l’ipnosi è stata usata spesso per programmare i corrieri dell’intelligence, una pratica ratificata da George Hoban Estabrooks. Professore di psicologia laureato a Harvard, Estabrooks non solo ha asserito di aver programmato molte spie per le forze alleate usando l’ipnosi, ma ha anche detto che poteva dividere un agente in due distinte entità, ognuna ignara dell’altra. Estabrooks ha anche dichiarato di poter ipnotizzare le persone a distanza.
Un’altro elemento di forza in Push è la presenza di forti riferimenti a ricerche reali che il governo ha condotto nel mondo della psiche, per poter controllare il cervello di soggetti inconsapevoli al punto di portarli all’autodistruzione, con l’aiuto di droghe psicotrope.
Mentre gli anni del dopoguerra lasciavano il posto alla Guerra Fredda, nacquero una serie di programmi clandestini sponsorizzati dagli Stati Uniti. Uno di questi programmi si chiamava MK-ULTRA, nome di codice di un programma  segreto della CIA per controllare le menti, una ricerca per condurre interrogatori, diretto dall’ Ufficio Scientifico dell’Intelligence. Il ‘Santo Graal’ del programma era una droga della verità usata durante gli interrogatori alle sospettate spie sovietiche durante la Guerra Fredda. Il suo scopo è stato dettagliato in un intelligence memorandum  del gennaio 1952, che pose un inquietante quesito: “Possiamo avere il controllo di un individuo al punto di farlo agire per noi contro la propria volontà ed anche contro le leggi fondamentali di natura, come l’autoconservazione?”
Iniziando alla fine degli anni Cinquanta, e continuando almeno fino alle fine degli anni Sessanta, MK-ULTRA creò un laboratorio segreto finanziato dalla CIA alla McGill University a Montreal, in Canada. Lo psichiatra Donald Ewen Cameron fece degli esperimenti di ‘psychic driving’ utilizzando l’impianto della memoria e la cancellazione della memoria con terapie elettro-convulsive, LSD, uso prolungato di farmaci, coma indotto, mancanza di sonno, rumore, ripetizioni su nastri, ed altre pratiche crudeli. Il programma reclutava periodicamente pazienti ignari e non consenzienti, alcuni dei quali hanno subito danni permanenti  in seguito agli esperimenti: uno è anche morto.
Dal momento che quasi tutti i rapporti MK-ULTRA sono stati distrutti, secondo gli ordini dell’allora direttore della CIA Richard Helms, è stato difficile, se non addirittura impossibile per gli investigatori capire esattamente cosa fossero i più di 150 sub-progetti legati a programmi CIA individualmente finanziati per la ricerca e sponsorizzati dalla MK-ULTRA.
Project Stargate è forse il programma con maggiori documentazioni. Oggi alcune delle sue reclute sono ancora vive ed hanno scritto a lungo sull’argomento ‘remote viewing’, con saggi come “Reading the Enemy’s Mind: Inside Star Gate America’s Psychic Espionage Program” (di Paul H. Smith), “The Ultimate Time Machine” (di Joseph McMoneagle) e “The Seventh Sense” (di Lyn Buchanan). Anche se il governo e l’esercito hanno smentito il protrarsi di questi progetti segreti dopo 1995, varie fonti, inclusi alcuni agenti, dichiarano che la CIA conduce regolarmente campagne di disinformazione e che la ricerca sul controllo del cervello continua ancora.

Trailer italiano:


Per consultare le uscite dell’ultimo week-end andate allo spazio “Al cinema…”, per gli incassi del box office, trailer e notizie dal mondo del cinema visitate lo spazio “Cinema Festival”.

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